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Sondrio, prove di resistenza mentre Bper alza la posta

- di: Bruno Coletta
 
Sondrio, prove di resistenza mentre Bper alza la posta

Offerta da 452 milioni, Modena al 22,3%. Il Cda apre ma non cede: “Restano incertezze”. Rischi su piano industriale, personale e territorio.

(Foto: Piero Luigi Montani, Ad di Bper).

Bper rilancia ma Sondrio nicchia

Il rilancio di Bper sulla Banca Popolare di Sondrio agita le acque ma non cancella i dubbi. L’Ops da 452 milioni – un euro per azione – ha alzato il tono della sfida, ma il consiglio d’amministrazione della banca valtellinese mantiene un atteggiamento prudente, seppur con qualche apertura. “Migliorate le condizioni finanziarie”, si legge nella nota diffusa l’8 luglio 2025 dopo un nuovo esame dell’offerta. Tuttavia, restano “gli elementi di incertezza già segnalati il 13 giugno”, in particolare sull’assenza di un piano industriale congiunto e sugli effetti concreti della fusione su dipendenti, filiali e radicamento territoriale.

Una soglia da superare e un territorio da tutelare

La soglia di adesione minima resta fissata al 35%, e ad oggi Bper ha raccolto il 22,3% del capitale. Ma il tempo stringe: l’offerta si chiude venerdì 12 luglio, salvo proroghe da decidere entro giovedì. Oggi martedì 9 luglio è l’ultima occasione per acquistare titoli in Borsa utili all’adesione. A dimostrazione di quanto il mercato inizi a credere nel buon esito dell’operazione, lo sconto sul titolo Sondrio si è pressoché azzerato.

Tuttavia, il nodo resta tutto politico e industriale. Il cda della Popolare ribadisce che un’eventuale fusione dovrà salvaguardare “le persone, i livelli occupazionali, il legame con il territorio e lo sviluppo economico valtellinese”. Una posizione che, a voler leggere tra le righe, è una richiesta chiara di garanzie vincolanti.

Il nodo della visione integrata

A pesare come un macigno è l’assenza di un piano industriale condiviso. La proposta di Bper si fonda essenzialmente su sinergie potenziali, ma non quantificate nei dettagli. Né viene chiarito come sarà raggiunta la soglia di capitale regolamentare che consenta la fusione, né quale sarà l’assetto post-aggregazione.

“La proposta resta priva di un’analisi completa sull’impatto industriale e territoriale”, spiegano fonti vicine al board sondriese. In parole povere: i soldi sono aumentati, ma le idee restano vaghe.

Modena insiste, ma Pedranzini resiste

Il rilancio è stato deciso dal vertice Bper guidato da Piero Luigi Montani per alzare il pressing su un'operazione che il mercato guarda con interesse. Ma il numero uno della Popolare, Mario Alberto Pedranzini, continua a tenere il punto: “Sì al dialogo, ma non a qualunque costo”.

“L’offerta economica è più robusta, ma non risolve le criticità strategiche. Senza un piano di integrazione credibile e senza assicurazioni sul personale, la Sondrio ha ottime ragioni per resistere”, ha commentato un analista vicino al dossier.

I numeri di un risiko ancora aperto

Bper parte da una posizione di forza relativa. Dopo il rilancio, ha raccolto oltre un quinto del capitale della Sondrio (22,3%) e punta a superare il 35%. Se ci riuscisse, l’Ops sarebbe tecnicamente efficace, ma da lì a costruire un’aggregazione stabile il passo è lungo.

A rafforzare il fronte del “ni” ci sono anche le preoccupazioni del sindacato. La Fisac-Cgil ha chiesto “chiarezza su eventuali esuberi e sul futuro delle filiali nei piccoli centri alpini”. Il rischio, secondo il sindacato, è che l’integrazione comporti un ridimensionamento mascherato da razionalizzazione.

Il vero banco di prova è l’identità

Più che una battaglia finanziaria, quella tra Bper e Sondrio è una contesa culturale. Da una parte una grande banca commerciale a vocazione nazionale, dall’altra un istituto profondamente radicato nel territorio, con un azionariato diffuso e una governance improntata alla prudenza.

“L’identità della Popolare è il vero scudo contro l’Opa. Non è un’impresa qualsiasi, ma un pezzo di storia della finanza cooperativa italiana”. E se è vero che il settore bancario si sta concentrando in pochi grandi gruppi, è altrettanto vero che certe identità non si comprano con una manciata di milioni.

Cosa succede ora: tre scenari possibili

  • Successo dell’offerta: se Bper raggiunge o supera il 35%, l’Ops è tecnicamente riuscita. Si aprirebbe una nuova fase di negoziato per definire il percorso di fusione.
  • Riapertura dei termini: se Bper si avvicina alla soglia ma non la supera, potrebbe riaprire l’offerta tra il 21 e il 25 luglio per raccogliere nuove adesioni.
  • Stop al progetto: se l’offerta resta sotto il 30%, il progetto si ferma. Ma la battaglia potrebbe riaccendersi più avanti.

Una mossa che agita tutto il settore

Il risiko bancario italiano non si ferma qui. Dopo l’operazione Mps-Axa e le manovre attorno a Creval e Carige, l’assalto alla Sondrio è un nuovo tassello della grande riorganizzazione del credito medio-piccolo.

“È un gioco di incastri in cui i gruppi più solidi cercano di consolidare il controllo territoriale prima di finire a loro volta prede di altri soggetti più grandi”. Un consolidamento inevitabile, ma che deve essere guidato, non subito.

Il tempo stringe, la tensione sale

Da oggi a venerdì la pressione sarà massima. Modena insiste, Sondrio resiste. La partita è tutta da giocare, ma un dato è certo: per il credito cooperativo italiano, nulla sarà più come prima.

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