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Check-in da remoto, il TAR annulla la circolare del Viminale: gli affitti brevi tornano digitali

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Check-in da remoto, il TAR annulla la circolare del Viminale: gli affitti brevi tornano digitali
Il check-in da remoto negli affitti brevi è salvo. Con una sentenza attesa e fortemente invocata da associazioni di categoria e operatori del settore, il TAR del Lazio ha annullato la circolare emanata dal Ministero dell’Interno il 18 novembre 2024. Una disposizione che, per mesi, aveva imposto ai gestori l’obbligo di identificare gli ospiti “de visu”, di persona, rendendo illegittimo l’uso di cassette portachiavi, accessi automatici e qualsiasi sistema di self check-in. Il tribunale ha stabilito che quella circolare travalicava i poteri dell’amministrazione e introduceva obblighi non previsti dalla legge. A vincere è stata, di fatto, la linea della semplificazione tecnologica.

La norma contestata e le ragioni del ricorso

Il nodo centrale era l’articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza. Una norma che obbliga i gestori a comunicare le generalità degli ospiti alle forze dell’ordine, ma che non prevede – né ha mai previsto – l’obbligo di verificare l’identità con una stretta di mano o la visione diretta di un documento. La circolare ministeriale si era spinta oltre, introducendo un vincolo che nella prassi escludeva tutte le forme di accoglienza digitale. A impugnarla era stata FARE, la Federazione delle Associazioni della Ricettività Extralberghiera, secondo cui si trattava di un provvedimento sproporzionato e discriminatorio. Il TAR ha accolto la linea dell’associazione, rilevando anche l’assenza di dati che dimostrassero l’utilità effettiva della misura sul piano della sicurezza pubblica.

Il ritorno alla flessibilità per gli operatori

Con la sentenza, i gestori tornano ad avere la possibilità di usare strumenti digitali per l’identificazione degli ospiti. Il modello è quello ormai diffuso in molte capitali europee: documenti inviati via app, videochiamate di verifica, codici dinamici per l’accesso. Resta, ovviamente, l’obbligo di trasmettere i dati alla Questura attraverso il portale Alloggiati Web, ma decade il principio secondo cui ogni check-in dovesse essere presidiato fisicamente. Il tutto mentre si attende l’entrata in vigore del Codice Identificativo Nazionale (CIN), che introdurrà regole più omogenee a livello nazionale per il settore extralberghiero.

Soddisfazione da parte delle associazioni

“È una vittoria di civiltà e buon senso”, ha dichiarato Marco Celani, presidente di AIGAB, l’associazione dei gestori di affitti brevi. “Questa sentenza restituisce dignità a un comparto che muove l’economia turistica italiana e che, per mesi, è stato trattato con un sospetto ingiustificato. Le tecnologie oggi permettono un’identificazione sicura, rapida, tracciabile. Imporre procedure antiquate non migliora la sicurezza, la rallenta”.

Il caso segna un precedente importante anche sul piano del metodo normativo: il TAR ha di fatto messo un argine al potere interpretativo delle circolari, riaffermando che le regole vanno scritte in Parlamento, non negli uffici dei ministeri.
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