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Top Manager Reputation, Berlusconi di nuovo primo. Ecco i primi venti

- di: Vittorio Massi
 
Top Manager Reputation, Berlusconi di nuovo primo. Ecco i primi venti
Top Manager Reputation, Berlusconi di nuovo primo
Bilanci record, golden power e corsa allo spazio: così cambia la mappa del potere dei Ceo italiani.

(Foto: Piersilvio Berlusconi).

L’ultimo aggiornamento di Top Manager Reputation – l’osservatorio permanente di Reputation Manager sulla reputazione online dei vertici aziendali – ridisegna il vertice della classifica di novembre 2025: in testa Pier Silvio Berlusconi, seguito da Andrea Orcel e Claudio Descalzi. Alle loro spalle, una Top 200 in forte movimento, spinta da utili trimestrali, M&A bancario, maxi-alleanze nello spazio e strategie ESG sempre più centrali.

Che cos’è la Top Manager Reputation

La Top Manager Reputation è un osservatorio nato nel 2013 e curato da Reputation Manager S.p.A. Società Benefit. Ogni mese misura la reputazione online di centinaia di top manager italiani, assegnando a ciascuno uno score da 0 a 100 con due decimali.

L’algoritmo prende in considerazione contenuti di natura diversa – articoli, video, post social, immagini – pubblicati sul web e li valuta sulla base di oltre cento parametri, tra cui sentiment, rilevanza della fonte, pertinenza al manager e impatto reputazionale complessivo. Il risultato è una sorta di “indice di reputazione digitale” che combina la reputazione storica accumulata negli anni con la reputazione istantanea, influenzata dalle notizie più recenti.

L’osservatorio, che da anni viene raccontato sulle pagine de L’Economia del Corriere della Sera e su altri media specializzati, è diventato un termometro piuttosto fedele dei rapporti di forza tra banche, energia, media, lusso, industria e infrastrutture.

Il podio di novembre 2025: media, banca e energia

Pier Silvio Berlusconi, il ritorno in vetta grazie a Mfe

A novembre la prima posizione torna nelle mani di Pier Silvio Berlusconi, che guida il gruppo Mfe–MediaForEurope. Il suo punteggio di reputazione si attesta a 87,92 punti e riflette soprattutto i conti dei primi nove mesi dell’anno, con Mfe che registra un utile più che raddoppiato rispetto al 2024 e consolida la strategia di espansione europea nel broadcasting e nello streaming.

Il comparto media, da anni meno rappresentato nelle classifiche rispetto a finanza ed energia, torna così al centro della scena. La narrativa che circonda Berlusconi è quella di un manager che ha trasformato l’eredità di Mediaset in una media company continentale, mantenendo però il baricentro industriale in Italia e puntando su un’offerta televisiva generalista ancora molto forte.

Andrea Orcel, la banca dei record tra golden power e risiko

Sul secondo gradino del podio si colloca Andrea Orcel, ad di UniCredit, con uno score di 87,40. La sua reputazione digitale beneficia di risultati finanziari definiti da molti osservatori “storici”: nel terzo trimestre 2025 l’istituto registra un utile netto di 2,6 miliardi di euro, che porta il totale dei primi nove mesi a 8,7 miliardi, circa il 13% in più rispetto all’anno precedente.

Sul fronte regolatorio, però, la narrazione non è solo positiva: il caso dell’uso del golden power da parte del governo italiano per porre condizioni stringenti all’offerta di UniCredit su Banco Bpm è finito nel mirino della Commissione europea, che ha avviato una procedura di infrazione. Questo duello tra Roma e Bruxelles, che tocca l’equilibrio tra tutela degli asset strategici e libertà di circolazione dei capitali, contribuisce a rendere Orcel una delle figure più discusse e monitorate nel panorama finanziario europeo.

Claudio Descalzi, l’energia tra gas asiatico e Nyse

Il terzo posto è occupato da Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, con uno score di 87,35. L’attenzione online si concentra in particolare su tre direttrici: i risultati del terzo trimestre superiori alle attese, il rafforzamento delle partnership sul gas in Asia (anche in ottica sicurezza energetica europea) e la celebrazione dei trent’anni di quotazione al Nyse, la Borsa di New York.

La narrativa che emerge dalla rete è quella di un Eni sempre più posizionato come player globale della transizione energetica, capace di bilanciare il ruolo storico negli idrocarburi con una crescita tangibile nelle rinnovabili, nei biocarburanti e nella chimica circolare.

La top 10: tra utility, banche, trasporti e industria

Dietro il podio, la Top 10 di novembre conferma la centralità di energia, infrastrutture e finanza, ma lascia spazio anche a trasporti e automotive. Ecco le prime venti posizioni della classifica generale, espresse in punteggio reputazionale (0–100).

Posizione Nome Azienda Punteggio
1 Pier Silvio Berlusconi Mfe / Mediaset 87,92
2 Andrea Orcel UniCredit 87,40
3 Claudio Descalzi Eni 87,35
4 Renato Mazzoncini A2A 86,64
5 Carlo Messina Intesa Sanpaolo 86,01
6 Matteo Del Fante Poste Italiane 80,75
7 Alessandro Benetton Edizione 80,39
8 Stefano Donnarumma Ferrovie dello Stato 78,75
9 Urbano Cairo Cairo Communication 78,73
10 Luca de Meo Kering 78,24
11 Flavio Cattaneo Enel 73,54
12 Giuseppina Di Foggia Terna 73,50
13 Luca Dal Fabbro Iren 72,52
14 Pierroberto Folgiero Fincantieri 72,37
15 Cristina Scocchia Illycaffè 71,13
16 Pietro Labriola Tim 70,73
17 Gian Maria Mossa Banca Generali 70,46
18 Marina Berlusconi Fininvest 69,79
19 Giuseppe Castagna Banco Bpm 66,93
20 Roberto Cingolani Leonardo 66,14

Alcuni nomi erano già protagonisti nei mesi precedenti: Renato Mazzoncini, ad di A2A, arriva da un ottobre in cui aveva conquistato per la prima volta la vetta grazie al lancio di A2A Life Ventures, veicolo di venture capital dedicato all’innovazione energetica. Carlo Messina, numero uno di Intesa Sanpaolo, chiude i primi nove mesi con un utile di circa 7,6 miliardi e si è aggiudicato il titolo di European Banker of the Year 2024.

Nel perimetro delle partecipate pubbliche spiccano Matteo Del Fante (Poste Italiane) e Flavio Cattaneo (Enel), con la rete che premia da un lato il ruolo di Poste come infrastruttura finanziaria e logistica del Paese e dall’altro il cambio di passo del gruppo elettrico in Borsa e sulle rinnovabili. In crescita la visibilità di Giuseppina Di Foggia (Terna), che guida investimenti infrastrutturali oltre i 2 miliardi nei primi nove mesi, caricando sul profilo personale il tema strategico della sicurezza della rete.

Nella top ten resta stabile Alessandro Benetton, che utilizza la piattaforma finanziaria e industriale di Edizione anche come leva narrativa sulla governance di lungo periodo. completano il quadro Stefano Donnarumma, impegnato a spingere l’alta velocità anche oltreconfine, e Luca de Meo, oggi alla guida del gruppo Renault ma percepito come uno dei volti dell’automotive europeo di nuova generazione.

Chi sale nella Top 200: Di Foggia, Gallo, Gorno Tempini e Cingolani

Oltre ai nomi in cima alla graduatoria, la fotografia di novembre mette in evidenza alcune forti accelerazioni nella Top 200, spesso legate a scelte strategiche molto visibili.

  • Giuseppina Di Foggia (Terna) consolida l’ingresso nella fascia alta con un punteggio di 73,50 e un posizionamento reputazionale che abbina infrastrutture elettriche, transizione energetica e innovazione tecnologica.
  • Paolo Gallo (Italgas), ventunesimo e in crescita di cinque posizioni, guadagna visibilità dopo l’ingresso nel cda di Mediobanca e la presentazione del nuovo piano strategico di Italgas, centrato su reti intelligenti e decarbonizzazione.
  • Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, cresce fino al trentunesimo posto, spinto dalla comunicazione per i 175 anni di CDP e dal ruolo dell’istituzione come braccio finanziario dello Stato su infrastrutture, social housing e sostegno alle imprese.
  • Roberto Cingolani, ad e direttore generale di Leonardo, entra nella Top 20 (ventesimo posto) sull’onda lunga dell’alleanza con Airbus e Thales, che dà vita a un nuovo colosso europeo dello spazio: una joint venture da circa 6,5 miliardi di ricavi annui e 25 mila dipendenti, operativa dal 2027, pensata per sfidare i giganti globali delle costellazioni satellitari.

Tra gli altri balzi segnalati dall’osservatorio figurano Claudio Andrea Gemme (Anas), premiato dopo il Plan Award per i progetti infrastrutturali; Pasqualino Monti (Enav), che usa l’ESG Day 2025 per mettere la sostenibilità al centro della narrativa aziendale; Carlo Cimbri (Unipol), che rafforza il profilo internazionale con l’apertura di una sede a Bruxelles; e Vincenzo Sanasi D’Arpe (Consap), associato al rifinanziamento del Fondo di garanzia per i mutui casa.

Nel mondo tech e digitale attira attenzione il salto di Luca Ferrari, ceo di Bending Spoons, che dopo l’acquisizione di AOL viene sempre più raccontato come uno degli imprenditori italiani più globali nel software. In ambito food, il rafforzamento di Guido Barilla è legato anche alle buone performance del gruppo negli Stati Uniti, mentre Vinicio Mosè Vigilante (Gse) sale grazie ai programmi per accompagnare i Comuni nella transizione energetica e nelle comunità energetiche rinnovabili.

Reputazione online come asset strategico

La classifica di novembre conferma un trend ormai consolidato: la reputazione digitale è diventata un asset strategico per i Ceo al pari di bilanci, piani industriali e performance in Borsa. I manager più premiati sono quelli che riescono a combinare risultati economici, visione di lungo periodo, coerenza tra dichiarazioni e scelte industriali e una presenza digitale riconoscibile e costante.

L’osservatorio di Reputation Manager, che ogni mese elabora dati di migliaia di contenuti, mostra come i temi chiave per emergere in classifica siano sempre più chiari:

  • Leadership e governance: la capacità di guidare trasformazioni complesse e di comunicarne il senso agli stakeholder.
  • ESG e sostenibilità: non più semplice “etichetta”, ma driver concreto di strategie e investimenti.
  • Innovazione: dalla digitalizzazione dei servizi finanziari all’industria 4.0, fino alla space economy.
  • Presenza sui social e nei media: una comunicazione personale credibile, allineata al posizionamento dell’azienda, amplifica l’effetto delle scelte industriali.

In questo quadro, guardare alla Top Manager Reputation mese dopo mese significa osservare in tempo reale come si muove la “punta della flotta” dell’economia italiana: dove investe, con chi si allea, quali rischi corre e quali opportunità prova a cogliere.

Cosa aspettarsi dai prossimi mesi

I movimenti di novembre suggeriscono che i prossimi aggiornamenti della classifica saranno ancora influenzati da alcuni dossier chiave: la prosecuzione del confronto tra Italia ed Europa sul golden power bancario, gli sviluppi della joint venture spaziale Airbus–Leonardo–Thales, le scelte dei grandi gruppi dell’energia sulla transizione e le strategie di consolidamento nel mondo bancario.

Nel frattempo, un dato sembra già consolidato: in un contesto di volatilità geopolitica, transizione green e rivoluzione tecnologica, i manager che riescono a presidiare la propria reputazione online – con una presenza coerente, trasparente e orientata al futuro – partono con un vantaggio competitivo evidente, che la Top Manager Reputation contribuisce a rendere misurabile mese dopo mese.

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