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Torre dei Conti, dissequestrata parte dell’area del cantiere: via ai lavori di messa in sicurezza

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Torre dei Conti, dissequestrata parte dell’area del cantiere: via ai lavori di messa in sicurezza

FOTO: IlMarcheseDelGrillo - CC BY 4.0

La città ci rientra piano, quasi in punta di piedi. Una parte dell’area del cantiere della Torre dei Conti, nel cuore dei Fori Imperiali, è stata dissequestrata. I carabinieri della Compagnia Roma Centro hanno notificato il provvedimento al dirigente della Sovrintendenza capitolina, permettendo così l’avvio immediato dei lavori di messa in sicurezza del monumento.

Torre dei Conti, dissequestrata parte dell’area del cantiere: via ai lavori di messa in sicurezza

È un passo atteso, necessario, ma carico di ombre: quel cantiere non è un luogo qualunque. È lo stesso in cui, la mattina del 3 novembre, un operaio è morto travolto dal crollo di una porzione dell’impalcatura. Da allora, tutto era fermo. Non solo per ordine della procura, ma anche per rispetto.

Ora i sigilli si allentano, almeno in parte, e Roma torna a interrogarsi su ciò che è accaduto e su ciò che resta.

La Torre ferita, simbolo di un centro che non smette di essere fragile

La Torre dei Conti — uno dei vertici medievali più riconoscibili della città, innestata come un chiodo antico tra via Cavour e gli anfiteatri dei Fori — porta sulla pietra la sua fragilità. Chi passa oggi vede i pannelli, le transenne, il cantiere che si rimette in moto lentamente. Eppure, dietro l’apparenza tecnica, resta l’eco del crollo: un rumore secco, un ponteggio che cede, il tempo che non basta a scappare.

La Sovrintendenza può ora far ripartire gli interventi strutturali; ma la memoria dell’incidente rimane, come sempre accade quando un luogo di lavoro diventa teatro di morte. L’indagine della procura prosegue, lo stato dei materiali e delle procedure è ancora sotto verifica, e nessuno in Campidoglio — nemmeno tra chi deve firmare atti e autorizzazioni — dimentica che quello spazio è tornato accessibile solo perché è stato accertato che non rappresenta un ulteriore pericolo.

Messa in sicurezza: un lavoro tecnico, ma anche morale
I lavori riprenderanno nelle zone liberate dai sigilli, il punto di partenza necessario per evitare nuovi rischi. La Torre è un corpo antico che ha bisogno di cure: consolidamenti, verifiche statiche, interventi sulle murature e sugli appoggi. Ma non è solo un restauro: è un gesto obbligato verso la città e verso le persone che ci vivono e lavorano.

Chi conosce quel cantiere sa che i tempi saranno lunghi. Le strutture medievali hanno leggi proprie: nulla si muove senza una preliminare comprensione di ciò che può reggere e di ciò che può cedere. La messa in sicurezza non è un atto cosmetico, ma una promessa di stabilità che ogni amministrazione, ogni impresa e ogni tecnico hanno il dovere di mantenere.

E c’è poi la parte meno visibile: la ricostruzione della fiducia. Perché dopo un incidente mortale non si riparte mai davvero come prima. Chi tornerà a lavorare lì porterà dentro, inevitabilmente, il ricordo di ciò che è successo.

Il centro di Roma come specchio: bellezza e rischio in equilibrio
La Torre dei Conti è un simbolo della fragilità del centro storico di Roma, un luogo in cui convivono secoli di architettura e un presente fatto di restauri, manutenzioni, cantieri continui. È una bellezza che chiede un prezzo: cura costante, controlli, attenzione maniacale. Non è un caso che ogni volta che un ponteggio sale, la città trattenga il fiato.

Il dissequestro di una parte dell’area rappresenta dunque una tregua. Significa che le condizioni minime di sicurezza sono garantite, ma non scioglie le domande ancora aperte: cosa è accaduto esattamente il 3 novembre? quali responsabilità individuali o organizzative emergeranno? e come evitare che un monumento diventi di nuovo un luogo di pericolo?

Il cantiere riparte, la ferita resta

Ora gli operai potranno tornare a lavorare, ma con un passo diverso. Come accade sempre dopo un incidente grave, ogni movimento, ogni montante, ogni lastra di pietra sarà osservato con maggiore cautela. È così che dovrebbe essere. Il lavoro di messa in sicurezza non riguarda soltanto i mattoni, le strutture portanti, i controlli tecnici. Riguarda la tutela delle persone che ogni giorno si muovono in quei pochi metri quadrati di storia romana.

La Torre, intanto, resta lì: alta, severa, ferita e resistente. Un monumento che ha attraversato tutto — guerre, terremoti, crolli — e che ora si ricostruisce anche in nome di chi, in quel cantiere, ha perso la vita.

La città lo sa. E oggi, mentre i sigilli si allentano, prova a ripartire con lo stesso rispetto.

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