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Trump e la Corte Suprema smantellano l’istruzione Usa

- di: Marta Giannoni
 
Trump e la Corte Suprema smantellano l’istruzione Usa
Via libera ai tagli al Dipartimento dell’Istruzione: fine del sistema federale e potere agli Stati. Scuole pubbliche e università a rischio, mentre parte il piano per privatizzare tutto. È l’attacco più duro mai sferrato all’uguaglianza educativa.

Il colpo più radicale al sistema educativo dagli anni '60

Non è solo una svolta ideologica. È un terremoto istituzionale. Con la benedizione della Corte Suprema, l’amministrazione Trump ha lanciato un’offensiva senza precedenti contro il sistema federale dell’istruzione americana. Il 12 luglio 2025, con una sentenza a maggioranza conservatrice, i giudici supremi hanno dato il via libera alla possibilità per il governo di ridurre o cancellare del tutto i finanziamenti al Dipartimento dell’Istruzione.

Trump ha subito celebrato la decisione con toni trionfalistici. “È una vittoria per i genitori e gli studenti. Il governo federale ha rovinato il nostro sistema educativo. Ora lo restituiamo agli Stati e al popolo”, ha detto il presidente il 14 luglio, parlando da Mar-a-Lago.

Una sentenza che cambia tutto: il controllo torna ai singoli Stati

Secondo la sentenza firmata dalla giudice Amy Coney Barrett, il governo centrale non ha obbligo costituzionale di garantire un coordinamento nazionale in materia educativa. È un capovolgimento totale della dottrina che aveva retto per oltre mezzo secolo.

Il Dipartimento dell’Istruzione — fondato nel 1979 — rischia ora di essere smantellato pezzo per pezzo. L’amministrazione ha già annunciato il congelamento delle assunzioni, il taglio dei fondi per le scuole svantaggiate e una revisione “di merito” per migliaia di dipendenti.

La regia di Betsy DeVos: voucher, religione, concorrenza

Dietro questa manovra si intravede una visione ideologica precisa. La nuova ministra dell’Istruzione, Betsy DeVos — già titolare del dicastero nel primo mandato di Trump — ha parlato di momento “storico”. “Finalmente possiamo liberare l’educazione dalla burocrazia federale e lasciare che siano le famiglie, e non Washington, a decidere”, ha dichiarato.

Il piano prevede l’espansione massiccia dei voucher per le scuole private, la promozione delle charter schools, il sostegno a istituti confessionali, la soppressione dei programmi anti-discriminazione e l’eliminazione dei limiti all’insegnamento religioso.

Texas e Florida applaudono, California e New York si ribellano

La riforma sta già generando una frattura profonda tra gli Stati. Texas, Florida, Alabama e Oklahoma hanno annunciato l’adozione immediata del nuovo modello, con tagli alla scuola pubblica e promozione di percorsi educativi alternativi.

“Finalmente liberiamo i nostri studenti dal lavaggio del cervello progressista. Ora possiamo insegnare la verità”, ha dichiarato Ron DeSantis.

“Non permetteremo che i nostri studenti vengano abbandonati. L’istruzione pubblica è un diritto, non un favore”, ha detto Newsom da Sacramento.

 

Università in allarme: salta il sistema dei prestiti federali

Il piano Trump coinvolge anche il sistema universitario. È previsto il graduale azzeramento del Pell Grant e l’esternalizzazione del servizio pubblico di prestiti studenteschi. Le università pubbliche del Midwest, dove oltre la metà degli studenti dipende da fondi federali, sono in allarme.

Alla University of Michigan, la rettrice Santa Ono ha dichiarato: “Senza un piano alternativo di finanziamento, rischiamo di dover chiudere l’accesso a migliaia di giovani meritevoli”.

Allarme degli educatori: “È un attacco politico e sociale”

Le associazioni di insegnanti parlano apertamente di distruzione programmata. Randi Weingarten, presidente dell’American Federation of Teachers, ha definito la decisione “un sabotaggio deliberato del diritto all’istruzione”.

Secondo gli esperti, i tagli colpiranno soprattutto le comunità nere, latine, indigene e rurali, già svantaggiate nell’accesso scolastico.

La storica dell’educazione Diane Ravitch ha scritto: “Questo non è federalismo. È abbandono. Il governo sta ritirando la sua mano proprio dove serviva di più”.

Un’America educativa a due velocità

Si profila una vera frattura sistemica: Stati progressisti che difendono l’istruzione pubblica, Stati conservatori che puntano sulla privatizzazione estrema, con contenuti scolastici ideologici e religiosi.

Nasce così un’istruzione a due velocità: inclusiva e laica in California, elitista e confessionale in Alabama.

Strategia elettorale o visione di lungo periodo?

A meno di quattro mesi dalle elezioni presidenziali, Trump rafforza l’asse con l’elettorato evangelico e libertario. Ma l’effetto della riforma durerà ben oltre il 2025. Con una Corte Suprema saldamente conservatrice, anche una futura presidenza democratica avrà margini limitati per intervenire.

Una riforma che disfa l’idea stessa di nazione

Trump e la Corte Suprema colpiscono al cuore del patto fondativo americano: l’idea che ogni bambino, ovunque nasca, debba avere diritto a un’istruzione di qualità.

Con la fine del sistema federale, si chiude una stagione iniziata con Lyndon Johnson e arrivata fino a Obama. Il nuovo modello educativo sarà una lotteria sociale: conteranno la ricchezza familiare, il luogo di nascita e l’ideologia dei legislatori statali. Una visione che chiama “libertà” ciò che somiglia molto all’abbandono.

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