Trump rivendica la tregua: "Ho fermato la guerra". Netanyahu avverte: “Nessun nucleare per l’Iran”
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Dopo un'escalation durata settimane e culminata con attacchi militari che hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso, la tregua tra Iran e Israele sembra reggere. Un fragile silenzio ha preso il posto del rumore delle sirene e delle esplosioni. E mentre le diplomazie internazionali lavorano sottotraccia per consolidare la pausa nelle ostilità, il protagonista della giornata è ancora una volta Donald Trump. Il presidente americano ha dichiarato di essere stato lui a impedire un conflitto su larga scala: “Sono onorato di aver fermato la guerra”, ha affermato in una conferenza stampa convocata d’urgenza nella notte. Secondo la sua ricostruzione, sarebbe stato lui a telefonare direttamente al premier israeliano Benjamin Netanyahu per intimargli di non lanciare nuovi attacchi: “Non bombardate!”.
Trump rivendica la tregua: "Ho fermato la guerra". Netanyahu avverte: “Nessun nucleare per l’Iran”
Nelle stesse ore, Trump ha anche rivelato di aver ricevuto una telefonata da Vladimir Putin, nella quale il leader russo gli avrebbe chiesto se avesse bisogno di aiuto per gestire la crisi. Un dettaglio che conferma quanto il Cremlino osservi con attenzione gli sviluppi in Medio Oriente, pur senza sbilanciarsi. Il portavoce del ministero degli Esteri russo ha infatti definito “poco chiaro” il quadro attuale, invitando tutte le parti a una maggiore prudenza. Pechino si è espressa sulla stessa linea, chiedendo “una soluzione politica immediata”. In un contesto già carico di tensioni, Trump ha rilanciato anche sul fronte mediatico, postando un video musicale ironico con la canzone “Bomb bomb Iran”, suscitando un’onda di polemiche. Tuttavia, ha rivendicato il successo dell’operazione militare con cui – a suo dire – “i siti nucleari iraniani sono stati completamente distrutti”, definendola “una delle azioni più efficaci della storia recente”.
Teheran risponde: avanti con il nucleare, ma si negozia
Sul fronte opposto, la risposta iraniana è giunta con fermezza, ma senza chiudere del tutto la porta al dialogo. Il neoeletto presidente Masoud Pezeshkian ha dichiarato che l’Iran è pronto a negoziare, ma non accetterà imposizioni unilaterali: “Dialogo sì, ma nel rispetto della nostra sovranità”, ha detto in un’intervista trasmessa dalla TV di Stato. Parole che lasciano aperto uno spiraglio, pur tra molte incognite. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha ribadito che Teheran non rinuncerà alla tecnologia nucleare, considerata strategica per l’indipendenza del Paese. “Non abbandoneremo il nostro programma, ma siamo pronti a dimostrare trasparenza se ci saranno garanzie”, ha spiegato in una conferenza stampa. L’intenzione dell’Iran è quindi quella di proseguire sul fronte tecnologico, ma senza sfidare apertamente la comunità internazionale, almeno nel breve periodo.
Israele vigila e rilancia il tema nucleare
Dal canto suo, il premier israeliano Netanyahu non ha modificato la propria posizione: “Teheran non avrà l’arma nucleare, costi quel che costi”, ha ribadito in un discorso alla Knesset. Una dichiarazione che conferma l’intenzione dello Stato ebraico di continuare a monitorare da vicino ogni sviluppo tecnico e politico in Iran. Non è un mistero che i servizi di intelligence israeliani stiano già lavorando per verificare i danni effettivi inflitti ai presunti impianti nucleari iraniani durante l’ultimo raid. Alcune fonti militari parlano di risultati “ampiamente soddisfacenti”, ma il quadro resta incerto. Nel frattempo, l’esercito israeliano mantiene l’allerta al massimo livello, soprattutto nei pressi dei confini nordorientali.
Qatar avverte: “Non approfittare della tregua per colpire Gaza”
Nel mezzo di questa partita a scacchi globale, si inserisce l’intervento del Qatar, che ha lanciato un monito diretto a Israele affinché la tregua con l’Iran non diventi un pretesto per intensificare le operazioni militari nella Striscia di Gaza. “Non si approfitti del cessate il fuoco per colpire i civili palestinesi”, ha dichiarato il ministro degli Esteri qatariota in un comunicato diffuso nella notte. Una presa di posizione netta, che riflette la crescente preoccupazione per le possibili ripercussioni regionali dell’attuale crisi.
La reazione dei mercati e il clima internazionale
In parallelo con le dichiarazioni politiche, i mercati finanziari sembrano aver accolto con sollievo la tregua tra Israele e Iran. Le principali borse europee e asiatiche hanno registrato significativi rialzi, mentre il prezzo del petrolio ha subìto un lieve calo, segno che gli operatori ritengono scongiurato – almeno per ora – il rischio di un conflitto che avrebbe potuto incendiare l’intera regione. Resta però l’incertezza su come evolveranno i negoziati, se e quando riprenderanno i colloqui sul nucleare iraniano e quale sarà il ruolo degli Stati Uniti nel nuovo scenario geopolitico. Intanto, le cancellerie internazionali osservano con attenzione ogni mossa di Washington, Tel Aviv e Teheran, in un equilibrio precario che potrebbe rompersi da un momento all’altro.