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Trump rinvia al 7 agosto l’entrata in vigore dei nuovi dazi: colpiti Ue, Canada e Brasile

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Trump rinvia al 7 agosto l’entrata in vigore dei nuovi dazi: colpiti Ue, Canada e Brasile

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un nuovo ordine esecutivo che sposta al 7 agosto la data di entrata in vigore del pacchetto di tariffe doganali destinate a colpire decine di Paesi in tutto il mondo. La misura, che prevede dazi oscillanti tra l’11% e il 41%, era stata annunciata già a luglio ma la Casa Bianca ha deciso di rinviare di una settimana l’avvio per consentire alle autorità di frontiera e alla dogana di prepararsi al cambio di regime. La scelta è stata presentata ufficialmente come un atto di pragmatismo amministrativo, ma dietro si nasconde anche la volontà politica di concedere all’Unione europea e ad alcuni partner strategici un margine negoziale per ottenere esenzioni parziali.

Trump rinvia al 7 agosto l’entrata in vigore dei nuovi dazi: colpiti Ue, Canada e Brasile

La tariffa più pesante è stata confermata nei confronti della Siria, dove il livello dei dazi toccherà il 41%, mentre per il Brasile si arriva addirittura al 50%, con l’intento di frenare le importazioni agricole e industriali considerate dannose per la produzione americana. Il colpo più doloroso, sul piano diplomatico, riguarda però il Canada: Ottawa dovrà fare i conti con tariffe comprese fra il 25% e il 35%, un nuovo capitolo nella lunga e difficile relazione commerciale con Washington.

L’Europa tra minacce e compromessi
Per Bruxelles la Casa Bianca ha confermato un’imposta generalizzata del 15%. La Commissione europea aveva temuto, fino a due settimane fa, un dazio del 30% su tutti i prodotti esportati verso gli Stati Uniti. La scelta di fermarsi al 15% viene letta come un compromesso che lascia aperta la strada al dialogo. L’obiettivo dichiarato di Bruxelles è ora quello di negoziare esenzioni sul maggior numero possibile di beni, puntando in particolare su farmaci, prodotti alcolici, e soprattutto sulle quote relative a due settori strategici come acciaio e alluminio.

Il nuovo pacchetto tariffario, dunque, appare come una misura a doppio taglio: da un lato gli Stati Uniti alzano la posta nel commercio globale, dall’altro non chiudono del tutto la porta agli alleati storici. Per questo le cancellerie europee, pur reagendo con irritazione, hanno preferito mantenere toni misurati in attesa di capire se la fase negoziale offrirà spiragli concreti.

Gli effetti attesi sul mercato globale
L’annuncio ha avuto immediati riflessi sui mercati finanziari. Le Borse asiatiche hanno registrato cali significativi, mentre Wall Street ha reagito con cautela, bilanciando l’impatto potenziale dei dazi con i risultati record di alcune grandi aziende tecnologiche. Amazon e Apple hanno infatti diffuso dati trimestrali che mostrano profitti in crescita, dimostrando di saper reggere nonostante le tensioni commerciali.

Secondo gli analisti, l’entrata in vigore delle nuove tariffe il 7 agosto avrà conseguenze differenziate. Per i Paesi emergenti, come il Brasile, potrebbe trattarsi di un colpo durissimo, soprattutto nei settori agroalimentare e minerario. Per l’Unione europea e per partner come Giappone e Corea del Sud, entrambi colpiti da un 15% generalizzato, l’impatto sarà più contenuto, ma comunque significativo in settori come l’automotive e l’elettronica.

I “vincitori” e i “vinti” della partita commerciale
La Casa Bianca punta a rafforzare la propria posizione in vista delle elezioni, rivendicando la difesa dell’industria nazionale e la riduzione della dipendenza dalle importazioni. Tuttavia, se alcuni comparti americani – come la siderurgia e l’alluminio – potrebbero trarre beneficio da una protezione più forte, altri rischiano rincari nelle materie prime e pressioni inflazionistiche.

Per questo gli osservatori parlano di “vincitori” e “vinti” in un quadro molto complesso. Da un lato, settori come la difesa, l’acciaio e parte dell’agroindustria americana. Dall’altro, consumatori e aziende che si troveranno a pagare di più prodotti di largo consumo. Il rischio, sottolineano diversi economisti, è che le nuove tariffe si traducano in un aumento dei prezzi al dettaglio, con ripercussioni dirette sul potere d’acquisto delle famiglie statunitensi.

La partita resta aperta e si giocherà nei prossimi giorni sui tavoli diplomatici. Se l’Unione europea riuscirà a ottenere esenzioni mirate, il conflitto commerciale potrà attenuarsi. In caso contrario, dal 7 agosto il mondo entrerà in una nuova fase della guerra dei dazi lanciata dal presidente Trump, con conseguenze difficili da prevedere ma destinate a incidere sul commercio globale e sugli equilibri geopolitici.

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