Tensioni Usa-Russia a Riad, l’Europa divisa sulle truppe in Ucraina
- di: Jole Rosati

Mosca rifiuta concessioni territoriali, Macron spinge per un piano comune. Dubbi di Meloni sulla strategia Ue. Zelensky in Turchia per nuovi negoziati.
Il confronto diplomatico tra Stati Uniti e Russia si sposta oggi a Riad, in un incontro che potrebbe segnare una svolta nei rapporti tra le due superpotenze riguardo alla guerra in Ucraina. Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov guiderà la delegazione del Cremlino, mentre per gli Stati Uniti sarà presente il Segretario di Stato Marco Rubio.
Sul tavolo delle discussioni vi è la possibilità di un cessate il fuoco e l’avvio di negoziati di pace, ma Mosca ha già chiarito di non essere disposta a fare alcuna concessione territoriale. L’intransigenza del Cremlino complica il quadro diplomatico e mette in difficoltà gli sforzi occidentali per trovare una via d’uscita dal conflitto.
Mosca detta le condizioni: nessuna concessione sui territori occupati
Sin dall’inizio del conflitto, il presidente russo Vladimir Putin ha imposto una linea dura, sostenendo che le regioni annesse – Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson – fanno ora parte integrante della Federazione Russa. Questa posizione è stata ribadita ieri dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov: “Non ci sarà alcuna discussione su concessioni territoriali. La Russia difenderà i suoi interessi con ogni mezzo”.
Anche il ministro degli Esteri Lavrov ha rincarato la dose, dichiarando in un’intervista a Russia Today: “Gli Stati Uniti devono smettere di armare l’Ucraina se vogliono un vero dialogo di pace”. Mosca, dunque, punta a utilizzare i negoziati come strumento di pressione per ottenere una riduzione del supporto militare occidentale a Kiev.
L’Europa spaccata sull’invio di truppe
Mentre a Riad si cerca un fragile equilibrio diplomatico, in Europa il dibattito sulla guerra in Ucraina si fa sempre più acceso. Il vertice informale convocato ieri a Parigi dal presidente francese Emmanuel Macron ha rivelato profonde divisioni tra i leader europei sulla possibilità di un coinvolgimento militare diretto.
Macron ha sottolineato la necessità di un rafforzamento della difesa comune europea e ha chiesto maggiori investimenti per la sicurezza del continente. “Gli europei dovranno investire meglio, di più e insieme per la loro sicurezza e difesa, oggi e in futuro”, ha scritto in un post su X dopo l’incontro.
Tuttavia, il presidente francese ha anche lasciato intendere che l’Europa non può più permettersi di dipendere dagli Stati Uniti per la propria sicurezza, un tema che diventa sempre più centrale con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il presidente Usa, infatti, ha più volte criticato gli alleati europei per la loro scarsa spesa militare, minacciando di ridurre il sostegno alla NATO.
La proposta di Macron di valutare l’invio di truppe europee in Ucraina ha però incontrato una netta opposizione da parte di Germania, Spagna e Italia. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha dichiarato che Berlino non sosterrà alcuna missione militare europea sul campo: “L’Europa deve sostenere l’Ucraina con mezzi diplomatici ed economici, ma l’invio di truppe sarebbe una pericolosa escalation”.
Anche il governo italiano ha manifestato riserve. La premier Giorgia Meloni ha espresso cautela, sottolineando che qualsiasi decisione sull’invio di truppe deve essere valutata attentamente: “L’Italia sostiene l’Ucraina, ma non possiamo agire senza una strategia chiara e condivisa”, ha detto ai giornalisti dopo il vertice di Parigi.
Zelensky cerca alleati tra Turchia e Arabia Saudita
Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è impegnato in una serie di incontri diplomatici cruciali per garantire il sostegno internazionale al suo paese. Oggi sarà in Turchia per un colloquio con il presidente Recep Tayyip Erdoğan, mentre domani si recherà in Arabia Saudita per partecipare ai colloqui con le delegazioni internazionali.
L’obiettivo di Zelensky è duplice: da un lato, assicurarsi nuove forniture di armi e finanziamenti per l’esercito ucraino, dall’altro, rafforzare il blocco navale nel Mar Nero con l’aiuto della Turchia. Ankara, infatti, gioca un ruolo chiave nel controllo del traffico marittimo tra il Mar Nero e il Mediterraneo, e Kiev spera di ottenere un maggiore supporto turco per limitare i rifornimenti russi.
Secondo fonti diplomatiche, Erdoğan potrebbe mediare tra Ucraina e Russia per riaprire i negoziati su un nuovo accordo sul grano, simile a quello raggiunto nel 2022 con la mediazione delle Nazioni Unite.
Mosca attacca Mattarella: nuove tensioni con l’Italia
Mentre la diplomazia internazionale è in fermento, il Cremlino ha lanciato un nuovo attacco verbale all’Italia. Dopo che il presidente Sergio Mattarella ha paragonato l’invasione russa dell’Ucraina alle strategie del Terzo Reich, Mosca ha reagito con durezza, accusando il capo dello Stato italiano di retorica ostile.
In un comunicato ufficiale, il ministero degli Esteri russo ha definito le parole di Mattarella “provocatorie e inaccettabili”, avvertendo che “l’Italia dovrà affrontare le conseguenze di queste dichiarazioni”.
Il governo italiano ha evitato di rispondere direttamente, ma fonti di Palazzo Chigi hanno fatto sapere che l’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina con aiuti economici e militari, indipendentemente dalle minacce del Cremlino.
Quale futuro per il conflitto?
Mentre i colloqui di Riad potrebbero aprire nuove prospettive di dialogo, le posizioni restano distanti e il rischio di una nuova escalation è concreto. Il sostegno militare occidentale a Kiev continua, ma l’Europa fatica a trovare una strategia comune,
Nei prossimi giorni sarà chiaro se il vertice di Riad avrà prodotto risultati concreti o se la guerra in Ucraina continuerà senza una via d’uscita.