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Unicredit alla conquista tedesca: restituzione, plusvalenze e scontri

- di: Jole Rosati
 
Unicredit alla conquista tedesca: restituzione, plusvalenze e scontri
Unicredit alla conquista tedesca: restituzione, plusvalenze e scontri
Tra tribunali, cortei finanziari e strategie da filibustieri: cosa cambia per i soci, Berlino, e il futuro di Commerzbank.
 
(Foto: Bettina Orlopp, Ceo di Commerzbank).

Un boomerang da 2,3 miliardi: cosa ha deciso Francoforte

Un tribunale amministrativo di Francoforte ha dato ragione a un gruppo di banche – tra cui UniCredit, Deutsche Bank e DZ Bank – ordinando la restituzione di circa 2,3 miliardi di euro provenienti da un’imposizione straordinaria creata durante la crisi finanziaria del 2008.

Secondo i giudici, la requisizione di quei fondi non rispettava i canoni costituzionali tedeschi relativi alle imposte straordinarie, in particolare per quanto riguarda criteri di proporzionalità ed equità.

Per UniCredit, che opera sul mercato tedesco tramite HypoVereinsbank, questa sentenza potrebbe tradursi in un guadagno non previsto, se confermata in appello.

Commerzbank: risultati da urlo e strategia difensiva

Commerzbank, sotto la guida della Ceo Bettina Orlopp, ha messo a segno numeri importanti:

  • Utili netti 2024 a 2,68 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2023.
  • Ricavi consolidati in rialzo, trainati anche dall’attività corporate.
  • Programma di buyback da circa 1 miliardo di euro nel 2024, tra tranche iniziali e successive.
  • Proposto un dividendo per azione di 0,65 euro, quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente.

Orcel alza la posta: vendita possibile anche fuori UE

Andrea Orcel, Ceo di UniCredit, ha dichiarato il 13 settembre 2025 alla “Frankfurter Allgemeine Zeitung” che “se arrivasse una proposta appetibile, UniCredit non esclude di vendere la sua partecipazione in Commerzbank anche a una banca non europea”. L’unico vincolo, ha sottolineato, è che l’offerta sia conveniente per gli azionisti.

Il messaggio è chiaro: pur continuando a sostenere l’idea di un’integrazione europea, Orcel indica che il mercato e i rendimenti potrebbero portare altrove se le condizioni lo richiedessero.

Berlino resiste… per ora

Il governo tedesco, attraverso il ministro delle Finanze Lars Klingbeil, ha ribadito che “Commerzbank deve restare indipendente e non intendiamo favorire acquisizioni ostili, soprattutto da parte di entità esterne all’Europa”.

Intanto la nuova strategia di Orlopp punta a utili in crescita, costi sotto controllo e una distribuzione generosa agli azionisti: elementi che rafforzano la difesa della banca di Francoforte.

Implicazioni per Unicredit e per gli investitori

L’operazione è un crocevia di rischi e opportunità:

  • Valore dell’investimento: Commerzbank è oggi molto più preziosa, grazie a utili, dividendi e buyback.
  • Plusvalenze potenziali: Unicredit ha in mano un asset che potrebbe essere monetizzato a condizioni molto favorevoli.
  • Rischio politico e regolatorio: Berlino non intende cedere il controllo, e il tema è sotto la lente di opinione pubblica e regolatori.
  • Scenario normativo: la vicenda del fondo del 2008 mostra quanto i precedenti legali possano influenzare il futuro delle banche.

Prospettive: scenari probabili da qui a breve

Ecco i possibili esiti della partita:

  • Accordo europeo: difficile ma non impossibile, potrebbe rafforzare Commerzbank e il consolidamento bancario continentale.
  • Vendita a soggetto non UE: meno probabile, ma ammessa da Orcel se l’offerta fosse superiore alle aspettative.
  • Rimborso dei fondi: probabile, con impatti positivi sui bilanci delle banche coinvolte.
  • Resistenza tedesca: molto probabile, con possibili compromessi e vincoli di governance.

Una partita europea dal sapore antico

Non si tratta solo di finanza: è una sfida che tocca la sovranità nazionale, la governance bancaria e l’apertura ai capitali internazionali. UniCredit ha mosso una pedina potente, ma Berlino non intende cedere facilmente.

Gli investitori osservano da vicino: i guadagni già realizzati possono diventare straordinari, ma solo se il contesto politico e giuridico non innalzerà barriere insormontabili.

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