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Università, nel 2025 la detrazione resta al 19%

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Università, nel 2025 la detrazione resta al 19%
Università, nel 2025 la detrazione resta al 19% – Tasse universitarie e limiti MUR

Un aiuto per famiglie e studenti

Pagare le tasse universitarie continua a essere una delle voci più gravose per migliaia di famiglie italiane. Dalla prima immatricolazione fino ai master e ai dottorati, il percorso di studi ha un costo crescente che spesso mette in difficoltà i bilanci domestici. Per questo la conferma, anche nella dichiarazione dei redditi 2025, della detrazione del 19 per cento sulle spese universitarie rappresenta un aiuto concreto, capace di alleggerire almeno in parte il peso economico della formazione.

Pubbliche e private: due regole diverse

La misura riguarda tanto le tasse di iscrizione quanto i contributi obbligatori e si estende anche ai corsi post-laurea. Chi sceglie un ateneo pubblico gode di una regola semplice e vantaggiosa: tutto ciò che si paga può essere portato in detrazione, senza alcun limite massimo. Diversa è la situazione di chi opta per un’università privata o telematica. In questo caso l’agevolazione non scompare, ma viene vincolata a tetti prefissati dal ministero dell’Università, che differenzia le soglie non soltanto in base alla disciplina di studio ma anche all’area geografica dell’ateneo.

I limiti stabiliti dal MUR

Così, ad esempio, uno studente di Medicina al Nord potrà detrarre spese fino a 3.900 euro, mentre al Centro la soglia si ferma a 3.100 e al Sud e nelle Isole a 2.900. Per le discipline scientifico-tecnologiche il massimale è leggermente più basso, intorno ai 3.700 euro al Nord, e si riduce ulteriormente scendendo verso Sud. Chi studia in facoltà umanistiche o sociali trova un tetto ancora più contenuto, 3.200 euro al Nord e poco sopra i 2.500 al Sud. I master e i dottorati seguono invece le regole dei corsi di area medica, con i medesimi massimali. Significa che la detrazione del 19 per cento si applica solo entro quelle soglie e che, oltre, la spesa resta interamente a carico della famiglia.

A chi spetta la detrazione

Il beneficio spetta non soltanto allo studente che sostiene i costi ma anche ai genitori se il figlio è fiscalmente a carico. La detrazione è riconosciuta in misura piena fino a 120 mila euro di reddito complessivo; sopra quella soglia decresce progressivamente fino ad azzerarsi a quota 240 mila. Anche in questo caso l’intento del legislatore è stato quello di calibrare l’agevolazione in base alla capacità contributiva, privilegiando i redditi medio-bassi.

Cosa è ammesso e cosa no

Non tutte le spese, però, sono ammesse. Rientrano quelle legate alle tasse e ai contributi universitari, compresi i test di accesso, i corsi post-laurea, gli istituti tecnici superiori e i conservatori equiparati. Restano invece fuori le spese di vitto e alloggio, i libri, i trasporti e i costi legati al riconoscimento dei titoli esteri. Una distinzione netta, che conferma la volontà di sostenere la formazione vera e propria senza estendere il beneficio a voci considerate accessorie.

Le regole per il 730/2025

Per ottenere il vantaggio fiscale occorre compilare il modello 730/2025 nel quadro E, indicando le spese universitarie nei righi appositi con il codice previsto. I pagamenti devono essere tracciabili: bonifico, carta o sistemi elettronici come PagoPA. È necessario conservare ricevute, quietanze e certificazioni dell’ateneo. Solo così, in caso di controlli, si potrà dimostrare l’effettivo diritto al rimborso.

Quanto si può risparmiare

L’impatto economico di questa misura non è trascurabile. Una famiglia con un figlio iscritto a Medicina in un ateneo del Nord, ad esempio, può arrivare a risparmiare fino a 741 euro, il 19 per cento dei 3.900 euro riconosciuti come massimale. Non si tratta di cifre capaci di cambiare radicalmente i bilanci, ma di un sostegno che in tempi di inflazione ancora percepita come alta e di consumi stagnanti diventa significativo.

Un segnale politico e sociale

C’è anche un valore politico in questa scelta. Confermare la detrazione universitaria significa ribadire che la formazione resta un bene da incentivare, nonostante i vincoli di bilancio e la necessità di contenere la spesa pubblica. È un modo per sostenere non solo gli studenti, ma anche le famiglie che investono sul futuro dei propri figli, e al tempo stesso per dare un segnale di continuità in un Paese che fatica a ripartire.

L’impatto sulla crescita

In un’Italia dove i consumi restano bloccati e la crescita economica viaggia a passo lento, la possibilità di recuperare una parte dei costi legati allo studio universitario diventa un messaggio di fiducia. Non basta a risolvere le disuguaglianze tra chi può permettersi atenei privati costosi e chi fatica anche solo a pagare le tasse in un’università pubblica. Ma rappresenta pur sempre un sostegno concreto, che aiuta a tenere aperto l’accesso alla formazione superiore e a rendere meno gravoso il cammino di studenti e famiglie.

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