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Università: aumentano le immatricolazioni, economia e medicina tra le facoltà più scelte

- di: Giulia Caiola
 
Università: aumentano le immatricolazioni, economia e medicina tra le facoltà più scelte

Nel panorama universitario italiano, l'anno accademico 2024/2025 registra un incremento delle immatricolazioni del 5,7% rispetto all'anno precedente, con un totale di 338.893 nuovi studenti contro i 320.434 dell'anno accademico 2023/2024. Questo trend positivo emerge dall'ultimo report del Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR), che evidenzia le dinamiche di scelta degli studenti e le evoluzioni nei percorsi formativi. L'aumento delle iscrizioni si inserisce in un contesto di crescente attenzione alla formazione universitaria, con un ruolo sempre più rilevante delle competenze specialistiche richieste dal mercato del lavoro.

Università: aumentano le immatricolazioni, economia e medicina tra le facoltà più scelte

L’analisi ministeriale conferma la predominanza di alcune discipline. In testa si colloca Economia, che attrae il 15,2% delle matricole, seguita dall’area medico-sanitaria e farmaceutica con il 12,3%. Ingegneria industriale e dell’informazione rappresenta il 12,2% delle nuove iscrizioni, mentre le discipline scientifiche si attestano al 10%. L’interesse per queste aree risponde a una domanda sempre più elevata di professionisti con competenze in analisi economica, gestione sanitaria e sviluppo tecnologico.

All’opposto, i corsi di laurea che raccolgono il minor numero di immatricolazioni sono quelli in Agraria, Scienze forestali e Veterinaria (2%), oltre a Informatica e Tecnologie ICT, che si fermano al 2,9%. Un dato significativo, considerando la crescente richiesta di professionisti qualificati nel settore tecnologico. La scarsa attrattività delle discipline agrarie potrebbe essere collegata a una percezione limitata delle opportunità di carriera nel settore agroalimentare, nonostante il crescente peso dell’innovazione tecnologica in ambito agricolo.

Nonostante il crescente interesse per le discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), solo il 28,6% delle nuove immatricolazioni riguarda questi ambiti, in calo rispetto al 29,5% dell’anno precedente. Tra le donne, la percentuale scende al 19,8%, segnalando una persistente disparità di genere nelle scelte universitarie. La ridotta presenza femminile nei settori tecnici e scientifici rappresenta una sfida che richiede un maggiore impegno in termini di orientamento scolastico e politiche di incentivazione.

Università e mercato del lavoro
Una delle questioni chiave che emerge è la relazione tra il percorso universitario e le prospettive professionali. Se da un lato i corsi di laurea devono fornire competenze spendibili nel mercato del lavoro, dall’altro l’istruzione terziaria ha la funzione di sviluppare il pensiero critico e la capacità di adattamento. Il cambiamento delle dinamiche lavorative, caratterizzato da un’evoluzione rapida delle competenze richieste, rende essenziale una formazione flessibile, in grado di adattarsi alle trasformazioni del settore produttivo.

Il sistema accademico italiano dovrà affrontare diverse sfide: il bilanciamento tra domanda e offerta formativa, il rafforzamento dell’orientamento scolastico e la riduzione del mismatch tra competenze e mercato del lavoro. La crescita delle immatricolazioni indica un interesse crescente per la formazione universitaria, ma occorrerà un ulteriore sforzo per garantire percorsi adeguati alle esigenze del futuro. La collaborazione tra università e imprese, attraverso tirocini, stage e programmi di formazione integrati, potrà favorire un collegamento più diretto tra istruzione e occupazione.

Le sfide per il futuro del sistema accademico
Il prossimo decennio sarà cruciale per il sistema universitario italiano. Da un lato, sarà necessario rafforzare l’attrattività delle facoltà meno scelte, promuovendo un’offerta formativa più allineata alle esigenze del mercato. Dall’altro, occorrerà intervenire sul fenomeno dell’abbandono universitario, ancora troppo elevato in molte aree del Paese.

Un aspetto fondamentale sarà l’innovazione nei metodi didattici: l’introduzione di strumenti digitali e percorsi di apprendimento personalizzati potranno migliorare l’esperienza accademica degli studenti, riducendo il gap tra teoria e pratica. L’adozione di modelli educativi più flessibili, che prevedano la possibilità di formazione continua e aggiornamento professionale, potrà rappresentare una chiave per garantire un’integrazione efficace tra studio e lavoro.

Infine, la competitività del sistema universitario italiano dipenderà anche dalla sua capacità di attrarre studenti internazionali. Un maggiore investimento nella promozione all’estero, unitamente a un’offerta formativa in lingua inglese e a programmi di scambio sempre più strutturati, potrà rendere l’Italia una destinazione più ambita per la formazione superiore a livello globale.

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