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Università in rivolta: Harvard e Columbia sfidano l’autoritarismo di Trump

- di: Jole Rosati
 
Università in rivolta: Harvard e Columbia sfidano l’autoritarismo di Trump
Tagli miliardari, minacce fiscali e deportazioni: l’accademia americana resiste all’offensiva ideologica della Casa Bianca.
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Negli Stati Uniti le università di élite si trovano al centro di una tempesta politica senza precedenti. Harvard e Columbia guidano la resistenza contro le pressioni dell’amministrazione Trump, che mira a ridefinire l’autonomia accademica attraverso tagli ai finanziamenti, minacce fiscali e interventi diretti nella gestione interna degli atenei.

Harvard: una sfida da 2,3 miliardi di dollari
Il 14 aprile 2025 l’amministrazione Trump ha congelato 2,3 miliardi di dollari in finanziamenti federali destinati ad Harvard, in risposta al rifiuto dell’università di conformarsi a richieste governative che includevano la rimozione di programmi di diversità, equità e inclusione (DEI), la revisione delle ammissioni per eliminare preferenze razziali e la cooperazione con le autorità migratorie per monitorare studenti stranieri. Il presidente Alan Garber ha definito tali richieste come "affermazioni di potere senza precedenti, scollegate dalla legge" e ha ribadito l’impegno di Harvard a mantenere la propria indipendenza e i diritti costituzionali .
In risposta al congelamento dei fondi, Harvard sta considerando di ricorrere a prestiti per coprire il deficit e ha avviato azioni legali contro il governo, sostenendo che le richieste violano la libertà accademica e i diritti civili.

Columbia: un cambio di rotta
Dopo aver inizialmente accettato alcune richieste dell’amministrazione Trump, tra cui l’aumento della sorveglianza nei campus e la sospensione di studenti coinvolti in proteste pro-palestinesi, la Columbia University ha cambiato posizione. Il 15 aprile, la presidente ad interim Claire Shipman ha dichiarato che l’università "respingerebbe qualsiasi accordo che richieda di rinunciare alla nostra indipendenza e autonomia come istituzione educativa" .
Questo cambio di rotta è avvenuto dopo che l’amministrazione aveva già congelato 400 milioni di dollari in finanziamenti federali destinati a Columbia, accusando l’università di non affrontare adeguatamente l’antisemitismo e di non conformarsi alle direttive federali.

Un attacco coordinato all’autonomia accademica
L’offensiva dell’amministrazione Trump non si limita ad Harvard e Columbia. Altre università, tra cui Princeton, Cornell e la University of Pennsylvania, sono state oggetto di indagini federali e minacce di tagli ai finanziamenti per presunte violazioni delle leggi sui diritti civili e per non aver affrontato adeguatamente l’antisemitismo nei campus.
Inoltre, l’amministrazione ha revocato oltre 300 visti a studenti stranieri coinvolti in proteste pro-palestinesi, utilizzando tecnologie di sorveglianza per monitorare le attività online degli studenti e identificare coloro che esprimono opinioni critiche nei confronti di Israele.

Reazioni e implicazioni future
Le azioni dell’amministrazione Trump hanno suscitato una vasta gamma di reazioni. Mentre alcuni sostengono che le misure siano necessarie per combattere l’antisemitismo e promuovere la diversità ideologica, molti altri vedono in queste azioni un attacco diretto alla libertà accademica e un tentativo di politicizzare l’istruzione superiore.
Organizzazioni accademiche, tra cui l’American Association of University Professors, hanno denunciato le misure come una minaccia all’autonomia delle istituzioni educative e hanno avviato azioni legali per contrastare le politiche dell’amministrazione .
Il confronto tra le università e l’amministrazione Trump rappresenta un momento cruciale per il futuro dell’istruzione superiore negli Stati Uniti, sollevando questioni fondamentali sulla separazione dei poteri, la libertà di espressione e il ruolo delle istituzioni educative in una democrazia.

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