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Vendite al dettaglio, Istat: a giugno crescita dello 0,6%

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Vendite al dettaglio, Istat: a giugno crescita dello 0,6%

Il mese di giugno 2025 segna un piccolo ma significativo segnale di ripresa per il commercio al dettaglio italiano. Secondo i dati diffusi dall’Istat, le vendite hanno registrato un incremento congiunturale dello 0,6% in valore e dello 0,4% in volume rispetto al mese precedente. A trainare la crescita è stato il comparto alimentare, che ha visto un aumento dell’1,4% in valore e dell’1,1% in volume. Una dinamica che ha consentito di compensare la sostanziale stazionarietà dei beni non alimentari, rimasti pressoché invariati rispetto a maggio.

Vendite al dettaglio, Istat: a giugno crescita dello 0,6%

Si tratta di un risultato che, seppur contenuto, rappresenta un segnale positivo in un contesto economico caratterizzato ancora da incertezze e da un potere d’acquisto delle famiglie non sempre stabile. L’alimentare si conferma il motore della spesa delle famiglie, mentre gli altri settori merceologici faticano a recuperare terreno.

Il bilancio del secondo trimestre

La fotografia appare simile se si guarda al quadro complessivo del secondo trimestre dell’anno. Rispetto ai tre mesi precedenti, le vendite al dettaglio crescono dello 0,6% in valore e dello 0,2% in volume. Anche in questo caso, il merito è soprattutto delle vendite alimentari, salite dell’1,3% in valore e dello 0,4% in volume. Il comparto non alimentare, invece, mostra una quasi totale stagnazione, con un lieve +0,1% in valore e addirittura una flessione dello 0,1% in volume.

Il dato conferma la tendenza in atto da mesi: gli italiani, pur riducendo in parte le quantità acquistate, destinano una quota crescente del loro budget al cibo, mentre per abbigliamento, arredamento o prodotti non essenziali prevale ancora una certa cautela.

Il confronto con un anno fa


Su base tendenziale, cioè rispetto a giugno 2024, il quadro appare più sfumato. Nel complesso le vendite aumentano dell’1,0% in valore, ma registrano un calo dello 0,7% in volume. Questo significa che gli italiani spendono di più, ma acquistano meno prodotti, segno evidente dell’effetto dell’inflazione che spinge i prezzi verso l’alto.

Nel dettaglio, i beni alimentari mostrano una crescita del 2,8% in valore ma una flessione dello 0,3% in volume, a testimonianza di come i rincari abbiano inciso sulla quantità effettivamente acquistata. Ancora più evidente la debolezza dei beni non alimentari, in calo dello 0,3% in valore e dello 0,9% in volume.

I settori più dinamici e quelli in difficoltà

All’interno del comparto non alimentare si osservano andamenti molto diversi tra i vari gruppi di prodotti. Crescono con forza i prodotti di profumeria e cura della persona (+3,7%) e gli elettrodomestici, insieme a radio, televisori e registratori (+3,5%). Si tratta di beni che intercettano tendenze di consumo specifiche: da un lato l’attenzione sempre maggiore alla cura di sé, dall’altro la domanda di apparecchi tecnologici che accompagnano la vita quotidiana.

All’opposto, i settori più colpiti risultano l’abbigliamento e la pellicceria, che perdono il 3,4%, e i mobili e articoli tessili per la casa, in flessione del 2,9%. Un segnale che conferma la prudenza delle famiglie italiane negli acquisti di beni durevoli o percepiti come non indispensabili.

Grande distribuzione ed e‑commerce in crescita


Il dato Istat evidenzia un altro aspetto cruciale: non tutti i canali di vendita si muovono nella stessa direzione. Rispetto a un anno fa, crescono in maniera marcata sia la grande distribuzione, che mette a segno un +3,4%, sia il commercio elettronico, salito del 4,1%. Al contrario, soffrono le piccole superfici, con un calo dell’1,7%, e le vendite fuori dai negozi, scese dell’1,9%.

Il successo della grande distribuzione si spiega con l’ampiezza dell’offerta e la capacità di contenere i prezzi grazie alle economie di scala, mentre l’e‑commerce continua ad attrarre per la comodità e la varietà delle proposte. Il dato più sorprendente riguarda i discount alimentari, che hanno registrato un aumento del 4,7% a giugno e del 3,6% nell’intero primo semestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Segno che la ricerca di convenienza resta una priorità per le famiglie.

Una ripresa fragile


Il quadro che emerge dall’analisi dell’Istat è dunque quello di una ripresa moderata, trainata quasi esclusivamente dal comparto alimentare e dai canali di distribuzione più competitivi. La crescita in valore delle vendite nasconde però una contrazione dei volumi, che riflette l’impatto dei prezzi ancora elevati e la conseguente riduzione dei quantitativi acquistati.

Gli esperti sottolineano come questo dualismo tra valore e volume rappresenti una sfida per il commercio italiano: da un lato i dati incoraggiano, dall’altro mettono in luce la vulnerabilità dei consumi non alimentari e la difficoltà delle piccole imprese. Nei prossimi mesi, molto dipenderà dall’andamento dell’inflazione, dal potere d’acquisto delle famiglie e dalla capacità del sistema commerciale di intercettare nuove esigenze di consumo.

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