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I vicini al ragazzo autistico: "Vada via!" Che società è mai quella che emargina chi ha solo bisogno di aiuto?

- di: Bianca Balvani
 
I vicini al ragazzo autistico: 'Vada via!' Che società è mai quella che emargina chi ha solo bisogno di aiuto?
E' facile riempiersi la bocca di belle parole, quando si leggono casi di persone che soffrono e per le quali si sprecano considerazioni negative su chi non ne comprende i drammi. L'importante, però, come dicono oltre Oceano, è che non accada nel giardino di casa, che non ci tocchi direttamente. Perché in questo caso scattano egoismo e ragionamenti di bassa lega, mostrando il peggio dell'ipocrisia umana, soprattutto quando le idee vengono veicolate attraverso la sentina dei cattivi sentimenti che sono i social.
Se ne sta accorgendo, sulla propria pelle, una donna del Bresciano che, madre di un ragazzo affetto da una forma di autismo, aveva solo chiesto ai vicini di casa di evitare che i loro figli giocassero in strada fin quasi la mezzanotte.

I vicini al ragazzo autistico: "Vada via!" Che società è mai quella che emargina chi ha solo bisogno di aiuto?

Per il semplice motivo che quel vociare, quelle grida entravano nella testa del figlio, alterandone i delicatissimi equilibri della mente e causandogli delle crisi.
Una richiesta non offensiva, ma solo una ricerca di collaborazione da genitore a genitori, facendo appello alla loro comprensione. Anche perché, ha detto questa madre, i ragazzini spesso spediscono la palla nel giardino della donna e, quindi, incuranti dell'ora tarda, suonano insistentemente al citofono per farsela restituire. Quando non scavalcano la recinzione. Ma quello scampanellio prolungato, ripetuto, maleducato scuote i nervi del figlio della donna che, per questo, ha chiesto ai vicini d'essere aiutata, nel modo più scontato. La zona dove accadono queste cose - la cittadina è quella di Lonato del Garda - non è Gomorra, non è in un quartiere difficile, dove, tanto per dire, la presenza delle Istituzioni è assente. E' un quartiere residenziale, dove tutti si conoscono e non ci sono situazioni difficili di convivenza.

Eppure i problemi ci sono perché, oltre a quelli che giocano a pallone (e sin qui si può anche essere comprensivi), c'è un ragazzo che percorre anche ad ora tarda le strade del quartiere a bordo di un rumoroso quad, senza che i genitori - presumibilmente quelli che hanno tirato fuori i soldi per comprarglielo - lo redarguiscano per questa mancanza di rispetto per gli altri, forse essendone un po' anche orgogliosi della sua capacità di guida.
Ma queste sono dinamiche abbastanza frequenti nelle piccole comunità, dove per risolvere i problemi si fa ricorso al buon senso e, solo in casi estremi, si chiede l'intervento ''pacificatore'' delle forze dell'ordine.
Però quando si sceglie un luogo di confronto virtuale, quale una chat di quartiere, dove discutere e confrontarsi, il rischio è che emerga il peggio dell'egoismo umano, quel sistema di pensieri utilitaristici che creano alleanze e fazioni, in cui c'è sempre un perdente che può avere ragione in questioni di principio, ma se è in minoranza, se è isolato è come la preda ferita in balia delle iene.

Ecco che, dietro lo scudo dei social, vengono vomitate idee che, solo a rifletterci, dovrebbero fare vergognare chi le ha espresse o soltanto condivise. Come quella di una vicina di casa della donna, secondo cui la zona non sarebbe la migliore per vivere per una persona affetta da autismo, consigliandole quindi ad andarsene.
C'è da chiedersi, a questo punto, che fine ha fatto l'umanità, lo spirito di comunità. Dove sia finita la consapevolezza che il debole non deve essere emarginato se è un ''problema'' o ne crea, come sembra accadere a Lonato del Garda. I vicini di casa della mamma di questo ragazzo (che, pure dovendo affrontare problemi gravi, non ha niente di meno dei coetanei che giocano in strada, tra schiamazzi e maleducazione), quelli che si ribellano ad una convivenza che nulla a loro sottrae, hanno mai pensato come si comporterebbero loro, a parti invertite?

La cosa che più fa male è che oramai purtroppo ci siamo abituati a guardare a casi del genere come ad un obolo che dobbiamo pagare alla cosiddetta evoluzione della società, quando dovremmo invece ribellarci.
Magari dovrebbe farlo l'Amministrazione comunale di Lonato del Garda, andando con il suo primo cittadino per le strade del quartiere casa per casa. Non per perorare la causa del ragazzo autistico, ma solo per guardare in faccia chi, dietro una chat, nasconde la sua disumanità.
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