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Vitalizi, la Camera conferma il taglio: respinto il ricorso degli ex parlamentari

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Vitalizi, la Camera conferma il taglio: respinto il ricorso degli ex parlamentari

La battaglia legale intrapresa da circa 900 ex parlamentari per il ripristino dei vitalizi è giunta al termine con la conferma, da parte del Collegio di Appello della Camera, della legittimità del taglio approvato negli scorsi anni. I ricorrenti contestavano le delibere adottate dall’Ufficio di Presidenza che avevano ridotto drasticamente gli assegni percepiti dagli ex deputati, ritenendo il provvedimento retroattivo e lesivo di diritti acquisiti. La giurisdizione interna di Montecitorio, però, ha respinto il ricorso in via definitiva, sancendo che le misure adottate rientrano pienamente nel potere di auto-organizzazione e regolamentazione dell’organo parlamentare. La decisione è stata accolta con favore da chi vede nel taglio dei vitalizi un simbolo di equità e sobrietà istituzionale.

Vitalizi, la Camera conferma il taglio: respinto il ricorso degli ex parlamentari

A commentare con entusiasmo l’esito del procedimento è stato il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha definito la pronuncia “una vittoria politica e morale”. “Abbiamo combattuto per anni contro un sistema che proteggeva i privilegi e oggi possiamo dire che la nostra battaglia non è stata vana. Con noi i privilegi non tornano”, ha dichiarato. Il M5S, già nella precedente legislatura, era stato il promotore della revisione del trattamento previdenziale degli ex parlamentari, ritenuto sproporzionato rispetto alle condizioni economiche generali del Paese. Il taglio era stato presentato come un atto di giustizia sociale e come un gesto simbolico per riallineare la politica alla realtà quotidiana dei cittadini.

Le motivazioni giuridiche del rigetto
Nella motivazione del rigetto del ricorso, il Collegio d’Appello ha evidenziato come il vitalizio non sia da considerarsi alla stregua di un diritto pensionistico ordinario, ma di una prerogativa legata all’autonomia del Parlamento, che può essere rimodulata in base a nuove esigenze di bilancio e di indirizzo politico. È stato inoltre sottolineato come la riforma non abbia avuto effetto retroattivo in senso tecnico, ma abbia semplicemente introdotto criteri di calcolo contributivo per le erogazioni in corso. L’equilibrio tra tutela dei diritti e sostenibilità economica è stato ritenuto rispettato, aprendo così la strada a un precedente significativo anche per eventuali ulteriori misure di revisione delle spese interne alle istituzioni.

Le reazioni degli ex parlamentari e delle opposizioni
Tra gli ex parlamentari colpiti dal taglio permane un forte senso di ingiustizia. In diverse interviste, alcuni di loro hanno dichiarato di sentirsi “traditi dalle istituzioni” e di aver subito “una penalizzazione non meritata”. In particolare, molti lamentano che la nuova modalità di calcolo abbia prodotto tagli che vanno dal 40% al 60% dell’assegno originario, incidendo significativamente su situazioni familiari e personali consolidate. Anche alcuni esponenti del centrodestra hanno espresso perplessità, parlando di “decisione politica mascherata da atto amministrativo”, ma senza annunciare ulteriori ricorsi. Il clima generale, tuttavia, resta favorevole al mantenimento della linea del rigore, soprattutto in un momento di tensione sui conti pubblici.

Una svolta nella narrazione pubblica della politica

Il caso dei vitalizi rappresenta da anni uno dei nodi più sensibili nel rapporto tra cittadini e istituzioni. La sua gestione, in questo senso, diventa una cartina tornasole della capacità della politica di autoriformarsi e di riconquistare la fiducia dell’opinione pubblica. La sentenza del Collegio di Appello chiude un capitolo che ha avuto un impatto ben oltre il piano economico, alimentando un dibattito culturale profondo sul senso del servizio pubblico, della rappresentanza e del trattamento economico della classe dirigente. Resta ora da capire se questa linea sarà estesa ad altri comparti istituzionali, o se resterà un caso isolato in un contesto ancora segnato da forti diseguaglianze tra il settore pubblico e quello privato.

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