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Voli “gonfiati” per evitare rimborsi: l’esposto del Codacons

- di: Jole Rosati
 
Voli “gonfiati” per evitare rimborsi: l’esposto del Codacons
Voli “gonfiati” per evitare rimborsi: l’esposto del Codacons
Durate dichiarate più lunghe di quelle reali: la pratica del “padding” finisce sotto la lente.

Biglietti venduti con un dettaglio che sembra innocuo — la durata del volo — ma che, secondo il Codacons, potrebbe diventare un trucco capace di spostare l’asticella dei diritti dei passeggeri. L’associazione dei consumatori ha depositato un esposto chiedendo verifiche ad Antitrust ed Enac: l’accusa è che numerose compagnie indicherebbero tempi di volo più lunghi di quelli poi registrati nella pratica operativa.

Che cosa sarebbe il “padding” (e perché fa discutere)

Nel linguaggio del settore viene chiamato “padding”: in sostanza, “gonfiare” a monte la durata prevista. Se l’orario di arrivo stimato è spinto in avanti, un volo può arrivare con un ritardo reale ma risultare più vicino (o addirittura dentro) la finestra dichiarata al momento dell’acquisto.

Il punto sensibile è uno: la maturazione dell’indennizzo per ritardo previsto dalle norme europee dipende dall’orario effettivo di arrivo, ma nella percezione del consumatore conta anche la promessa contrattuale che accompagna il biglietto (durata e orari).

Gli scostamenti indicati: da 20 a 70 minuti

Nell’esposto, il Codacons segnala differenze tra tempo indicato sul titolo di viaggio e tempo normalmente riscontrabile nei dati di volo: fino a 70 minuti su alcune tratte di lungo raggio, e 20–45 minuti su collegamenti europei o di medio raggio.

  • Tratte intercontinentali: scostamenti citati fino a circa 70 minuti.
  • Medio raggio: scostamenti citati intorno a 40–45 minuti.
  • Breve raggio: scostamenti citati anche di 20 minuti.

Il nodo: informazione essenziale e tutela del consumatore

Per l’associazione, durata e orario di arrivo sono elementi essenziali del servizio: guidano scelte economiche, incastri con coincidenze, prenotazioni e impegni. Da qui l’idea che una durata “aggiustata” possa comprimere tutele e alterare l’equilibrio tra vettore e viaggiatore.

"La durata del volo e il conseguente orario di arrivo costituiscono informazioni essenziali e qualificanti del servizio di trasporto aereo"

Quando scatta l’indennizzo: cosa dice la regola (in breve)

La cornice di riferimento resta il Regolamento (CE) 261/2004, che disciplina assistenza e compensazione in caso di ritardi prolungati, cancellazioni e negato imbarco, con importi che variano in base alla distanza della tratta e alle condizioni previste. È proprio su questo terreno — sostiene il Codacons — che l’indicazione sistematica di tempi più lunghi potrebbe incidere sul modo in cui il passeggero percepisce e fa valere i propri diritti.

Che cosa possono fare Antitrust ed Enac

L’esposto chiede l’apertura di accertamenti: da un lato, per verificare se la prassi possa rientrare in una pratica commerciale ingannevole; dall’altro, per valutare profili di competenza aeronautica e di vigilanza sul corretto funzionamento del sistema, inclusa la trasparenza verso l’utenza.

"Potrebbe integrare una pratica commerciale ingannevole, quantomeno sotto il profilo della modalità di presentazione dell'informazione"

Come difendersi: tre mosse pratiche per i passeggeri

  • Conservare tutto: carta d’imbarco, conferma di prenotazione, comunicazioni della compagnia, screenshot di orari.
  • Verificare l’orario di arrivo reale: conta l’atterraggio effettivo e l’apertura porte (quando disponibile), non la sola tabella oraria.
  • Reclamo tracciabile: inviare richiesta formale alla compagnia e, se necessario, rivolgersi ai canali di tutela (ADR/autorità competenti) nei tempi utili. 
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