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L’Intervento/ Gli smemorati della sinistra italiana

- di: Bruno Chiavazzo, giornalista e scrittore
 
L’Intervento/ Gli smemorati della sinistra italiana

Dagli idoli mediatici all’oblio: una storia che si ripete.

(Foto: Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione dei Palestinesi in Italia).

L’arresto di Mohammad Hannoun, presunto architetto e presidente dell’Associazione Palestinesi in Italia, sospettato di aver girato ai terroristi di Hamas i soldi destinati in beneficenza al popolo palestinese, riapre ancora una volta il capitolo degli “innamoramenti” della sinistra italiana per chiunque, a parole, si batta per una cosiddetta “giusta causa” o in nome del popolo, qualunque esso sia.

È successo per il “combattente” contro il caporalato Aboubakar Soumahoro, eletto deputato dal duo Bonelli-Fratoianni che, all’inaugurazione della legislatura, si presentò a Montecitorio con stivali sporchi di fango, salvo poi scoprire che sua moglie e la suocera venivano rinviate a giudizio per reati di bancarotta e frode, nonché di riciclaggio, a scapito proprio di quei migranti che il novello Che Guevara dell’area pontina avrebbe dovuto difendere.

Il duo Bonelli-Fratoianni si è ripetuto con Ilaria Salis, accusata di aver preso a mazzate, in trasferta a Budapest, attivisti di destra. Ebbene, sono bastate alcune immagini televisive della “democratica e antifascista” in manette in un tribunale per ritrovarsela parlamentare europea da 20.000 euro al mese. Passano pochi mesi e, con la stessa nonchalance con cui li hanno portati in Parlamento, così li hanno abbandonati al loro destino.

È successo anche per la “rapporteur” dell’ONU Francesca Albanese, prima idolatrata dalla sinistra nei talk show, poi osannata con cittadinanze onorarie, ma appena il vento è cambiato, grazie anche alle puttanate sostenute dalla “maestrina dalla penna rossa”, non se n’è più parlato.

Sta accadendo lo stesso con Hannoun: nessuno dei tanti esponenti politici che hanno partecipato con lui a manifestazioni, comizi, marce della pace sembra ora conoscerlo e, neppure, mettere in discussione gli accertamenti della magistratura (si parla di oltre 10 milioni di euro raccolti in Italia per dare cibo e medicinali ai palestinesi e invece dirottati per armare i guerriglieri di Hamas), semplicemente si ignora, come diceva Pitigrilli, che “il passato non ci appartiene”.

Ma il passato è duro a morire al tempo di internet: le foto, le dichiarazioni, i pugni alzati restano impressi per sempre nella rete e non te la puoi cavare con un “non ricordo” o “non c’ero”. È vero che gli italiani hanno la memoria corta, ma non dimenticano proprio tutto.

E, comunque, quello che proprio non possono fare PD, M5S e AVS è continuare a fingere di non sapere chi sia Mohammad Hannoun e che non c’entri nulla con i Pro-Pal o con Hamas o, ancora, che sia l’ennesima manovra israeliana per screditare il “benefattore” della causa palestinese. C’è un limite a tutto, anche alla pazienza e alla scarsa memoria.

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