La chiusura: il rimbalzo ha un numero e un protagonista
I listini americani hanno salutato la serata di giovedì con il classico “ci voleva”: dopo giorni di nervi tesi,
Wall Street ha chiuso in rialzo e lo ha fatto con un copione chiarissimo.
S&P 500 +0,79% a 6.774,76, Nasdaq +1,38% a 23.006,36,
Dow Jones +0,14% a 47.951,85.
La regia è stata tutta del settore tecnologico, tornato a dare spinta al mercato proprio quando l’umore sembrava
incagliato tra dubbi sull’AI e paura di pagare “troppo” la crescita.
Inflazione più morbida: il mercato riscopre la parola “tagli”
La miccia è arrivata dai prezzi: un aggiornamento sull’inflazione statunitense giudicato più leggero delle attese
ha riaperto la porta alle scommesse su una Fed meno arcigna nel 2026.
Il dato simbolo: CPI +2,7% annuo (con una “core” citata in diverse letture come in decelerazione).
Tradotto: se i prezzi smettono di mordere, i tassi possono smettere di “pungolare” l’economia. E Wall Street,
quando sente odore di denaro un po’ meno caro, tende a fare quello che sa fare meglio: riposizionarsi di corsa.
Anche il mercato obbligazionario ha fatto la sua parte: il rendimento del Treasury decennale è sceso
in area 4,11%–4,12% rispetto ai livelli della vigilia, offrendo ossigeno alle valutazioni, soprattutto
per i titoli “growth”.
Micron, la scintilla: quando i chip rimettono ordine nel caos
Se l’inflazione ha fornito l’alibi perfetto, la spinta emotiva l’ha data un nome preciso:
Micron Technology.
Il gruppo dei semiconduttori ha sfornato numeri e prospettive capaci di riaccendere la fiducia sulla domanda legata
all’AI, e il titolo è schizzato in doppia cifra nella seduta.
Il risultato è stato quasi “meccanico”: dopo il sell-off precedente, il mercato ha colto l’occasione per
ricomprare tecnologia e rimettere in carreggiata i big del comparto.
In giornata si sono rivisti segni “più” anche su nomi-simbolo come Nvidia, e su titoli finiti
recentemente nel mirino dei dubbi, come Broadcom e Oracle.
Il contesto: dal brivido AI al sollievo, in 24 ore
Il rimbalzo ha ancora più senso se letto contro lo sfondo della seduta precedente:
mercoledì il mercato era scivolato con forza, trascinato da timori sulla sostenibilità degli investimenti
e sul debito necessario a finanziare la corsa all’AI.
In quel clima, le parole chiave erano “capex”, “ritorno sull’investimento” e “valutazioni gonfiate”.
Giovedì, la narrativa si è ribaltata: i numeri di Micron hanno dato materiale a chi sostiene che la domanda “AI”
non sia solo un’idea brillante, ma anche una filiera che produce ricavi e prospettive.
E l’inflazione più morbida ha aggiunto il contorno perfetto: meno pressione sui tassi, più spazio per il rischio.
Le voci dal mercato: tra entusiasmo e prudenza
Il “sentiment” sull’AI viene descritto da più parti come una vera montagna russa, con improvvisi scatti
tra scetticismo e fiducia. L’idea che passa, in sostanza, è questa: il mercato vuole credere alla storia,
ma pretende prove sempre più concrete sul rapporto tra investimenti e ritorni.
Sul fronte macro, resta un’ombra tecnica che gli operatori non stanno ignorando: alcune letture sottolineano che
i dati economici recenti possono essere stati resi più “rumorosi” da ritardi e distorsioni legate a eventi
amministrativi delle settimane precedenti. Morale: la seduta è stata un sollievo, ma non un “liberi tutti”.
Oltre le azioni: oro, petrolio e dollaro nel giorno del rimbalzo
Nelle stesse ore, le altre classi d’attivo hanno mandato segnali coerenti con la trama della giornata:
rendimenti in calo e maggiore propensione al rischio.
L’oro ha oscillato dopo nuovi massimi intraday segnalati in alcune ricostruzioni, mentre il petrolio ha mostrato
movimenti più misurati.
Il punto, però, non è l’effetto speciale: è il messaggio. Quando azioni e bond si muovono nella stessa direzione
“pro-risk”, Wall Street tende a interpretarlo come un invito: tornare a comprare, ma con un occhio al prossimo dato.
Cosa guardare ora: la linea sottile tra rimbalzo e ripartenza
La seduta del 18 dicembre consegna un mercato che non ha perso la voglia di correre, ma che alterna
accelerazioni e frenate con una sensibilità quasi “chirurgica” ai dati.
La domanda vera, da qui in avanti, è semplice e spietata: l’AI continuerà a giustificare la spesa?
E, in parallelo, l’inflazione continuerà a permettere alla Fed di essere più accomodante?
Per ora, la fotografia è questa: tech di nuovo al volante, macro meno minacciosa e un rimbalzo che ha il sapore
del “reset” dopo l’ansia. Ma il mercato non dimentica: la prossima sorpresa, in un senso o nell’altro, è sempre dietro l’angolo.