I volti del Barocco e le donne di Balla brillano nel weekend dell’arte

- di: Samantha De Martin
 
Da sotto il parasole sorretto da uno schiavo, la marchesa Elena Grimaldi Cattaneo ritratta da van Dyck ammicca allo spettatore con sguardo complice. A questa nobildonna, tra i volti più magnetici della mostra Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco alle Scuderie del Quirinale, si affiancano altri visi femminili, che, alcuni chilometri a nord, contraddistinguono le donne di Giacomo Balla, in mostra alla Galleria Bottegantica di Milano. Seguendo le loro morbide forme, scopriamo, da Milano a Napoli, gli appuntamenti del weekend del 2 e 3 aprile.

A Milano le donne di Giacomo Balla

Fino al 30 aprile la Galleria Bottegantica accoglie la mostra Balla al femminile. Tra intimismo e ricerca del vero, curata da Elena Gigli, la storica dell’arte che custodisce e preserva l’Archivio dell’artista. Attraverso le opere esposte il pittore rivela la sua capacità di entrare nell’animo di chi vuole ritrarre, mosso dalla ricerca di rendere la realtà in maniera profonda e sincera. Lavori come Quiete operosa (1898) e La famiglia Stiavelli (1905) si inseriscono nella stagione dei ritratti di primo Novecento che vede protagoniste le donne, raffigurate in interni o negli spazi aperti di Villa Borghese. L’intento di Balla è quello di cogliere il vero in una visione d’insieme, che sia allo stesso tempo psicologica e d’ambiente, in cui l’interiorità dei soggetti dialoghi con l’ambiente circostante.  Tra le protagoniste dell’universo femminile di Balla si inserisce anche l’amica di famiglia, Giuliana Canuzzi, che posa per il ciclo delle Quattro stagioni, realizzate tra il 1939 e il 1940. L’artista immerge la modella in un rosso caldo e vitale, illuminandola di una luce radente proveniente dal basso, su modello della fotografia artistica e di moda di quegli anni. La mostra, a ingresso libero, è aperta dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

A Torino il Libro dei Morti di Baki torna a nuova vita

Dopo un sonno lungo due secoli nei depositi del Museo Egizio, al termine di una lunga e complessa opera di restauro e ricomposizione iniziata nel 2014, il papiro con il Libro dei Morti di Baki torna a nuova vita. Lo si potrà ammirare fino al 5 giugno nell’ambito del secondo appuntamento del 2022 con “Nel laboratorio dello studioso”, un ciclo di mostre che guida gli ospiti dietro le quinte del museo torinese, alla scoperta dell’attività scientifica di curatori ed egittologi del Dipartimento Collezione e Ricerca dell’istituzione. Riconducibile alla bottega del pittore Pay, capostipite di una dinastia di artisti, il papiro con il Libro dei Morti fu realizzato su commissione di Baki, scriba del re, direttore dei lavori e caposquadra a Deir-el-Medina, l’antico villaggio di fronte all’attuale Luxor, durante il Regno di Sethi I (1290 – 1279 a.C.). Questo antico testo funerario egizio, con la sua raccolta di incantesimi, preghiere e inni agli dei, formule magiche che avrebbero dovuto proteggere il defunto dalle forze malefiche o aiutarlo a superare i molti ostacoli dell'aldilà, era giunto a Torino nel 1824, ridotto in migliaia di piccoli pezzi coperti di polvere e terra, schiacciati e ripiegati, riposti alla rinfusa dentro scatole e cartelline. Adesso grazie al restauro è tornato a nuova vita.

A Roma il trionfo è del Barocco

Francesco Petrarca l’aveva definita La “città regale, addossata a una collina alpestre, superba per uomini e per mura”. Il motivo è tutto racchiuso nella bella mostra dal titolo Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco, a cura di Piero Boccardo, Jonathan Bober e Franco Boggero, organizzata dalle Scuderie del Quirinale e dalla National Gallery of Art di Washington con la speciale collaborazione del Comune e dei musei di Genova, in corso a Roma fino al prossimo 3 luglio. Signora del mare, capitale economica d’Europa, la Superba racconta il suo secolo d’oro, dal viaggio di Rubens fino all’arte di Alessandro Magnasco, attraverso opere di arti diverse, dalle monumentali tele di Rubens agli argenti scolpiti, dalle statue in marmo come il Ratto di Elena dello scultore francese Pierre Puget al gruppo processionale di Anton Maria Maragliano da Pieve di Teco. I fasti di Genova barocca si declinano attraverso i capolavori esposti, oggi conservati in grandi musei del mondo e in numerose collezioni private che hanno prestato alla mostra i loro gioielli. Le opere da non perdere? Il monumentale ritratto di Giovan Carlo Doria realizzato da Pieter Paul Rubens, La cuoca di Bernardo Strozzi, il magnetico ritratto di Paola Adorno Brignole-Sale di Antoon van Dyck.

Oltre Caravaggio. Il Seicento napoletano sotto la lente

Fino al 7 gennaio al Museo e Real Bosco di Capodimonte duecento opere provenienti esclusivamente dalla collezione permanente del museo restituiscono al visitatore una nuova visione del Seicento napoletano. Il percorso Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, andando oltre la definizione di Roberto Longhi che considerava il naturalismo di Caravaggio la spina dorsale dell’arte napoletana, invita a ripensare l’intera articolazione di un secolo che non fu solo quello del Merisi, ma soprattutto quello di Jusepe de Ribera, lo spagnolo arrivato a Napoli nel 1616, sei anni dopo la morte di Caravaggio. Il percorso porta Ribera al centro della scena artistica napoletana, dando voce alle sue opere sacre, mitologiche e alle nature morte presenti nelle collezioni di Capodimonte. La residenza in città degli artisti “forestieri” dai quali i colleghi napoletani traggono ispirazione seppur rielaborando in maniera del tutto personale iconografie, tagli compositivi e utilizzo delle luci, è evidente nel lombardo Caravaggio, negli emiliani Giovanni Lanfranco, Domenichino e Guido Reni, nei francesi Simon Vouet e Pierre-Jacques Volaire, nel bergamasco Cosimo Fanzago. Da non perdere: l’Angelo Custode di Domenichino (1615), Sileno Ebbro di Jusepe de Ribera (1626), Cristo crocifisso (1621-1625) di Anton van Dyck.

Nella foto: Antoon van Dyck, Paola Adorno Brignole-Sale, 1627, Olio su tela, 198 x 286 cm, Genova, Musei di Strada Nuova- Palazzo Rosso © Musei di Strada Nuova- Palazzo Rosso






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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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