Caldo, 10 regole d’oro per difenderci. Per i sorci di Roma, invece, serve un miracolo

- di: Barbara Leone
 
Nulla di nuovo sotto al sole. Nel senso letterale del termine. Senza voler inutili allarmismi, la prevedibile (perché siamo in piena estate) morsa di caldo che sta attanagliando il nostro Paese e non solo rischia di fare morti e feriti. La ragione è presto che detta: il caldo fa male. Da sempre, ma oggi un po’ di più. Perché le alte temperature di questi giorni si trovano a fare i conti con un degrado che già di per sé è pericoloso. Come nel caso, manco a dirlo, della Capitale. A lanciare l’allarme sono gli esperti del Sima (Società di medicina ambientale) che sottolineano come “il caldo estremo che ha investito Roma incide non solo sulla presenza di insetti come zanzare e zecche, ma anche sulla proliferazione dei topi in città, con conseguenti pericoli igienico-sanitari per la popolazione della Capitale”. I topi, infatti, non convivono bene con il freddo ma con il caldo sì. Non solo, perché si ringalluzziscono al punto da accoppiarsi come se non ci fosse un domani. Con le ovvie conseguenze del caso. Non solo. Perché le valanghe di rifiuti lasciati sotto al sole rovente dai romani imputridiscono in nanosecondo. Cosa che possiamo verificare tutti noi che ci abitiamo mettendo il capino fuori dalla finestra, allorquando ci sale un conato di vomito per l’orrido tanfo. Che no. Non è di sorcio morto. Ma di sorcio vivo, vivissimo attirato da cotanto fetore. Ne deriva che, ringalluzziti e famelici come sono, i simpatici roditori escono sempre di più allo scoperto. Cosa che aumenta a dismisura la possibilità di contatto con noi. E non è carino, manco per niente. Viste le tante malattie che ci possono trasmettere: dalla leptospirosi alla salmonellosi fino ad arrivare alla peste ed alla rabbia. Senza contare che, sottolineano ancora gli esperti, ad oggi non è stato proprio possibile effettuare un vero e proprio censimento della popolazione di Topolinia. Secondo le ultime stime sarebbero circa 10 milioni. Che, a conti fatti, vuol dire all’incirca 3,5 topastri per ogni abitante. Capite bene che, al di là dell’amara ironia, c’è davvero poco da stare allegri. E il problema igienico è solo uno dei tanti legati al caldo torrido di questi giorni, particolarmente pericoloso (se non mortale) soprattutto per le cosiddette categorie di persone a rischio. Che poi sono sempre le solite: anziani, cardiopatici, donne in stato di gravidanza, persone con malattie croniche come diabete e insufficienza renale senza dimenticare chi soffre di disturbi psichici. A elencare le situazioni di maggiore vulnerabilità alle ondate di calore è direttamente il Ministero della Salute, che ha realizzato sul suo sito una sezione apposita in cui si possono leggere anche i suggerimenti ad hoc per ogni categoria. Questo perché, spiega il Ministero, condizioni di caldo estremo  rappresentano un rischio per la salute soprattutto in sottogruppi di popolazione caratterizzati da una limitata capacità di termoregolazione fisiologica o ridotta possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi. Le persone vulnerabili al caldo, a causa di fattori clinici, ambientali e socio-economici, pertanto, vanno tutelate e monitorate durante le ondate di calore. Neonati e bambini, per esempio, per la minore capacità di termoregolazione e per l'incapacità di esprimere eventuali disagi legati alle condizioni ambientali, sono maggiormente esposti al rischio di un aumento eccessivo della temperatura corporea e a una disidratazione, con possibili conseguenze dannose sul sistema cardiocircolatorio, respiratorio e neurologico. Non solo anziani e bambini ma anche i giovani possono rischiare la salute, soprattutto se fanno esercizio fisico o un lavoro intenso all'aria aperta. Le persone che svolgono un'intensa attività lavorativa all'aperto (per esempio lavoratori agricoli, lavoratori del settore costruzioni, trasporti eccetera) sono maggiormente a rischio di sviluppare uno dei disturbi associati al caldo. Tant’è vero che proprio in queste ore l’Inps ha fatto sapere che le temperature eccezionalmente elevate, e superiori a 35°, che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore possono portare al trattamento di integrazione salariale. A rendere vulnerabili alle ondate di calore ci sono poi anche le condizioni socio-economiche disagiate. La povertà e la solitudine possono ridurre la consapevolezza dei rischi e limitano l'accesso alle soluzioni di emergenza. Chi è più povero o più isolato, inoltre, ha minori possibilità di spostare temporaneamente il proprio domicilio in zone più favorevoli e minori possibilità di condizionare l'aria della propria abitazione. Per tutti il Ministero ha stilato una lista di preziosi consigli da seguire. 

Dieci regole d’oro che, in certi casi, possono letteralmente salvare la vita

1. Evitiamo di uscire nelle ore più calde: proteggiamo soprattutto bambini ed anziani evitando l’esposizione diretta al sole nelle ore più calde della giornata.

2. Proteggiamoci in casa e sui luoghi di lavoro: la misura più semplice è la schermatura delle finestre con tende che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria. L’impiego dell’aria condizionata è utile ma vanno evitate le temperature troppo basse (non più di 5° C rispetto all’esterno). E’ importante garantire la pulizia periodica dei filtri.

3. Beviamo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno: bere molta acqua e mangiare frutta fresca è una misura essenziale per contrastare gli effetti del caldo. Limitiamo il consumo di bevande con zuccheri aggiunti, di caffè e di alcolici.

4. Seguiamo sempre un’alimentazione corretta: ricordiamoci di consumare 5 porzioni di frutta e verdura di stagione. Moderiamo il consumo di piatti elaborati ricchi di grassi e riduciamo i condimenti. Privilegiamo cibi freschi, facilmente digeribili e ricchi di acqua. Utilizziamo poco sale e privilegiamo quello iodato.

5. Facciamo attenzione alla corretta conservazione degli alimenti: il rispetto della catena del freddo è importante per la sicurezza degli alimenti.

6. Vestiamoci con indumenti di fibre naturali o che garantiscano la traspirazione. All’aperto è utile indossare cappelli leggeri per proteggere la testa dal sole. Utilizziamo occhiali con filtri UV e schermi solari prima di esporci al sole, non solo quando siamo al mare. Stesse precauzioni vanno seguite da coloro che lavorano in luoghi all’aperto.

7. Proteggiamoci dal caldo in viaggio: se siamo in auto ricordiamoci di areare l’abitacolo evitando ove possibile le ore più calde della giornata e tenere sempre a portata una scorta d’acqua. Non lasciare mai neonati o animali nell’abitacolo, neanche per brevi periodi.

8. Pratichiamo l’esercizio fisico nelle ore più fresche della giornata. In ogni caso, se si fa attività fisica, ricordiamoci di bere molti liquidi e mangiare in modo corretto.

9. Offriamo assistenza a persone a maggiore rischio (come gli anziani che vivono da soli, persone in difficoltà etc.) e segnala ai servizi socio-sanitari eventuali situazioni che necessitano di un intervento.

10. Ricordiamoci sempre di proteggere anche gli animali domestici: diamogli molta acqua anche quando siamo in viaggio e facciamo soste in zone ombreggiate. Per quanto riguarda i cani evitiamo di farli uscire nelle ore più calde della giornata per non farli camminare sull’asfalto rovente.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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