Caso Baldwin: forse c’era il dito sul grilletto

- di: Barbara Bizzarri
 
Non voleva, però voleva. Ecco in sintesi e secondo i procuratori, quanto avrebbe commesso Alec Baldwin, che sul set di Rust è diventato una sorta di pistolero letale. Se all’inizio di questa bruttissima storia, l’attore era sembrato a tutti gli effetti innocente, ora ci sarebbero nuove evidenze che hanno indotto i legali a riaprire il caso. Non è certo la prima volta sui set accadono incidenti simili, basti pensare all’amatissimo Brandon Lee, ucciso accidentalmente durante le riprese de Il Corvo a causa di una pistola che non era stata caricata a salve, come d’obbligo, non ultimo di una lunga serie di infortuni fatali. 

Ora, un Gran Giurì della procura del New Mexico valuterà “nuovi elementi” emersi nel riesame del caso che ha coinvolto l’attore, accusato di omicidio colposo per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, avvenuta nel 2021 durante le riprese, a causa di un proiettile partito dal revolver impugnato da Baldwin, che ha rischiato fino a 18 mesi di carcere. Lo scorso aprile, i procuratori avevano archiviato le accuse perché le prove attestavano che la pistola potesse essere stata modificata e sparare anche senza la pressione del dito sul grilletto. All’epoca, il procuratore Kari Morrissey aveva però precisato che i risultati di una nuova perizia avrebbero consentito una nuova richiesta di accuse e, in seguito, gli esperti avevano ricostruito la pistola, distrutta durante i precedenti test dell’FBI.

La conclusione era stata che l’arma avrebbe potuto sparare solo con la pressione del grilletto e quindi, sia Morrissey che il collega Jason Lewis, hanno annunciato di voler incriminare Baldwin sulla base di nuove evidenze e l’esito potrebbe condurre a ulteriori richieste penali: “Dopo le approfondite indagini degli ultimi mesi, i fatti venuti alla luce ci portano a pensare che Baldwin abbia una responsabilità penale nella morte di Halyna Hutchins e nel ferimento del regista Joel Souza”, hanno dichiarato i due procuratori. “Siamo convinti che la linea di condotta appropriata sia consentire a un panel di cittadini del New Mexico di determinare se Baldwin debba essere rinviato a giudizio”.

Data la situazione, gli avvocati della star promettono battaglia: “È un peccato che una terribile tragedia si sia trasformata in questo fuorviante procedimento giudiziario”, ha commentato Luke Nikas, legale di Baldwin. “Risponderemo a qualsiasi accusa in tribunale”. Nel febbraio prossimo, invece, Hannah Gutierrez Reid, l’armaiola del film, affronterà il processo per omicidio colposo e manomissione di prove: rischia fino a tre anni di carcere.

Intanto, le riprese di Rust sono ricominciate quest'anno in Montana, grazie a un accordo con il vedovo del direttore della fotografia, Matthew Hutchins, divenuto nel frattempo produttore esecutivo, mentre giovedì scorso Baldwin è stato fotografato, abbattuto e depresso, a NY, durante una passeggiata con la moglie, la trentanovenne insegnante olistica Hilaria, e uno dei loro otto figli: si spera che almeno praticare yoga lo rassereni. 
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