Da Velázquez a Warhol, gli appuntamenti della settimana con l’arte

- di: Samantha De Martin
 
Alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, simile a un selfie ante litteram, Il pranzo di Diego Velázquez dialoga con le opere del pittore bresciano di adozione Giacomo Ceruti. Per la prima volta il capolavoro del grande ritrattista andaluso, tra i supremi maestri del barocco, varca i confini dell’Italia, prestito eccezionale dell’Ermitage di San Pietroburgo. È solo uno dei tanti appuntamenti che, in questo primo weekend di dicembre, accompagnano curiosi e appassionati al cospetto della grande arte. Da Leoncillo a Banksy, ecco quattro mostre da non perdere.

A Brescia un Velázquez mai visto dialoga con Giacomo Ceruti

Fino al 27 febbraio i grotteschi protagonisti de Il pranzo di Diego Velázquez, eccezionale prestito dal museo Ermitage di San Pietroburgo, appartenente al genere della pintura de risa (pittura ridicola), accolgono il pubblico della Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia dove l’opera sarà esposta fino al 27 febbraio. L’eccezionale prestito di questa tela, controparte pittorica del romanzo picaresco, finora mai esposta in Italia, in arrivo dall’Ermitage di San Pietroburgo, è parte del progetto, intitolato Two paintings by Giacomo Ceruti from Brescia, che vedrà volare in Russia da Brescia la Lavandaia e la Filatrice di Giacomo Ceruti.

A Firenze arriva Leoncillo

Concepita come un ‘assolo’, la mostra che fino al 1° maggio il Museo Novecento di Firenze dedica allo scultore Leoncillo indaga, per la prima volta in un museo italiano, i profondi rapporti che, nel corso della sua trentennale attività, legarono Leoncillo Leonardi con l’antico, il classico, l’arcaico.
Una trentina fra sculture, carte, pannelli ripercorrono la continuità di sguardo che attraversa i lavori dell’artista umbro, dagli esseri ibridi e mostruosi del 1939 - come la Sirena, l’Ermafrodito, l’Arpia - fino all'ultimo decennio permeato dall’esperienza della materia nella stagione neocubista. Leoncillo non rinuncia mai ad articolare un confronto intimo con il grande passato della scultura, non soltanto per restituire dignità al proprio materiale d’elezione, la ceramica, ma anche per collocarsi implicitamente sullo stesso piano dei maestri e delle civiltà artistiche che l’hanno preceduto di fronte allo stesso soggetto privilegiato, l’uomo, e al dramma della sofferenza e della morte. 

A Roma la fotografia contro gli stereotipi


A Palazzo Merulana l’arte sfida gli stereotipi con la potenza del ritratto. Fino al 16 gennaio Nessuno Escluso, la mostra fotografica dell’artista Christian Tasso, indaga la diversità con uno sguardo che, superando la retorica e il pietismo, accompagna i visitatori in quindici paesi del mondo, attraverso un viaggio intriso di relazioni umane e di profondissimo rispetto verso il prossimo.“Non tutti sono super eroi, non tutti sono vittime ma tutti soffrono degli stereotipi della narrazione”. Parte da questo presupposto l’arte di Christian Tasso. Per questo i suoi intensissimi scatti in bianco raccontano la libertà con la quale i soggetti hanno scelto come farsi ritrarre. Così ogni ritratto, lungi dall’essere una mera rappresentazione della fisionomia, richiama alla mente i tratti salienti della cultura umanistica sviluppatasi tra il Quattrocento e il Cinquecento, che proprio nel ritratto riconosceva la centralità dell'uomo e la sua dignità di soggetto autonomo. Un messaggio di apertura che unisce il volto del pescatore di Cuba - che ai ragazzi del villaggio insegna a pescare anche se la vita gli ha portato via un braccio - all’espressione dei fratelli Morocho in Ecuador, che alle pendici del vulcano sembra aspettino solo il momento in cui dovranno fuggire da casa per un’eruzione. Così Christian Tasso rende i visitatori soggetti, ritratti e, al tempo stesso spettatori della sua mostra, partecipi di un’unica umanità. 

Banksy e Warhol a confronto a Catania

Dalla sensuale Kate Moss di Banksy al celebre Self Portrait realizzato da Andy Warhol nel 1967, oltre cento opere provenienti da collezioni private e da gallerie di tutto il mondo tessono un confronto tra due personalità apparentemente distanti. Da un lato c’è il favoloso mondo del celebre re della Pop Art, che ha reso le sue opere un prodotto di consumo e il suo nome un vero brand, dall’altro l’anonimo Banksy che continua a far parlare di sé trasformando il vandalismo di strada in un evento internazionale da prima pagina. Fino al 2 giugno Banksy ed Andy Warhol saranno al Palazzo della Cultura di Catania, ospiti di una mostra che documenta il percorso innovativo e rivoluzionario di due grandi artisti che hanno cambiato il modo di vivere l’arte degli ultimi 50 anni.

Nella foto: Andy Warhol, Marilyn Pink, 1967
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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