Dalla rivoluzione silenziosa di Plautilla Bricci allo sfregio di Bernini, gli appuntamenti settimanali con l’arte

- di: Samantha De Martin
 
APPUNTAMENTI SETTIMANALI CON L'ARTE

C’è il sorriso magnetico di Plautilla Bricci, prima donna architetto dell’Europa preindustriale. E c’è lo sguardo, sommesso, di Costanza Piccolomini Bonarelli, l’amante di Gian Lorenzo Bernini che lo stesso artista fece sfregiare, accecato dalla gelosia.  Accanto a loro, i corpi declinati dalla società dello spettacolo o mostrati nelle forme più poetiche, una moltitudine silenziosa che sfila tra le sale di Palazzo Reale, a Milano, ponendo l’attenzione sullo storico passaggio dal corpo vivo, protagonista della Body Art, a quello artefatto dell’Iperrealismo. Sono alcuni degli appuntamenti con l’arte pronti ad accogliere curiosi e appassionati nelle sale dei maggiori musei italiani. Ecco la nostra agenda del weekend.



Le infinite rappresentazioni del corpo in mostra a Milano

Fino al 30 gennaio, a Palazzo Reale, 111 opere - tra installazioni, disegni, sculture, dipinti, fotografie - di 34 artisti riconosciuti a livello internazionale, alcune delle quali esposte per la prima volta in Italia, raccontano i molteplici modi di rappresentare l’essere umano. Corpus Domini. Dal corpo glorioso alle rovine dell'anima, curata da Francesca Alfano Miglietti,  è il titolo della mostra che affronta la scomparsa del “corpo vero” a favore del “corpo dello spettacolo”. Lo spettatore è invitato a cogliere il passaggio da un Corpo Glorioso - quello della consapevolezza, della ribellione, dell’alterità - al Corpo del Contemporaneo dove il confine tra reale e immaginario è sempre più sfumato al punto da assorbire la realtà dentro uno schermo, come dimostra l’ossessiva presenza degli schermi nella nostra vita, da quelli dei computer agli smartphone. In circa mille metri quadrati di superficie, opere di artisti come Joseph Beuys, Christian Boltanski, Gino de Dominicis, Carole A. Feuerman, Robert Longo, Fabio Mauri, Gina Pane, Marc Quinn, Carol Rama, Andres Serrano tessono un itinerario che analizza l’insorgere nella contemporaneità di nuove forme di rappresentazione, accendendo un focus sullo storico passaggio dal corpo vivo, protagonista della Body Art, a quello rifatto dell’Iperrealismo. Piacerà al pubblico soprattutto la sezione dedicata a Lea Vergine, una sorta di stanza “privata” ricca di opere, libri, documenti, fotografie che testimoniano la preziosa e singolare ricerca nel campo della Body Art.

Agli Uffizi lo sfregio di Bernini a confronto con le donne di Ilaria Sagaria, vittime di violenza

Una donna, ritratta nella sua quotidianità, la camicia aperta, la pettinatura mossa, la bocca socchiusa, dialoga, nelle sale delle Gallerie degli Uffizi, con gli scatti di Ilaria Sagaria che raccontano poeticamente il dolore vissuto dalle donne vittime di violenza tramite acido. Il busto in marmo, in prestito agli Uffizi dal Museo Nazionale del Bargello fino al 19 dicembre, e restaurato per l’occasione, ritrae Costanza Piccolomini Bonarelli e fu realizzato dal suo amante, Gian Lorenzo Bernini, che, in uno scatto di gelosia, fece poi sfregiare l’amata. L’illustre scultore fu graziato e proseguì la sua brillante carriera senza conseguenze, mentre Costanza venne reclusa in un monastero per quattro mesi. Fece poi ritorno dal marito, Matteo Bonarelli, con il quale avviò un fiorente commercio di sculture. Nel volto di questa donna si riconosce oggi un emblema della capacità di riscatto, lo stesso che accomuna tante vittime di violenza, alle quali le fotografie di Ilaria Sagaria danno liricamente voce. In mostra i visitatori potranno assistere al dialogo muto tra il busto di Costanza del Bernini e il ciclo di scatti dal titolo Il dolore non è un privilegio, che ricorda come il crimine subito da Costanza si attualizzi oggi nei casi degli attacchi con sostanze corrosive che bruciano la pelle ed erodono ossa e cartilagini, condannando le vittime a un calvario fisico e psicologico.

La rivoluzione di Plautilla Bricci, prima “architettrice”, in mostra a Roma

Lo sguardo magnetico di una donna accoglie i visitatori delle rinnovate sale della Gallerie Corsini. Si tratta molto probabilmente di Plautilla Bricci, artista versatile, ricamatrice, pittrice di talento, primo (e unico) architetto donna dell’Europa preindustriale. A svelarci di più su questa affascinante figura è, fino al prossimo 19 aprile, una mostra dal titolo  Una rivoluzione silenziosa. Plautilla Bricci pittrice e architettrice, la prima personale dedicata alla pittrice e architetta romana, a cura di Yuri Primarosa. Immergendosi in un allestimento ben costruito, che segue l’ascesa dell’artista - da “zitella” invisibile che lavora sotto mentite spoglie per conto dei committenti, a donna “libera” in una società nella quale il mestiere di architetto era riservato ai soli uomini – il pubblico apprezzerà l’intera produzione grafica e pittorica di Plautilla. Bellissima la Madonna col Bambino di Santa Maria in Montesanto (1640 circa) - prima opera conosciuta della pittrice - mentre sorprende per la precisione estrema il progetto per Villa Benedetta fuori Porta San Pancrazio, nota come “il Vascello”, l’opera più famosa della Bricci, ma purtroppo distrutta nel 1849 durante l’assedio francese di Roma. Pur avendo preso parte a quel cantiere artisti del calibro di Bernini, Cortona e Grimaldi, fu proprio Plautilla a dirigerne le maestranze.
Tra i progetti dell’“architettrice” presentati nel percorso espositivo quello, ambizioso, per la scalinata di Trinità dei Monti (1660). Affascinanti le due sue tele conservate nel borgo sabino di Poggio Mirteto: la Madonna del Rosario (1683-1687) e lo Stendardo della Compagnia della Misericordia raffigurante la nascita e, sul retro, il martirio del Battista, opera restaurata per l’occasione e visibile per la prima volta recto e verso.

“Il disegno non ha tempo”: Omar Galliani in mostra a Catanzaro

Attraverso un disegno “infinitissimo” che fruga nell’universo rinascimentale per tessere un dialogo con gli antichi maestri, fatto di amore, studio e confronto, Omar Galliani sorprende, dilatando al massimo le dimensioni, con pezzi che diventano opere monumentali. Fino al 31 dicembre il MARCA di Catanzaro ospita Il disegno non ha tempo, a cura di Vera Agosti, la grande personale del maestro conosciuto a livello internazionale. Galliani guarda ad artisti della contemporaneità, da Gino De Dominicis a Robert Longo, ma anche alle suggestioni della moda, del cinema, a quei viaggi intorno al mondo che contaminano il suo immaginario con gli incontri casuali e i volti incrociati di sfuggita. Un percorso di forte impatto, cucito sul bianco candido della tavola di pioppo e il nero misterioso della grafite, affronta i grandi temi dell’uomo come la natura, la vita, l’arte, la pandemia, la morte, la santità. In mostra il visitatore si imbatte nelle opere più significative del suo percorso artistico, da un primo disegno del 1977, Dalla bocca e dal collo del foglio, ai lavori storici, come Cavalieri d’Ellissi, fino al grande Mantra per Laura del 1999. La produzione dagli anni 2000 in poi cede il posto ai notturni stellari e i lavori dedicati alla pandemia (Baci rubati/Covid 2019) e a due inediti del 2021 (Chlorophelia e NGC/7419).

La foto: Carol Feuerman, Next Summer, 2013, Scultura in resina dipinta a olio | Courtesy Bel-Air Fine Art Contemporary Art Galleries | Foto: © Thomas Degalet per Bel-Air Fine Art Contemporary Art Galleries
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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