Donatello, Van Gogh e la fotografia brillano nel weekend dell’arte

- di: Samantha De Martin
 
“Quando Sabine Weiss fotografa i bambini, diventa bambina lei stessa. Non esistono assolutamente barriere tra lei, loro e la sua macchina fotografica”. Scriveva così Hugh Weiss, artista e marito della fotografa franco-svizzera tra le maggiori interpreti della fotografia umanista francese. C’è anche il suo obiettivo ad arricchire il weekend dell’arte del 19 e 20 marzo. Dal marmo di Donatello, superstar a Firenze, a un Van Gogh immersivo, ecco quattro appuntamenti da non lasciarsi sfuggire.

Sabine Weiss e la poesia dell’istante in mostra a Venezia

Fino al 23 ottobre la Casa dei Tre Oci di Venezia ospita la più ampia retrospettiva mai realizzata finora, la prima in Italia, dedicata alla fotografa franco-svizzera Sabine Weiss. “Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l'emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto” scriveva Weiss, l’unica fotografa donna del dopoguerra ad aver esercitato questa professione così a lungo e in tutti i campi della fotografia, dai reportage ai ritratti di artisti, dalla moda dagli scatti di strada, con un occhio di riguardo ai volti dei bambini. Gli scatti in mostra a Venezia, tra i quali diversi inediti - come la serie dedicata ai manicomi, realizzata durante l'inverno 1951-1952 in Francia - raccontano l’intera carriera di Weiss, dagli esordi nel 1935 agli anni ’80, tra emozioni e sentimenti, in linea con la fotografia umanista francese. Tra le sezioni più interessanti del percorso, quella dedicata ai suoi ritratti di pittori, scultori, attori e musicisti, da Niki de Saint Phalle ad Annette Giacometti, moglie del grande scultore Alberto e i lavori realizzati a partire dagli anni ‘80 durante i suoi viaggi in Portogallo, India, Birmania, Bulgaria ed Egitto. Interessanti anche alcuni estratti da film documentari a lei dedicati che tracciano il suo percorso artistico, le sue esperienze di viaggio e la difficoltà di essere una fotografa donna.

A Firenze Donatello superstar


Intrise di una dimensione psicologica che abbraccia le emozioni più diverse, dalla dolcezza alla crudeltà, dalla gioia al dolore più straziante, le opere di Donatello si sono fatte portavoce di un concetto totalmente moderno di umanità. L’artista caro ai Medici, rivoluzionario nelle tecniche, quanto nei materiali e nei generi, fino al 31 luglio sarà protagonista assoluto di una mostra “storica” che riunisce per la prima volta i suoi più importanti capolavori, a dialogo con i lavori di colleghi come Brunelleschi, Masaccio, Mantegna, Giovanni Bellini, Michelangelo, Raffaello. Saranno due sedi - la Fondazione Palazzo Strozzi e i Musei del Bargello - ad accogliere i 130 capolavori della mostra dal titolo Donatello, il Rinascimento, sculture, dipinti, disegni in arrivo a Firenze da 60 tra i più importanti musei e istituzioni al mondo, dalla National Gallery of Art di Washington al Metropolitan Museum of Art di New York. Con Francesco Caglioti, curatore del percorso, seguiremo un viaggio attraverso la vita e la fortuna del genio, dal dialogo con Brunelleschi - sviluppato attraverso il confronto tra i due Crocifissi in legno provenienti dalla Basilica di Santa Croce e da quella di Santa Maria Novella - ai luoghi che ne hanno registrato l’attività (Siena, Prato e Padova, oltre a Firenze), a tu per tu con seguaci e altri celebri artisti più giovani come Mantegna e Bellini.

Il San Francesco di Zurbarán ospite d’eccezione a Roma

Dopo un lungo viaggio, dal Saint Louis Art Museum a Roma, l’opera San Francesco contempla un teschio del pittore spagnolo del cosiddetto “Siglo de Oro”, Francisco de Zurbarán, per la prima volta nella capitale, dialoga, nella Sala Santa Petronilla dei Musei Capitolini, fino al prossimo 15 maggio, con Caravaggio e Diego Velázquez. Posto accanto alla Buona Ventura e al San Giovanni Battista del Merisi, fianco a fianco con il Ritratto di Juan de Córdoba di Diego Velázquez, il San Francesco, uno tra i più impressionanti dipinti del formalismo mistico del maestro spagnolo, è un’occasione interessante per studiare da vicino il suo peculiare linguaggio pittorico. In origine parte di una pala d’altare custodita nella chiesa carmelitana del collegio di Sant’Alberto a Siviglia, il San Francesco del Saint Louis Art Museum è una delle raffigurazioni più affascinanti del fraticello d’Assisi. Il santo, autentica ossessione pittorica dell’artista spagnolo, è ritratto in piedi mentre contempla un teschio che tiene tra le mani. L’aspetto severo e monumentale della composizione è accentuato dal forte rigore delle geometrie, dalla verticalità del cappuccio e delle pieghe della veste. Il dialogo silenzioso tra il religioso e il cranio allude al passaggio dalla vita alla morte, ammiccando alla fragilità dell’esistenza umana, un tema ricorrente nell’arte barocca spagnola e in generale in quella della Controriforma. L’accostamento tra i quattro capolavori, realizzati nell’arco di circa cinquant’anni, offre un’interessante riflessione su analogie e differenze tra i tre protagonisti della pittura seicentesca.

Un Van Gogh “immersivo” si svela a Napoli

Novecento dipinti, realizzati in dieci anni, e racchiusi in una mostra. Li si potrà ammirare in occasione del progetto Van Gogh Multimedia e la Stanza segreta, ideato e prodotto da Navigare Srl e patrocinato dal Comune di Napoli, accolto a Palazzo Fondi fino al prossimo 26 giugno. L’esposizione, in formato digitale, presenta anche un’opera originale di Vincent e altre undici realizzate da celebri artisti attivi tra il periodo impressionista e la Belle Époque, da Cézanne, a Gauguin, da Monticelli a Toulouse-Lautrec, esposte nella sezione “Stanza segreta”. Frutto di un importante lavoro di ricerca e di riproduzione ad alta tecnologia, la mostra curata da Giovanna Strano e Maria Rosso è un’occasione unica per sfogliare l’intenso percorso artistico del pennello olandese e ammirare i suoi capolavori presenti nei musei di Amsterdam, Londra, New York e Parigi, oltre che per entrare in contatto con la particolare sensibilità che segnò l’esistenza dell’artista morto suicida a soli 37 anni. Uno spazio di oltre 700 metri quadrati accoglie l’opera di van Gogh suddivisa per aree tematiche, dai ritratti ai paesaggi, dagli autoritratti alle nature morte, mentre nella Stanza segreta appaiono per la prima volta incisioni, acqueforti, acquerelli, dipinti a olio originali e rappresentativi di un ampio periodo, dalla seconda metà dell’800 al primo ventennio del ‘900. Da non perdere la riproduzione in dimensioni reali della celebre stanza da letto della “Casa gialla” di Arles in Provenza.

Nella foto: La stanza di Vincent ad Arles, Ricostruzione nell’ambito della mostra “Van Gogh Multimedia e la Stanza segreta”
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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