Fs Italiane: ritorno all’utile e ricavi a 12,2 miliardi. Ferraris: " Ora rilancio di tutte le nostre attività "

- di: Barbara Leone
 
Margini in crescita, investimenti tecnici in aumento e ritorno all’utile netto. Sono questi i punti salienti della Relazione finanziaria 2021 delle Ferrovie dello Stato italiane approvata ieri dal Consiglio di Amministrazione del Gruppo. La Relazione, che include anche il bilancio consolidato al 31 dicembre 2021, mostra un risultato netto di esercizio positivo, pari a 193 milioni di euro, dopo i pesanti effetti sui risultati dell’anno 2020 (-562 milioni di euro) connessi con la pandemia. Saldi positivi ed in crescita per tutti i margini dell’esercizio. A cominciare dai ricavi operativi del Gruppo, che rispetto al 2020 salgono a 12,2 miliardi di euro, con un incremento complessivo di 1,3 miliardi di euro (+12,2%), cui si accompagna la crescita del margine operativo lordo (EBITDA) di 255 milioni di euro, che arriva a 1,9 miliardi di euro verso i 1,6 miliardi di euro dell’anno precedente (+15,6%). Mentre l’EBIT si attesta ad un valore positivo pari a 193 milioni di euro (con l’EBIT Margin che passa conseguentemente da -2,6% a +1,6%).

“I positivi risultati conseguiti dal Gruppo nel 2021 - dice con soddisfazione  l’Amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris - rappresentano un solido presupposto per il rilancio di tutte le nostre attività, seppure in un contesto ancora condizionato dalla coda della fase pandemica e dalle tragiche vicende belliche tuttora in corso in Ucraina. In questo quadro il Gruppo FS è chiamato a svolgere un ruolo rilevante nel perseguimento degli obiettivi del PNRR, per dotare il Paese di un sistema infrastrutturale, di mobilità e di logistica merci efficienti e integrati, nonché per contribuire a rendere le nostre città più sostenibili. Il Gruppo - prosegue Ferraris - intende anche essere protagonista del processo di transizione energetica in corso, come importante auto-produttore nazionale da fonti di energia rinnovabili. Si tratta - conclude l’Ad delle FS - di una sfida che tutti noi, donne e uomini del Gruppo FS, affronteremo con impegno e determinazione, consapevoli della centralità delle nostre attività a beneficio del sistema Paese”.

Entrando nel dettaglio della Relazione si evince che i ricavi da servizi di trasporto, pari a 5,8 miliardi di euro, segnano un incremento di 730 milioni di euro rispetto al 2020, sia in ambito nazionale che internazionale. I costi operativi dell’anno si attestano a 10,3 miliardi di euro, in crescita di 1,1 miliardi di euro (+11,5%) rispetto all’esercizio precedente; aumentano sia i costi del personale (+332 milioni di euro), sia gli altri costi operativi (+730 milioni di euro). Sul fronte degli investimenti, nonostante le oggettive complessità causate dall’emergenza sanitaria, nel 2021 il Gruppo FS ha proseguito nel suo ruolo centrale di sostegno del sistema industriale nazionale. Infatti è stato gestito un livello di spesa per investimenti tecnici mai raggiunto prima d’ora e pari a 12,5 miliardi di euro contribuendo così significativamente, con una crescita del 40% rispetto al 2020, al rafforzamento del Paese (98% investimenti sul territorio nazionale e oltre 10 miliardi in infrastrutture ferroviarie e stradali), con particolare riferimento allo sviluppo e al rinnovo dei settori trasporto, infrastruttura e logistica. In tale ambito il Gruppo ha anche garantito pieno supporto finanziario al settore delle costruzioni e degli appalti, attraverso immissione di anticipazioni ai fornitori per circa 2,6 miliardi di euro (a fronte di 1 miliardo di euro del 2020). Va poi sottolineato il decisivo ruolo del Gruppo FS nell’ambito del Programma Next Generation EU (NGEU), lanciato a fine maggio 2020. Ad oggi, dei 235 miliardi di euro (tra React EU, PNRR e Fondo Complementare) assegnati all’Italia, ben 25,2 miliardi di euro dei fondi previsti dal PNRR e dal Fondo Complementare sono stati assegnati a società del Gruppo, in particolare a Rete Ferroviaria Italiana (RFI), in qualità di soggetti attuatori. 

Parallelamente il Gruppo FS ha mantenuto un elevato livello di solidità patrimoniale e finanziaria, con mezzi propri che a fine 2021 ammontano a circa 41,6 miliardi di euro. La Posizione Finanziaria Netta (PFN), che si attesta a 8,9 miliardi di euro, si mantiene allineata a quella al 31 dicembre 2020, con un rapporto PFN/Patrimonio netto circa pari a 0,2. Un dato positivo, questo, come dimostrano i giudizi delle agenzie di rating che danno il pieno riconoscimento dell’affidabilità patrimoniale e finanziaria del Gruppo.Circa l’85% del valore economico che il Gruppo ha generato con le sue attività (ricavi da vendite e prestazioni e da proventi finanziari) è stato distribuito ai propri stakeholder. Si tratta di una quota pari a 10,4 miliardi che comprende, tra l’altro, i costi operativi, le remunerazioni ai dipendenti, i pagamenti a finanziatori e Pubblica Amministrazione. L’impatto economico che il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha generato con le sue attività e investimenti è pari all’1,6% del Valore Aggiunto nazionale mentre quello occupazionale equivale a oltre 290 mila unità, tra occupazione diretta e derivante dagli effetti indiretti e indotti. 

Sul fronte della sostenibilità ambientale, FS conferma il miglioramento del trend delle emissioni, anche a fronte di un generalizzato aumento dei consumi energetici (2,06 mln di tonnellate di CO2 equivalente contro i 2,8 mln di tonnellate del 2020). Significativo anche l’impegno nel recupero dei rifiuti speciali, che si conferma superiore al 90%.  Nel 2021 il Gruppo FS si è ulteriormente impegnato sul tema della mitigazione del rischio derivante dal cambiamento climatico, definendo un programma strutturato volto al miglioramento delle performance e dell’affidabilità del servizio, alla riduzione dei costi emergenti indotti dal clima e al rafforzamento della sicurezza di circolazione. Un ruolo significativo, in questo quadro, lo hanno avuto gli strumenti di finanza sostenibile. In particolare nel corso del 2021 sono stati collocati due green bond: il primo a marzo, per il valore di 1 miliardo di euro, a favore di Trenitalia per finanziare nuovi treni AV ETR 1000 e nuovi treni regionali Pop & Rock; il secondo, a dicembre, per il valore di 350 milioni di euro, con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), a sostegno dell’acquisto di convogli moderni ad alta velocità da parte di Trenitalia per le linee italiane e spagnole. Del resto il Gruppo FS ha da tempo avviato un percorso di accompagnamento dei propri fornitori verso l’integrazione e il consolidamento di elementi di attenzione sul fronte ambientale e sociale nella fase di approvvigionamento. Dal 2017 sono stati coinvolti più di 600 fornitori, anche attraverso l’utilizzo di EcoVadis, piattaforma tra le più accreditate a livello internazionale, per la valutazione delle performance di sostenibilità della catena di fornitura. 

L’anno 2021 ha visto inoltre l’inizio dell’operatività del Regolamento UE 2020/852 (c.d. Tassonomia UE) in tema di attività ecosostenibili. In particolare, nel corso dell’anno, tutte le società del Gruppo sono state impegnate nell’analisi e mappatura delle proprie attività al fine di definire la quota dei propri ricavi – costi e investimenti “eleggibili” ai sensi dei criteri previsti dalla stessa Tassonomia Europea. Al termine delle analisi, che proseguiranno nel 2022 con l’individuazione delle attività “allineate” ai criteri definiti dal Regolamento, è risultato che il 76,1% dei ricavi operativi del Gruppo risulta “eligible”, così come il 66,7% dei costi e la quasi totalità degli investimenti, con oltre il 99% di capex eleggibili. Per quanto concerne i fattori ESG, il Gruppo ha ricevuto la valutazione “Advanced” nel rating Moody's ESG Solutions, “B” nel rating Carbon Disclosure Project sui temi climatici e “A-” sullo scoring relativo al coinvolgimento fornitori su tali temi. Infine uno sguardo ai dipendenti FS, che  passano da 81.409 a 81.906 unità, con un turnover determinato da 8.680 risorse entrate e 8.183 uscite, prevalentemente per ricambio generazionale.
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