Il tricheco e gli umani imbecilli

- di: Barbara Bizzarri
 
La colpa come sempre accade in questi casi non è mai attribuita alla stupidità umana, purtroppo, ma agli animali il cui unico torto è fidarsi dell’uomo e di cui a breve, se si continua così, saremo privati del conforto e del sostegno: vale per Freya, la povera femmina di tricheco sacrificata in Norvegia perché considerata un pericolo per gli imbecilli che le si avvicinavano troppo per farsi i selfie - abbattere loro sarebbe inutile dato che la madre degli scemi è sempre incinta, multarli però avrebbe avuto un senso dati i continui appelli, sistematicamente ignorati, a mantenere le distanze -, vale per le povere creature rifugiate nella Sfattoria degli Ultimi a Roma, con cui si vuole introdurre un precedente pericolosissimo perché gli animali sani ivi ospitati, condannati a morte soltanto per la possibilità remota che possano contrarre la peste suina, sono a tutti gli effetti equiparabili agli animali da compagnia ergo basterà il semplice "sospetto" che gli animali siano veicolo o possano contrarre un virus qualsiasi considerato nocivo per l'uomo per sequestrare e sopprimere cani, gatti e c. nel più puro stile cinese, e vale anche per la Liguria, per esempio, dove non ci sono più maiali, tutti soppressi con scariche elettriche, comprese mamme e cuccioli, per due presunti episodi del suddetto virus, categoria oramai assurta a spauracchio dei popoli: basta agitarne lo spettro e sono tutti ginocchioni dinanzi a qualsiasi decisione, per indigesta che sia. Nel frattempo, l’UE ci fa sapere che, per una merenda o uno spuntino, hanno appena approvato tre varietà di snack: il grillo domestico, le locuste e le larve delle tarme da farina, nei supermercati a partire da marzo, un mese popolare per le decisioni oscure.

Dunque soli e sfigati sì, però con la consolazione delle locuste fritte, eppure mi sembra di ricordare che fossero un castigo biblico. Forse è questo il vero significato dell’invito a morire per Maastricht che rispedirei allegramente al mittente: se proprio ci tenete, l’epatite nelle sue mille declinazioni prendetevela voi. Diventa sempre più evidente quanto si cerchi di togliere l’umanità dagli esseri umani, educati infine a non avere pietà per niente e per nessuno a meno che non ce lo chieda l’Europa, tanto che ormai ambulanti che cercano di vendere una povera mercanzia e poveri in generale, animali, bambini, anziani e gente comune, in una parola gli indifesi, possono essere mandati al macello in senso metaforico e lato finché vigono i valori del mors tua vita mea. Da quando uccidere è diventata la misura passepartout che risolve tutto, e perché è seguita da stracciamento di vesti soltanto in alcuni casi mentre in altri crepi Sansone con tutti i Filistei o altrettanti sostituti?

Invece di essere condotti in una terra promessa grazie al progresso e alla celebre performàns di cui si blaterava negli Ottanta, oggi si viaggia al contrario verso il deserto, nell’aridità dei sentimenti, nel vuoto della mancanza di significato della stessa esistenza. Si è abdicato al buonsenso: togliere il tricheco dal fiordo ad alta densità di idiozia e metterlo al sicuro in un altro luogo magari fra i suoi simili, di certo molto più intelligenti dei nostri, era davvero infattibile ovvero troppo dispendioso? “Siamo consapevoli del fatto che la decisione possa causare una reazione da parte del pubblico, ma sono fermamente convinto che questa sia stata la scelta giusta” ha detto Frank Bakke-Jensen, capo della direzione norvegese della pesca, e ha aggiunto: “Abbiamo grande riguardo per il benessere degli animali, ma la vita e la sicurezza umana devono avere la precedenza”. Grande riguardo, dimostrato con l’eutanasia. Sarebbe bello se ogni tanto anche l’intelligenza umana avesse la precedenza, ammesso ne sia rimasto qualche barlume. I gretini e chi per loro non hanno nulla da dire su questo scempio oppure l’eliminazione coatta di un animale che era perfino considerato il simbolo del fiordo - e per fortuna, altrimenti lo avrebbero lapidato in piazza e poi offerto crudo come aperitivo - consuma poca CO2 e quindi chissenefrega? 

George Bernard Shaw scriveva, se un uomo uccide una tigre lo chiama sport, se una tigre uccide un uomo la chiama ferocia. Ecco il sunto perfetto della razza umana e della sua hybris nefasta, che peggiora di giorno in giorno e che alla fine ci lascerà tutti con il cerino in una mano e un grillo fritto nell’altra. Come è giusto che sia. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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