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Gli ospedali migliori restano al Nord: Mestre e Savigliano al vertice mentre il Sud fatica

- di: Anna Montanari
 
Gli ospedali migliori restano al Nord: Mestre e Savigliano al vertice mentre il Sud fatica

La fotografia scattata da Agenas conferma un divario ormai strutturale: la qualità dell’assistenza ospedaliera si concentra soprattutto nelle regioni settentrionali, mentre il Mezzogiorno continua a inseguire. Nel 2024 sono quindici gli ospedali che raggiungono un livello “alto” o “molto alto” in almeno sei delle otto aree cliniche valutate, una mappa dell’eccellenza che si distribuisce in modo prevalente tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, territori che da anni guidano gli indicatori di efficienza del Servizio sanitario nazionale.

Gli ospedali migliori restano al Nord: Mestre e Savigliano al vertice mentre il Sud fatica

A dominare la rilevazione sono due strutture di medie dimensioni, spesso lontane dai riflettori ma capaci di ottenere la valutazione massima in tutte le aree considerate: l’Ospedale di Savigliano, in Piemonte, e l’Ospedale di Mestre, in Veneto. Il loro risultato dimostra come un’organizzazione ben strutturata e un’efficace integrazione clinica possano garantire livelli di cura elevati anche al di fuori dei grandi poli ospedalieri.

Il Mezzogiorno in affanno
La situazione si fa più complessa scendendo lungo la Penisola. Quasi due ospedali su dieci risultano “rimandati”, con criticità più marcate in Campania e Sicilia, regioni dove carenze strutturali, difficoltà di reclutamento del personale e fragilità gestionali continuano a incidere. La mobilità sanitaria resta elevata e molti pazienti scelgono strutture del Nord per trattamenti considerati più affidabili, con un impatto significativo sui bilanci regionali.

Le regioni che non sbagliano
Umbria, Trento e Valle d’Aosta rappresentano invece esempi di stabilità e omogeneità nella qualità dell’offerta: tutte le strutture analizzate superano la valutazione senza criticità. Una conferma della solidità dei modelli organizzativi adottati, caratterizzati da continuità assistenziale e reti territoriali ben integrate.

Una fotografia utile alla programmazione
Pur non configurando una vera graduatoria, l’analisi di Agenas offre una panoramica chiara dei punti di forza e delle debolezze del sistema ospedaliero italiano. Il divario tra Nord e Sud emerge come la questione centrale: eccellenze e buone pratiche non mancano, ma restano troppo concentrate per riequilibrare la qualità complessiva del servizio. Le sfide dei prossimi anni ruoteranno attorno alla capacità di programmare investimenti mirati e ridurre progressivamente una distanza che continua a pesare sull’accesso alle cure.

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