Quando la fotografia dà voce agli ultimi. Vent’anni di Lisetta Carmi in mostra a Villa Bardini

- di: Samantha De Martin
 
Suonare forte. I tasti del pianoforte come la vita stessa che seppe affrontare con estrema libertà e coraggio, sempre alla ricerca, attraverso la fotografia, della verità racchiusa nelle più diverse situazioni, come negli sguardi. Metafora dell’esistenza della grande fotografa Lisetta Carmi, la mostra Suonare forte porta a Villa Bardini la fotografia d’autore, contribuendo a far diventare il centro espositivo fiorentino un polo fotografico nazionale insieme a Torino. L’esposizione, a cura di Giovanni Battista Martini, primo appuntamento a Firenze del progetto “La Grande Fotografia Italiana” delle Gallerie d'Italia - Torino, museo di Intesa Sanpaolo, affidato a Roberto Koch, si potrà visitare fino all’8 ottobre. Nel riallestimento fiorentino la mostra propone due sezioni speciali di approfondimento inedite dedicate all’alluvione di Firenze del 1966 e al compositore fiorentino Luigi Dallapiccola.

Il percorso inaugurato alle Gallerie d'Italia - Torino in Piazza San Carlo, che insieme alle sedi di Milano, Napoli e Vicenza costituiscono il polo museale di Intesa Sanpaolo, è ora promosso a Firenze da Fondazione CR Firenze e Parchi Monumentali Bardini e Peyron. “La collaborazione tra Fondazione CR Firenze e Intesa Sanpaolo – spiega Luigi Salvadori, presidente Fondazione CR Firenze – è una collaborazione strettissima molto importante per Firenze, perché insieme riusciamo a fare cose molto belle per il territorio di competenza. Con questo tipo di scelta Villa Bardini inizia a diventare un polo fotografico nazionale insieme a Torino”. Il visitatore è invitato a frugare tra le 180 fotografie scattate da Lisetta Carmi in vent’anni di vita professionale, tra gli anni Sessanta e Settanta, che propongono uno spaccato dei più importanti progetti fotografici della maestra dello scatto sopravvissuta alle persecuzioni razziali, e che trasformò la macchina fotografica in uno strumento per comprendere il mondo e la condizione umana.

“Il dialogo tra le Galleria d’Italia e Villa Bardini – sottolinea Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo – è un dialogo naturale e potere inaugurare un percorso che durerà qualche anno intorno alla grande fotografia italiana credo dimostri come le Gallerie d’Italia siano diventate un punto di riferimento per la valorizzazione dell’arte e della cultura, ma in modo particolare, con la sede torinese in dialogo con Villa Bardini, un momento di riflessione nazionale intorno all’importanza della fotografia. Guardare le fotografie di Lisetta Carmi oggi rende ancora più importante quel messaggio di centralità intorno alla grande fotografia italiana e alla capacità di leggere i temi del tempo presente attraverso l’occhio e la sensibilità di grandi fotografi, di grandi artisti e, in questo caso, di una donna straordinaria che ci aiuta a guardare come la società è cambiata e come ancora oggi sia importante guardare il percorso che l’Italia ha fatto con l’occhio e la sensibilità di chi ha modo di vedere meglio e di vedere in maniera ancor più approfondita e dettagliata”.

Nell’allestimento le immagini delle drammatiche condizioni dei lavoratori nel Porto di Genova, città natale di Carmi, lasciano il posto alle lavorazioni più spettacolari e pericolose come la colata dell’acciaio all’Italsider, alle giovani operaie nel sugherificio di Calangianus, in Sardegna, alle donne incontrate in Israele, India, Afghanistan, Venezuela, Marocco, Messico. Intensi i quarantadue scatti ripresi nel sottosuolo di Parigi, coraggiosi quelli che raccontano l’assidua frequentazione con la comunità dei travestiti, dal 1965 al 1971, nel centro storico genovese, con i quali Carmi rivendica il diritto di ogni individuo a determinare la propria identità di genere. Sono scatti in bianco e nero e a colori, questi ultimi riscoperti pochi anni fa nell’archivio della fotografa. Nel febbraio 1966, a Sant’Ambrogio di Zoagli, un incontro di appena quattro minuti bastò per restituire a Carmi un’intensa serie di ritratti del poeta Ezra Pound, esposta in mostra integralmente. La prima vita da pianista di Lisetta Carmi, che a soli dieci anni imparò a suonare il pianoforte, dialoga con la fotografia nel lavoro dedicato al Quaderno musicale di Annalibera, del compositore fiorentino Luigi Dallapiccola. Gli undici fotogrammi astratti costituiscono l’interpretazione grafica degli undici brani scritti dal musicista per il compleanno della figlioletta e sono accompagnati da quattro ritratti del maestro.

La sezione dedicata all’alluvione di Firenze del novembre 1966 è inedita. “Arrivai in una città sconvolta. Per due giorni e una notte fotografai migliaia di libri bagnati e salvati per miracolo dai volontari, automobili capovolte, mele annegate nel fango, seggiole, bottiglie e fiaschi che galleggiavano nelle strade invase dall’acqua fangosa” avrebbe raccontato in seguito la stessa fotografa. “Suonare forte è in qualche modo una metafora della vita di Lisetta Carmi – spiega il curatore della mostra Giovanni Battista Martini – che ha sempre affrontato la sua esistenza con estrema libertà, forza, chiarezza, sempre alla ricerca, attraverso in questo caso la fotografia, della verità di quello che lei osservava. Questa mostra vuole raccontare alcuni dei lavori più importanti che Carmi ha realizzato in questi venti anni di fotografia.

Il catalogo della mostra è realizzato da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira. L’esposizione si potrà visitare da martedì a domenica dalle 10 alle 21 (ultimo ingresso alle 20).



Nella foto: Lisetta Carmi. Suonare forte, Allestimento della mostra a Villa Bardini | Foto: © Cristina Andolcetti
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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