Nuovo accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo: 7 miliardi di euro per le imprese pugliesi

- di: Barbara Leone
 
Si è svolta ieri a Bari la tappa regionale del roadshow di presentazione del nuovo accordo tra Confindustria e Intesa Sanpaolo per la crescita delle imprese. L’accordo, basato sul percorso congiunto “Competitività, Innovazione, Sostenibilità”, è stato presentato da Emanuele Orsini, Vice Presidente per Credito, Finanza e Fisco di Confindustria, e Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo. Il suddetto accordo mette a disposizione 7 miliardi di euro per le imprese pugliesi, nell’ambito dei 150 miliardi del plafond nazionale, per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo su questi tre driver fondamentali per la crescita e in coerenza con il Pnrr. Ad aprire i lavori, i saluti di Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia, e di Alberto Pedroli, Direttore Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo. Nel corso dell’incontro sono intervenuti Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, che ha illustrato il contesto economico nel quale si trovano a operare le imprese regionali, e Luca Felletti, Responsabile Finanziamenti Agevolati di Intesa Sanpaolo, che ha approfondito gli assi strategici del protocollo. L’accordo, di durata triennale, è stato firmato lo scorso ottobre dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi e da Carlo Messina, Consigliere Delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo. Esso pone al centro iniziative a supporto delle aziende in ambito di digitalizzazione e innovazione, rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale, potenziamento delle filiere e sostenibilità.

“Oggi – ha affermato Emanuele Orsini, Vice Presidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco – sono tante le sfide che le nostre imprese devono affrontare: il costo delle materie prime, lo shock energetico, una situazione geopolitica internazionale molto complessa. In questo scenario la priorità rimane quella di continuare a far arrivare loro la liquidità necessaria per affrontare le molteplici emergenze che mettono a rischio la crescita e il benessere dell’intera società. Senza, però, dimenticare che lo sguardo deve rimanere rivolto al futuro, oltre il contingente. Dobbiamo avere - ha aggiunto Orsini - l’ossessione della crescita e mettere in campo ogni strategia che possa consentire alle imprese di continuare a investire per esprimere pienamente le loro potenzialità e cogliere le opportunità offerte dai grandi processi di trasformazione in atto. Se non abbiamo capacità di crescita non avremo la possibilità di restituire il debito e l’andamento dei tassi sui mercati finanziari deve far scattare più di un campanello d’allarme. La ripresa - ha detto in conclusione Orsini - è a portata di mano a patto di sfruttare l’occasione di investimento e riforma offerta dal Pnrr e di promuovere investimenti in innovazione e ricerca, favorendo lo sviluppo delle filiere, la patrimonializzazione e il riequilibrio della struttura finanziaria delle aziende. Senza dimenticare l’importanza di assicurare il massimo sostegno, finanziario e di servizio, nella doppia transizione digitale e sostenibile”.

Sulla stessa linea Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, che ha dichiarato: “Per i piani di crescita delle imprese pugliesi mettiamo in campo 7 miliardi di euro, nell’ambito del plafond nazionale di 150 miliardi, rinnovando l’azione congiunta con Confindustria. Sosteniamo il sistema produttivo meridionale per superare questa fase di rinnovata incertezza e rilanciare la ripresa che si stava consolidando dopo la pandemia, con l’obiettivo di sfruttare la nuova centralità energetica e logistica del Mezzogiorno per dare vita a un’economia strutturalmente più robusta. Siamo in prima linea per incentivare gli investimenti sostenibili, favorire gli accordi di filiera e valorizzare le potenzialità di settori regionali strategici come l’agroalimentare, il turismo e l’aerospazio. Gli elementi alla base di questo accordo rientrano nel nostro impegno complessivo ad attivare, nell’arco del Pnrr, erogazioni a medio-lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle Pmi”. Mentre il Presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana ha sottolineato l’importanza di questo “importante e rinnovato rapporto di collaborazione necessario a ridare slancio all’economia, soprattutto in un momento così difficile, che richiede un più stretto dialogo tra banche e imprese. È di fondamentale importanza promuovere il rafforzamento patrimoniale e finanziario del sistema delle Pmi, attraverso l’intensificazione della collaborazione con il sistema creditizio. È per questo necessario intervenire con strumenti specifici e mirati a sostenere e facilitare l'accesso al credito delle imprese, anche consentendone una adeguata patrimonializzazione e crescita dimensionale”. Alberto Pedroli, Direttore Regionale Basilicata, Puglia e Molise di Intesa Sanpaolo, ha invece spiegato che “la transizione digitale e lo sviluppo di nuove tecnologie, punti centrali dell’accordo siglato con Confindustria, rappresentano asset strategici per la crescita dell’economia dei nostri territori e per questo rinnoviamo il nostro impegno a sostenere gli investimenti in progetti all’avanguardia nel Sud Italia. Nelle regioni di mia competenza - ha aggiunto Pedroli - abbiamo già erogato finanziamenti per circa 10 milioni di euro a startup e Pmi innovative, di cui deteniamo rispettivamente il 30% e il 60% delle quote di mercato. Inoltre, il prezioso contributo garantito dal nostro Innovation Hub di Bari ci ha consentito nel corso degli anni di costruire una solida rete di relazioni locali con imprese, incubatori, centri di ricerca e università”.

L’intesa consolida e rinnova la collaborazione ultradecennale tra Intesa Sanpaolo e Confindustria che, grazie a un’interpretazione sinergica e condivisa del rapporto tra banca e impresa, si è rafforzata nel corso degli ultimi anni. A partire dal 2009 sono stati sottoscritti diversi accordi improntati a una visione di politica industriale di ampio respiro, finalizzati a rendere la finanza e il credito componenti strategiche al servizio della competitività del mondo imprenditoriale. Iniziative congiunte hanno consentito di supportare decine di migliaia di imprese con credito per oltre 200 miliardi di euro, affiancandole nelle fasi più critiche di uno scenario economico in continua evoluzione. Occorre sottolineare che il tessuto socio-economico della Puglia si caratterizza per un’elevata densità abitativa (201,3 abitanti per kmq; Italia 196,1) e una discreta diffusione di imprese (84 ogni 1.000 abitanti; 87 in Italia) principalmente di dimensioni piccole e micro: il 79% degli addetti sono impiegati in unità locali con meno di 50 dipendenti; in particolare le micro-imprese (1-9 addetti) impiegano il 56% degli addetti (47% in Italia). L’agricoltura ha un peso economico rilevante se confrontato col dato nazionale (4% del valore aggiunto regionale, l’Italia si ferma al 2,2%), ed è alla base di alcune eccellenze ortofrutticole, da cui derivano prodotti certificati come l’olio di oliva e il vino (65 le produzioni DOP, IGP e STG, 38 delle quali sono vini). La Direzione Studi e Ricerche ha mappato all’interno di questo territorio tre distretti specializzati nell’agroalimentare: l’ortofrutta del barese, l’olio e la pasta del barese, l’ortofrutta e le conserve del foggiano. Decisamente rilevante è il peso economico del terziario che genera il 77,3% del valore aggiunto regionale (73,9% in Italia), grazie anche al contributo del turismo. Il territorio nel 2019 contava oltre 15 milioni di turisti (pari a circa il 3,5% del totale in Italia). La maggiore presenza di turisti italiani nel territorio pugliese e la forte stagionalità, concentrata nei mesi estivi, hanno consentito a questo territorio di registrare minori cali negli anni della pandemia da Covid-19 in confronto alla media italiana (Puglia 2020 rispetto al 2019: -34,4%; 2021 rispetto al 2019: -10,1%; Italia rispettivamente -52,3% e -33,8%).

La vocazione industriale pugliese è relativamente contenuta e genera il 18,6% del valore aggiunto regionale (rispetto al 23,9% dell’Italia). Questo dato incide poi sulla propensione all’export, anch’essa limitata: 12,7% in confronto al 29,3% dell’Italia. Tuttavia, nel tempo sono emersi importanti segnali positivi, con una crescente presenza sui mercati esteri. Le esportazioni nel 2021 sono state pari a circa 8,6 miliardi di euro, con una crescita del 15,7% rispetto al 2008, grazie ai risultati di alcuni settori come l’agroalimentare (+732 milioni di euro) e l’automotive (+651). Sono cresciuti anche gomma e plastica, meccanica, chimica e aeromobili. Il conflitto in Ucraina è arrivato in un momento di ripresa per l’economia pugliese, con l’export cresciuto del 4,9% nel 2021. Il buon andamento delle esportazioni è proseguito anche nel primo trimestre dell’anno, con un progresso tendenziale del 26%, grazie a una crescita quasi generalizzata, e spiegata solo in parte dall’aumento dei prezzi all’export. Nel complesso la regione presenta una bassa esposizione commerciale verso la Russia e l’Ucraina: in questi mercati nel 2021 ha registrato valori di export pari a 86 milioni di euro, ossia l’1% del totale, una percentuale che si è ridotta rispetto al 2008 quando era pari all’1,4%. Si tratta comunque di un dato medio: per alcuni comparti pugliesi, infatti, il peso di questi mercati è più elevato. È questo il caso ad esempio della meccanica, del tessile e abbigliamento con percentuali che si aggirano intorno al 3%. Il maggiore canale di trasmissione della guerra è rappresentato dai rincari dei prezzi delle materie prime. La revisione al rialzo dei prezzi del petrolio e, soprattutto, del gas naturale, penalizzerà in modo significativo il reddito disponibile dei consumatori e i margini delle imprese, con effetti sia sui consumi che sugli investimenti. Il conflitto in Ucraina rende ancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento causati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani caratterizzati dalla presenza di filiere ben ramificate a livello locale. I prossimi anni saranno dunque decisivi per l’Italia, ma anche per l’economia della Puglia. Il Pnrr potrà favorire un intenso processo di riforme e rilanciare investimenti in digitale, transizione green, infrastrutture, formazione e ricerca, con un’attenzione particolare a giovani, donne e precari.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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