Quattro passi nell’arte. Dai paesaggi di Constable alla Roma medievale

- di: Samantha De Martin
 
Una Roma che non c’è più, nascosta tra le pieghe della storia, dell’architettura, dell’arte, guida il visitatore, vestito dei panni di un pellegrino medievale, alla scoperta dell’antico volto della città. Alcuni chilometri a nord, Torino svela i paesaggi di John Constable, tra i massimi esponenti della pittura romantica inglese, attraverso importanti prestiti in arrivo dalla Tate di Londra. Le mostre a Palazzo Braschi e alla Venaria Reale sono solo due dei tanti appuntamenti del weekend alle porte. Ecco gli altri eventi da non perdere tra il 29 e il 30 ottobre.

A Milano le Pietà di Michelangelo a confronto

Le tre Pietà di Michelangelo, nella forma dei loro calchi in gesso otto-novecenteschi, si incontrano eccezionalmente nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale. Ad accoglierle fino all’8 gennaio è uno spettacolare allestimento firmato da Massimo Chimenti, con tre lunghi teli, dispiegati per tutta l’altezza della sala a fare da sfondo alle sculture, accentuandone l’intensa carica religiosa evocata dallo scultore in tre diverse fasi della sua vita. Da giovane Michelangelo realizzò la Pietà Vaticana, seguita, nella tarda maturità, dalle cosiddette Pietà Bandini di Santa Maria del Fiore a Firenze, e dalla Pietà Rondanini del Castello Sforzesco di Milano. Attraverso i calchi in gesso il visitatore è invitato a cogliere la sensibilità raggiunta dal genio toscano nel corso della sua lunga vita, dal poderoso lavoro giovanile di impronta classicista alla scultura non finita degli ultimi giorni. 

Constable in mostra a Torino

Fino al 5 febbraio John Constable, tra i massimi esponenti della pittura romantica inglese, porta alla Venaria Reale la sua vicenda artistica raccontata attraverso le opere della Tate di Londra e organizzata in collaborazione con questa prestigiosa istituzione, nell'ambito dell’accordo quadro siglato lo scorso anno con Fondazione Torino Musei e GAM Galleria d’Arte Moderna di Torino. Spetta a oltre cinquanta opere, dagli schizzi ai dipinti di piccole dimensioni realizzati en plein air, in modo precocemente impressionista, fino agli ampi paesaggi romantici come la celebre veduta di Stratford Mill, ripercorrere la vita e la carriera dell’artista, i luoghi del cuore del pittore che, a differenza di Turner, preferì raffigurare una pittura accogliente e rassicurante. Dalla campagna ridente e rigogliosa del Suffolk, dove è nato e cresciuto, alle suggestive cittadine di Salisbury, Hampstead e Brighton che l’artista frequenta in compagnia della famiglia e degli amici, il pubblico segue i luoghi di Constable emblematici per la storia dei suoi “affetti”. Dopo la tappa alla Reggia di Venaria, i prestiti torneranno nel Regno Unito alla Tate e per lungo tempo non saranno più visibili fuori dall’Inghilterra.

A Reggio Emilia un’Italia “in-attesa”

In dodici racconti fotografici in mostra fino all’8 gennaio a Palazzo da Mosto, l’Italia sospesa, trasformata, interdetta durante il lockdown provocato dal Covid, si mostra al pubblico, delineata dalla sensibilità di grandi maestri della fotografia. In questo tempo diverso dove anche lo spazio, l’architettura e l’ambiente diventano “altro” quando l’uomo non li abita, il racconto di fotografi come Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge, lontano dagli stereotipi del belpaese, parla di paesaggi spaesati dove domina l’assenza di vita umana. I loro racconti parziali, soggettivi, introducono lo spettatore a nuovi punti di vista, modificando le consuete poetiche di narrazione dello spazio fisico. Se al centro del lavoro di Paola De Pietri sono i paesaggi onirici di Rimini e Venezia, i paesaggi montani tanto cari a Walter Niedermayr, solitamente logorati dal turismo di massa, appaiono qui quasi spettrali nell’assenza di presenza umana.

A Palazzo Braschi un salto nella Roma medievale

Simile a un pellegrino, il visitatore di Palazzo Braschi, a Roma, attraversa le pieghe della storia per un viaggio di scoperta (e riscoperta) della Roma medievale. Fino al 5 febbraio la mostra "Roma medievale. Il volto perduto della città” affida a oltre 160 opere il compito di raccontare la Roma tra il VI e il XIV secolo per molti versi “nascosta” tra i fasti delle rovine antiche e lo splendore dei palazzi rinascimentali, delle piazze e chiese barocche. Dal tempo di papa Gregorio Magno all’indizione del primo Giubileo del 1300, gli ospiti sono invitati a far luce sull’aspetto di una città ancora in parte superstite, anche se spesso nascosta, muovendosi tra mosaici, affreschi e opere mobili messe a disposizione da 60 prestatori  Oltre a immergersi nel contesto ambientale, oggi profondamente modificato, il pubblico potrà prendere in esame le ricche committenze di papi e cardinali, l’attività di artisti e botteghe artigiane che contribuivano al fascino esercitato dall’Urbe, ambita meta di pellegrinaggio anche per re e imperatori. Una selezione di oggetti offrirà un’idea della vastità e della ricchezza di opere d’arte che caratterizzava il complesso del Laterano, prima basilica cristiana, cattedrale di Roma e sede dei pontefici durante il Medioevo, e poi San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura, Santa Maria Maggiore. 

Nella foto: Rendering Sala delle Cariatidi: nella fase Dettagli d’autore vengono proiettate gigantesche immagini sui sudari che fanno da sfondo a ciascuna opera
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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