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Acqua termale: riduce infiammazione da Covid

- di: Redazione
 
Acqua termale: riduce infiammazione da Covid

Dalle profondità dei Colli Euganei emerge una notizia che intreccia la tradizione millenaria delle terme con la ricerca scientifica più avanzata. Uno studio pubblicato sulla rivista “Biomedicine” e condotto da un team multidisciplinare dell’Università di Padova dimostra che le acque salsobromoiodiche euganee, già note per le proprietà terapeutiche, possono ridurre la risposta infiammatoria indotta dalla proteina Spike del virus SARS-CoV-2.

Acqua termale: riduce infiammazione da Covid

La ricerca, durata oltre due anni, è stata realizzata in collaborazione con il Centro Studi Termali Pietro d’Abano, con il sostegno di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, della Fondazione Cariparo e con il patrocinio del Comune di Abano Terme, territorio che vanta una delle più importanti tradizioni termali d’Europa. Lo studio ha osservato il comportamento di cellule epiteliali umane delle vie respiratorie esposte in vitro alla proteina Spike del Covid e trattate con acqua termale.

La scoperta scientifica: infiammazione ridotta e difese mucosali rafforzate
Il professor Stefano Masiero, del Dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo patavino e corresponding author del lavoro, ha spiegato come il trattamento con acqua termale abbia evidenziato una netta riduzione delle citochine infiammatorie e una modulazione dell’attività del recettore ACE2, il principale punto d’accesso del virus alle cellule.
A sottolineare l’importanza dei risultati è anche Fabrizio Caldara, coautore della ricerca e direttore scientifico del Centro Studi Termali: «Questo studio dimostra come l’acqua termale salsobromoiodica, naturalmente ricca di sali minerali, possa ridurre la produzione di molecole pro-infiammatorie indotte dalla Spike e suggerisce che il trattamento possa rafforzare le difese delle mucose e limitare il legame del virus ai recettori cellulari. Sebbene l’indicazione richieda ulteriori conferme cliniche, la nostra acqua si conferma una risorsa terapeutica naturale utile nel supporto alle infezioni respiratorie, senza rischi di trasmissione virale».

Un nuovo ruolo per la tradizione termale
Nel pieno della pandemia, i centri termali hanno sofferto un drastico calo di presenze per il timore del contagio. Lo studio padovano apre invece una prospettiva differente: le terapie inalatorie termali, sicure e ben tollerate, potrebbero essere di supporto per ridurre la risposta infiammatoria delle vie respiratorie durante infezioni virali.
Non si tratta, precisano gli scienziati, di un trattamento sostitutivo delle terapie farmacologiche, ma di un possibile alleato per la prevenzione e la gestione delle complicanze infiammatorie. In caso di conferme cliniche, il risultato potrebbe avere un impatto significativo non solo per il Covid-19, ma anche per altre patologie respiratorie, incluse quelle provocate da nuovi virus emergenti.

Un impatto che va oltre la sanità
Se i dati sperimentali saranno validati in ambito clinico, il riconoscimento del potenziale terapeutico delle acque euganee potrebbe avere anche ricadute socio-economiche rilevanti. Il distretto termale di Abano e Montegrotto rappresenta un pilastro dell’economia veneta e italiana: un comparto che unisce salute, turismo e benessere, con migliaia di lavoratori e un indotto diffuso sul territorio.
Un’eventuale integrazione delle cure termali nei protocolli di supporto alle infezioni respiratorie potrebbe rilanciare il settore dopo gli anni difficili della pandemia, offrendo al contempo al Servizio sanitario nazionale uno strumento complementare a basso costo e con limitati effetti collaterali.

Prospettive per la sanità pubblica
Gli autori dello studio insistono sulla necessità di proseguire con studi clinici controllati per verificare la reale efficacia del trattamento su pazienti affetti da malattie respiratorie virali. Se confermata, l’acqua termale euganea potrebbe diventare parte integrante di programmi di prevenzione e riabilitazione, contribuendo a ridurre il carico di ospedalizzazioni e a migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Scienza, territorio e innovazione

L’esperienza padovana mette in luce come la ricerca scientifica possa valorizzare risorse naturali radicate nel territorio, creando nuove sinergie tra università, istituzioni locali e operatori privati. Il coinvolgimento di realtà come Federalberghi Terme e della Fondazione Cariparo dimostra la rilevanza economica e sociale di questo approccio, che unisce tutela della salute, valorizzazione del patrimonio naturale e sviluppo sostenibile.

In un’epoca in cui le sfide sanitarie globali richiedono soluzioni integrate e accessibili, la combinazione tra tradizione termale e innovazione biomedica appare come una strada promettente: non solo per la salute delle persone, ma anche per il futuro di un comparto che da secoli è sinonimo di cura e di ospitalità.

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