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Tragedia nei cieli dell'Estremo Oriente russo, ritrovata la fusoliera in fiamme

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Tragedia nei cieli dell'Estremo Oriente russo, ritrovata la fusoliera in fiamme

Le speranze si sono spente con il fuoco. La fusoliera del velivolo Antonov scomparso ieri nell’Estremo Oriente russo è stata localizzata dai soccorritori ancora in fiamme, in una radura a circa 15 chilometri dalla città di Tynda, nella regione dell’Amur. L’aereo, un bimotore turboelica operato dalla compagnia Angara Airlines, aveva a bordo 49 persone, tra cui due bambini e sei membri dell’equipaggio. Il ministero russo per le Emergenze, citato dall’agenzia Tass, ha confermato il ritrovamento dei rottami incendiati, aggiungendo che le operazioni di spegnimento e recupero sono ancora in corso in una zona difficile da raggiungere via terra.

Tragedia nei cieli dell'Estremo Oriente russo, ritrovata la fusoliera in fiamme

Il volo era partito da Irkutsk diretto a Tynda, un collegamento regionale tra aree lontane dai grandi centri urbani ma fondamentali per il sistema infrastrutturale siberiano. Poco prima dell’atterraggio, l’aereo aveva segnalato problemi tecnici non meglio precisati e perso il contatto radio con la torre di controllo. I radar ne avevano registrato l’ultima posizione mentre sorvolava un’area boschiva a nord-est della città, poco prima di sparire dagli schermi. Le squadre di emergenza sono state mobilitate immediatamente, ma le condizioni meteo e la conformazione del territorio hanno reso difficili le operazioni di ricerca.

Le prime ipotesi sulle cause dell’incidente
Al momento le autorità non escludono alcuna pista: guasto meccanico, errore umano, condizioni atmosferiche avverse. Le indagini, coordinate dall’Agenzia federale per l’aviazione e da un’unità speciale della procura russa, si concentrano ora sul contenuto delle scatole nere, che si spera siano recuperabili nonostante le fiamme. L’Antonov coinvolto era un modello An-24, un velivolo ancora impiegato in molte aree remote della Russia per la sua robustezza, ma soggetto a una lunga serie di incidenti negli ultimi decenni. La compagnia Angara Airlines, con base a Irkutsk, è una delle realtà regionali più attive nella Siberia orientale.

Una compagnia sotto esame

Angara Airlines aveva già registrato episodi critici in passato, anche se di portata minore. I sindacati dei piloti avevano denunciato più volte carenze nella manutenzione e turni di lavoro eccessivi, soprattutto nei periodi invernali e in coincidenza con i grandi spostamenti stagionali. Tuttavia, non erano emerse finora violazioni tali da determinare il ritiro di licenze operative. Dopo la tragedia, il Comitato interstatale per l'aviazione ha disposto un audit urgente sui protocolli di sicurezza adottati dalla compagnia e un’ispezione straordinaria sull’intera flotta.

Dolore e silenzio nella città di Tynda
A Tynda, centro ferroviario e minerario di circa 30.000 abitanti, la notizia della tragedia ha scatenato dolore e sgomento. Molti dei passeggeri erano residenti della zona, lavoratori e famiglie che tornavano a casa dopo un periodo di impiego in altre città della regione. Le autorità municipali hanno aperto un centro di assistenza psicologica per i familiari, mentre si prepara una giornata di lutto cittadino. Il sindaco ha definito l’evento “una ferita profonda che colpisce tutta la comunità”, annunciando una cerimonia pubblica non appena sarà possibile il riconoscimento delle vittime.

Le reazioni di Mosca e le implicazioni per l’aviazione civile
Il governo centrale segue da vicino l’evolversi della situazione. Il ministro dei Trasporti ha richiesto un’informativa urgente sulle condizioni operative degli aerei An-24 in servizio in Russia, mentre il Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov, ha espresso il cordoglio del presidente Vladimir Putin e assicurato “massima attenzione da parte dello Stato al supporto delle famiglie delle vittime e alla prevenzione di simili disastri”. L’incidente solleva però interrogativi più ampi sulla tenuta del sistema dell’aviazione civile russa, in particolare nelle regioni orientali, dove il trasporto aereo rappresenta spesso l’unica via di collegamento tra centri distanti centinaia di chilometri.

Un lutto che attraversa la Siberia
L’immagine della fusoliera in fiamme tra gli alberi dell’Amur segna un nuovo capitolo oscuro nella storia dell’aviazione russa. In un Paese vastissimo, dove volare è spesso un gesto quotidiano necessario, la sicurezza aerea diventa anche un indicatore del rapporto tra centro e periferia, tra risorse e diritti, tra modernizzazione e abbandono. La tragedia dell’Antonov ripropone domande su mezzi, personale, infrastrutture. Ma oggi, tra le foreste gelate e le stazioni ferroviarie di Tynda, c’è spazio solo per il lutto.

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