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Agricoltura, l’Italia tiene la rotta: produzione +0,6%, occupazione +0,7% nel 2024

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Agricoltura, l’Italia tiene la rotta: produzione +0,6%, occupazione +0,7% nel 2024

Una crescita contenuta ma solida. È questa la sintesi del 2024 per il comparto agricoltura, silvicoltura e pesca secondo l’Istat, che registra un aumento dello 0,6% della produzione in volume e dello 0,7% dell’occupazione. Numeri che non raccontano un boom, ma una tenuta significativa in un contesto ancora fragile, segnato dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e dalla volatilità dei mercati. Il valore aggiunto del settore cresce in termini reali del 2%, raggiungendo i 44,4 miliardi di euro su un totale della produzione di 77,1 miliardi.

Agricoltura, l’Italia tiene la rotta: produzione +0,6%, occupazione +0,7% nel 2024

I dati aggregati nascondono però squilibri interni. Alcuni segmenti si mostrano in netta espansione: la frutta vola a +10,8%, le patate segnano un +10%, i legumi secchi crescono del 7,8%. È una stagione positiva anche per il vino (+4%), gli ortaggi (+2,4%), la zootecnia (+0,8%) e le coltivazioni industriali (+1,7%). Altri, invece, accusano il colpo: cereali in calo del 6,9%, agrumi giù del 6,3%, olio d’oliva in flessione del 4,7%. Una mappa produttiva a macchia di leopardo, segno che la resilienza del settore passa sempre più dalla diversificazione e dalla capacità di adattarsi a condizioni imprevedibili.

Prezzi agricoli in rialzo contenuto, input in forte calo
Il 2024 segna anche un rallentamento dell’inflazione agricola. I prezzi dei prodotti aumentano dell’1,8%, quasi la metà rispetto al +3,6% del 2023. A influenzare questo andamento è soprattutto il crollo dei costi dei beni e servizi impiegati nel settore: -7,1%. Un dato che alleggerisce i bilanci aziendali, anche se resta il tema degli investimenti: quelli fissi lordi in volume sono in calo dell’1,4%, segnalando una prudenza che rischia di pesare sulla modernizzazione del comparto. Le retribuzioni lorde salgono dello 0,8%, confermando un andamento moderatamente positivo del lavoro agricolo.

L’Italia resta al vertice europeo per valore aggiunto
Nel confronto europeo, l’Italia si conferma prima per valore aggiunto nel settore agricolo e terza per valore della produzione, molto vicina alla Germania. Una posizione che racconta la centralità strategica dell’agroalimentare italiano nel contesto Ue. Ma anche una sfida: quella di consolidare la propria leadership investendo nella qualità, nella sostenibilità e nella resilienza climatica. Perché dietro le cifre dell’Istat non c’è solo il racconto di un’annata. C’è il profilo di un settore che, tra alti e bassi, continua a rappresentare una delle architravi dell’economia del Paese.

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