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Anaao a Motore Sanità: “Traditi i principi del SSN. Cresce l’insoddisfazione mentre i tagli hanno raggiunto livelli record”

- di: Barbara Bizzarri
 
Anaao a Motore Sanità: “Traditi i principi del SSN. Cresce l’insoddisfazione mentre i tagli hanno raggiunto livelli record”

Il report dell'Associazione Medici Dirigenti evidenzia una pagina critica, tutta in negativo, del sistema salute: troppi tagli, che hanno determinato la situazione drammatica che ormai è sotto gli occhi di tutti.

“Il mondo medico sarà sempre più al femminile, ma non a misura di donna - ha dichiarato Silvia Mengozzi, Presidente del Consiglio Nazionale Anaao Assomed - Associazione Medici Dirigenti, nel corso dell’evento Mega Salute, organizzato da Motore Sanità -. In Italia le donne medico sono oltre 400 mila, poco meno del 70% del personale assunto nel Servizio Sanitario Nazionale. Il lavoro all’interno del mondo sanitario è ancora saldamente plasmato sui medici uomini, che detengono le cariche apicali e determinano dinamiche che tuttavia li riguardano sempre meno, almeno dal punto di vista numerico”.

Anaao a Motore Sanità: “Traditi i principi del SSN. Cresce l’insoddisfazione mentre i tagli hanno raggiunto livelli record”

Nel corso del suo intervento, Mengozzi sottolinea le preoccupazioni della dirigenza medica e sanitaria, che fatica a rappresentarsi nel nostro Paese perché il quadro generale è estremamente critico. In più, c’è l’indagine di Anaao Assomed che fa tremare: “Più della metà (56,1%) tra medici e dirigenti sanitari è insoddisfatta delle condizioni del proprio lavoro e 1 su 4 (26,1%) anche della qualità della propria vita di relazione o familiare. È necessario rendere più attraente la professione medica, altrimenti sarà un grande problema nel prossimo futuro garantire salute ai nostri assistiti e alla popolazione italiana. I principi di universalità, uguaglianza ed equità del Servizio Sanitario Nazionale sono stati traditi e le conseguenze sono importanti: lunghissimi tempi di attesa, aumento della spesa privata, diseguaglianze nell’accesso alle cure, inaccessibilità alle innovazioni, mobilità sanitaria, rinuncia alle cure e riduzione dell’aspettativa di vita. C’è bisogno di cambiare rotta, ma ce la faremo?”.

E prosegue: “Ce la faremo a ribaltare questi numeri, provocati dalla razionalizzazione della spesa che ha portato dal 2010 ad oggi a continui tagli con molti segni meno? Ovvero: meno 4.800 medici ospedalieri, meno 9.000 infermieri, meno 8.000 medici di medicina generale, meno 30.492 posti letto, meno 111 ospedale, meno 113 pronto soccorso. Auspichiamo la firma di un nuovo contratto collettivo nazionale che scenda in maniera specifica in quelle che sono le esigenze dei dipendenti sanitari del servizio sanitario nazionale e un nuovo disegno del servizio sanitario nazionale italiano che prosegua nella strada indicata del 1978 in un mondo innovativo, digitale, tecnologico e al femminile”.

Secondo Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed serve cambiare il modello organizzativo, facendolo crescere, investendoci maggiormente, prendendo in carico il paziente, evidenziando le qualità dei professionisti e facendoli crescere: “Se da una parte l’ospedale non ha più una caratterizzazione chiara del suo ruolo, gli accessi sono tutti in pronto soccorso, il 60% degli accessi sono secondi accessi, dall’altra parte c’è il professionista che è ingabbiato contrattualmente, professionalmente, economicamente, anche in termini di possibilità di carriera. Un contratto che non qualifica professionalmente, non qualifica socialmente, che non gratifica per i livelli di impegni profusi. Un modello che non regge più e da riorientare, insoddisfacente anche se fosse rifinanziato al 10 per cento del Pil. È il modello organizzativo che non regge”.

Quindi, il Segretario Nazionale lancia un appello: “Serve una flessibilità contrattuale e professionale e una idea chiara del percorso che il paziente deve seguire dal domicilio al territorio all’ospedale e al suo rientro a casa. E ci vuole una definizione organica chiara così come una definizione delle risorse con cui attuare questi nuovi sistemi. Più che assenza di risorse è l’assenza di volontà di puntare sulla salute il nodo da sciogliere, come una priorità del Paese se è vero che le percentuali di investimenti rispetto al Pil sono vari punti dietro le altre nazioni europee. Non è più tempo di proteste sotto traccia ma di azioni eclatanti per smuovere le acque. Non deve cambiare solo il modello di lavoro del medico di medicina generale, ma anche il rapporto di lavoro con chi ci offre lavoro. Il medico deve curare non timbrare il cartellino e la sua azione professionale deve tornare centrale”.

Per Anaao Assomed, infine, le leve strategiche per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale portano il nome di innovazione tecnologica, intelligenza artificiale e big data, investimenti in digitalizzazione, nuove tecnologie, ricerca, nuovi farmaci e personale: “Dobbiamo crederci, dobbiamo difendere la nostra professione e il sistema salute”, ha concluso Silvia Mengozzi.

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