Un viaggio sorprendente nel tempo: urne, bronzi e resti del pasto funebre emergono perfetti.
Un tesoro incorrotto: sintesi emozionante
Nella necropoli dell’Osteria presso Vulci (Lazio, tra Montalto di Castro e Canino), gli archeologi del Parco Archeologico, insieme alla Soprintendenza, hanno scoperto una tomba etrusca intatta, sigillata da oltre 2.600 anni. La scoperta — una rarità assoluta in questa regione — offre uno spaccato inedito sulla vita e le credenze di un’antica società alla vigilia dell’inflessione greco‑romana.
Cronaca dello scavo e reazione emozionale
La tomba, identificata come “Tomba 58”, è stata trovata in aprile, ma aperta ufficialmente solo il 27 ottobre 2023, alla presenza delle autorità locali. La rimozione dei massi di tufo – blocchi di circa 40 kg – è avvenuta con estremo rispetto, per non sconvolgere l’atmosfera originaria.
L’architetto-scavo ha rilevato una struttura a doppia camera ricavata nel tufo, con dromos, vestibolo e due ambienti interni: un esempio unico di pianta funeraria etrusca.
Corredo perfetto: utensili, ceramiche e urne
All’interno, perfettamente conservati, sono emersi circa 30 vasi in bucchero nero, coppe, unguentari in vetro, brocchette e anfore.
Notevole la presenza di due anfore greche provenienti da Chio, simbolo del commercio vitivinicolo tra Grecia ed Etruria. Inoltre, una fuseruola in impasto – usata per filare – indica trattarsi della sepoltura femminile di una donna benestante.
Il banchetto funebre: un momento congelato nel tempo
La scoperta più emozionante: un braciere in bronzo contenente resti carbonizzati e spiedi di metallo testimoniano il “pasto che non ebbe fine”, l’ultimo pasto rituale prima della chiusura della tomba.
Come sottolinea la dottoressa Simona Carosi, “la tomba ci restituisce in modo straordinario il banchetto funerario com’era stato predisposto secoli fa”.
Architettura, status e significati sociali
La pianta della tomba rivela l’alto status del defunto: doppia camera, accesso monumentale e ambienti separati per il banchetto e la deposizione funeraria. L’assenza di armi e la presenza della fuseruola escludono un defunto maschile guerriero, confermando una donna aristocratica.
La scoperta conferma Vulci come nodo commerciale e culturale tra Etruria, Grecia e coste tirreniche.
Il futuro: studi, restauro, divulgazione
Nei mesi successivi all’apertura:
- Il materiale è stato trasferito in laboratorio per restauro e analisi.
- Un convegno internazionale, "Vulci work in progress", è in programma per maggio, per condividere progressi e risultati.
- Le analisi antropologiche, genetiche e isotopiche promettono di svelare dieta, patologie e relazioni ibride della classe dirigente etrusca.
Un ponte tra ieri e oggi
Questa tomba intatta non è solo un ritrovamento: è un ponte emotivo verso una donna vissuta oltre due millenni fa: la sua ricchezza, il suo status, i suoi riti. Grazie a questo scrigno di storia, Vulci riafferma il suo ruolo centrale nell'archeologia pre‑romana e internazionale.