Arena di Verona: l'estate in compagnia del 96° Opera Festival

- di: Francesco d'Alfonso
 

L’edizione 2018 dello storico festival lirico areniano fino all’1 settembre vedrà impegnati grandi interpreti di fama internazionale. L’opera inaugurale è una nuova produzione della Carmen di Georges Bizet, con la direzione di Francesco Ivan Ciampa e la regia di Hugo De Hana.


Importanti direttori, registi di fama internazionale, stelle della lirica e nuovi astri nascenti dell’opera caratterizzano la 96ma edizione del Festival lirico all’Arena di Verona, che ha preso il via lo scorso 22 giugno e continuerà fino al 1° settembre, con quarantasette serate all’insegna della grande musica sotto le stelle, in quello che, da quasi cento anni, è diventato uno dei più celebri teatri lirici del mondo.
L’Arena di Verona Opera Festival 2018 inaugura con una nuova produzione di Carmen di Georges Bizet, opera tra le più rappresentate al mondo, accanto ad altri veri e propri cavalli di areniani, da sempre acclamati dal pubblico: Aida di Giuseppe Verdi, Turandot di Giacomo Puccini, Nabucco di Giuseppe Verdi e Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini.
A completamento della proposta operistica, arricchiscono il cartellone altri due importanti eventi: il 25 agosto l’immancabile appuntamento con la danza, Roberto Bolle and Friends , studiato e voluto personalmente dal ballerino simbolo di quest’arte nel mondo, Étoile del Teatro alla Scala di Milano e Principal Dancer dell’American Ballet Theatre di New York; il 26 agosto la serata-evento Verdi Opera Night, dedicata al Cigno di Busseto, una vera e propria “parata di stelle” diretta da Andrea Battistoni, con regia e scene curate da Stefano Trespidi. Lisette Oropesa, Maria Mudryak, Serena Gamberoni, Violeta Urmana, Rame Lahaj, Francesco Meli, Luciano Ganci, Luca Salsi e Simone Piazzola, con l’Orchestra, il Coro e il Corpo di ballo areniani, porteranno in scena tra suggestive ambientazioni scenografiche e ricercati costumi gli atti più significativi della celebre trilogia popolare verdiana - Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata - introdotta dalla Sinfonia de La Forza del destino interpretata dai danzatori del Festival sulla creazione coreografica di Gheorghe Iancu, per una vera e propria “festa dell’Opera”.
Grande apprezzamento ha espresso il sindaco di Verona e Presidente della Fondazione Arena, Federico Sboarina, per il cartellone ricco e di indiscusso interesse, all’altezza di un Festival storico e prestigioso che testimonia l’eccellenza culturale della città di Verona e del nostro Paese: «Grazie ad un importante lavoro di squadra e alla professionalità della Sovrintendente Gasdia, è stato possibile dar vita ad un cartellone davvero unico. Sul palcoscenico arriveranno artisti e registi internazionali di altissimo livello, che valorizzeranno il festival areniano, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Allo stesso tempo sarà dato spazio ad alcuni giovani talenti che si sono già contraddistinti nel panorama della lirica e che saranno al loro esordio in Arena. La programmazione dell’opera sarà inoltre arricchita da due grandi eventi, e permeata da concerti e spettacoli. Lirica ed extra lirica devono essere un valore aggiunto l’uno per l’altro, due anime della Fondazione, che concorrono allo stesso obiettivo: fare dell’Arena il tempio per eccellenza della lirica e della musica a livello mondiale».
Il Sovrintendente e Direttore Artistico, Cecilia Gasdia, parla con orgoglio dei protagonisti della stagione areniana 2018, cast artistici di rilievo frutto di un lavoro svolto in prima persona: «Ogni anno l’Arena di Verona si impegna a realizzare spettacoli sempre più unici e ricercati, e i cast ingaggiati quest’anno saranno il fiore all’occhiello dell’eccellenza areniana. Ho voluto grandi artisti accanto a giovani talenti da valorizzare. L’Arena, infatti, storicamente ha dato origine ad innumerevoli grandi carriere ed io intendo riprendere e rafforzare questa tradizione, così che il nostro Teatro possa essere una vera e propria fucina di nuove voci. Come avevo annunciato, ho chiamato quindi grandi star internazionali e giovani artisti, molti dei quali - e questa è la grande novità - canteranno per la prima volta in Arena. Il decano della stagione ha 76 anni e la mascotte ne ha 21».
La Carmen inaugurale, in scena fino al 31 agosto, porta la firma del regista argentino Hugo de Ana, che ha curato regia, scene e costumi. Completano la messa in scena le coreografie di Leda Lojodice, il lighting design di Paolo Mazzon e il projection design di Sergio Metalli. Questa nuova produzione del capolavoro di Bizet, diretta dal trentaseienne Francesco Ivan Ciampa, intende offrire una nuova lettura dell’opera, consapevole dell’importante eredità lasciata nella storia dell’anfiteatro veronese dalla memorabile produzione di Franco Zeffirelli, replicata in numerosi Festival a partire dal 1995. De Ana traspone la sua Carmen negli anni Trenta del Novecento, periodo storico significativo per sottolineare la ricerca incessante della protagonista verso la sua indipendenza e libertà, che la porterà come un torero nella Plaza de Toros, un’arena nell’Arena, ad affrontare fino alla morte la prepotenza maschile e una società ostile al suo essere zingara quindi diversa.
Importanti voci danno corpo all’eroina del titolo: Anna Goryachova, al suo debutto in Arena, Carmen Topciu e Ksenia Dudnikova. Accanto a loro, il passionale Don José è interpretato da quattro tenori di rilievo internazionale: Brian Jagde, Marcelo Puente, Luciano Ganci, Francesco Meli. Nei panni del torero Escamillo quindi Alexander Vinogradov, Erwin Schrott e Alberto Gazale e per la prima volta in Arena interpreta la dolce e risoluta Micaela Mariangela Sicilia, alternandosi con Ruth Iniesta, Eleonora Buratto e Serena Gamberoni.
«La vicenda di Carmen rappresenta - spiega il Sovrintendente Cecilia Gasdia - il più famoso femminicidio della storia. L’Arena e l’opera sono parte della società moderna e per questo, in punta di piedi e con rispetto, abbiamo pensato di ricordare e denunciare questo grave fenomeno in occasione della prima rappresentazione. Sono già tragicamente arrivate al numero di 32 le donne uccise dai propri compagni nel solo 2018». Per questo motivo, nella serata inaugurale, un posto vuoto è stato lasciato in platea e su di esso è stato posato un mazzo di trentadue rose rosse.

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