Da Artemisia Gentileschi a Peggy Kleiber, il weekend dell’arte è nel segno delle donne

- di: Samantha De Martin
 

Il braccio destro proteso in avanti, ritratta di tre quarti, con la sua irrefrenabile carica erotica, la vigorosa e carnale Cleopatra di Artemisia Gentileschi dischiude le labbra con gli occhi rivolti al cielo. Incarna il tema dell’exemplum virtutis dell’eroina che scelse la morte attraverso il morso letale dell’aspide piuttosto che subire la pubblica umiliazione. È lei una delle protagoniste dell’agenda dell’arte, questa settimana tutta al femminile.

Se Artemisia è ospite d’eccezione nelle sale di Palazzo Cini, a Venezia, la fotografa svizzera autodidatta Peggy Kleiber fa tappa a Roma, mentre a Conegliano la scena è tutta di Vivian Maier, regina dello scatto. Ecco quattro appuntamenti da non perdere nel weekend alle porte.

La Cleopatra di Artemisia ospite a Venezia

Prima “Ospite a Palazzo” della nuova stagione espositiva, la Cleopatra di Artemisia Gentileschi fino al 16 luglio sarà temporaneamente in prestito dalla Collezione Cavallini Sgarbi alla Galleria di Palazzo Cini.

L’occasione è offerta dal prestito di alcuni capolavori della galleria veneziana alla mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, organizzata da Fondazione Ferrara Arte a Palazzo dei Diamanti.

L’esposizione del dipinto che ritrae la regina egiziana, eseguito dall’artista barocca poco prima del soggiorno a Venezia, tra il 1620 e il 1626, offre ai visitatori l’opportunità di riflettere sul ruolo e sui rapporti intrattenuti da Artemisia nel contesto culturale e storico-artistico lagunare, dove entrò in contatto con le figure che diedero vita all’Accademia degli Incogniti, una delle realtà più originali e vivaci in Laguna.

Frida Kahlo e Diego Rivera si incontrano a Padova

Al Centro Culturale Altinate San Gaetano di Padova una mostra corale, in corso fino al 4 giugno, racconta Frida Kahlo e Diego Rivera.

Organizzata dalla Vergel Foundation, MondoMostre e Skira, in collaborazione con l’Instituto Nacional de Bellas Artes y Literatura (INBAL), con la curatela di Daniela Ferretti, l’esposizione affianca 23 opere di Frida Kahlo a nove lavori di Diego Rivera, dando ampio spazio anche alla fotografia.

Frida attrasse l’attenzione dei migliori fotografi internazionali del suo tempo come testimoniano in mostra i ritratti realizzati da Héctor Garcia, Manuel Álvarez Bravo, Giséle Freund, Martin Munkacsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, Edward Weston.

Una sezione coloratissima è infine riservata ai costumi messicani, le cui tinte si riverberano nelle opere di lei e nei lavori di Diego, dai murales agli oli su tela.

Un Messico iconico, vivo, negli anni centrali del Novecento attrasse intellettuali, artisti, militanti e avventurieri dal Vecchio Continente. E nessuno come Frida Kahlo e Diego Rivera seppe tradurre nell’arte quel mondo fatto di passione, bellezza, forza e sofferenza.

“Chi era davvero Frida Kahlo? Perché così tanta gente è affascinata, in ugual misura, dalla sua vita e dalle sue opere?” si chiede Victoria Combalía, nel suo intervento in catalogo.

La risposta la trova nel racconto della sua nascita. “Magdalena Carmen Frida Kahlo Calderón venne al mondo il 6 luglio 1907 nel quartiere di Coyoacán, a Città del Messico. Anni dopo avrebbe dedicato un quadro alla propria nascita: una bimba che sembra morta sorge da una donna il cui volto è celato da un lenzuolo; sul letto, un’effigie dell’Addolorata trafitta dalle spade, come una sorta di presagio di tutte le disgrazie a venire. Con grande perspicacia e una buona dose di maschilismo, Diego Rivera disse che Frida esprimeva con franchezza assoluta e in modo tranquillamente feroce, i fatti generali che riguardano esclusivamente le donne. Per lui, come per Picasso, la donna era destinata a soffrire. Non a caso aveva affermato: Quanto più amo una donna, tanto più desidero ferirla”.

 

Vivian Maier, la tata-fotografa in mostra a Conegliano

C’è tempo fino all’11 giugno per ripercorre a Conegliano l’opera della famosa tata-fotografa che, attraverso la fotocamera Rolleiflex e poi con la Leica, trasporta idealmente i visitatori per le strade di New York e Chicago.

A Palazzo Sarcinelli la mostra Vivian Maier. Shadows and Mirrors, a cura di Anne Morin in collaborazione con Tessa Demichel e Daniel Buso, sfodera 93 autoritratti esplorando il tema dell’autoritratto di Vivian Maier, dai primi lavori degli anni ’50, fino alla fine del Novecento.

Pur lavorando come bambinaia a New York e a Chicago, Maier fotografò per oltre quarant’anni, a partire dai primi anni Cinquanta, trascorrendo la sua vita nel più completo anonimato, fino al 2007, quando il suo corpus di fotografie vide la luce. Il suo pervasivo hobby finì per renderla una delle più acclamate rappresentanti della street photography.

Roma riscopre Peggy Kleiber

Due valigie, mai aperte, contenenti 15.000 scatti realizzati tra la fine degli anni ‘50 e gli anni ’90. Nasce da questo incredibile “bottino” ritrovato la mostra “Peggy Kleiber. Tutti i giorni della vita (fotografie 1959-1992)”, dal 19 maggio al 15 ottobre al Museo di Roma in Trastevere, curata da Arianna Catania e Lorenzo Pallini.

La scoperta di questa fotografa non professionista, donna indipendente, cresciuta in una famiglia numerosa e vivace di Moutier in Svizzera, tra poesia, musica e letteratura, arriva solo nel 2015, dopo la sua morte. In seguito la famiglia decide di rendere pubblico questo importante patrimonio rimasto a lungo nascosto.

Le sue fotografie, tutte scattate con la sua inseparabile Leica M3, immagini di un tempo passato, di viaggi, suoni, voci silenziose, fermano istanti intimi di vita e al contempo narrano luoghi, atmosfere ed eventi collettivi avvenuti nel corso di quarant’anni.

Le 150 fotografie in mostra includono una selezione di stampe vintage originali, alcuni album di famiglia e un video che ripercorre la riscoperta dell’archivio attraverso materiali inediti. La famiglia, immortalata durante celebrazioni, nascite, matrimoni, lascia il posto ai viaggi in Italia, in particolare a Roma a partire dai primi anni ‘60, esperienza che la porta dal centro alle periferie più estreme della città e ai margini delle borgate, proprio negli anni in cui scrittori come Pasolini ne scoprivano le storie.
Il Magazine
Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
Iscriviti alla Newsletter
 
Tutti gli Articoli
Cerca gli articoli nel sito:
 
 
Vedi tutti gli articoli