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Gaza City, iniziata l'occupazione: emergenza umanitaria, fuga di massa

- di: Marta Giannoni
 
Gaza City, iniziata l'occupazione: emergenza umanitaria, fuga di massa
Gaza City, attacchi e fuga di massa: analisi e contesto
Bombardamenti senza sosta scuotono gli animi: la guerra non concede tregua, e la tregua umanitaria resta un miraggio.

(Fotomontaggio realistico sull'evacuazione di massa a Gaza City e sui bombardamenti).

Escalation militare e crisi umanitaria

Da fine agosto 2025, l’offensiva israeliana su Gaza City ha subito un’accelerazione drammatica. Le forze armate israeliane hanno definito la città “zona di combattimento pericolosa”, sospendendo le pause tattiche che consentivano — seppur parzialmente — la consegna di aiuti. In queste ore si registrano nuove vittime e feriti tra i civili, con quartieri densamente popolati colpiti da raid aerei, artiglieria e droni.

Le testimonianze dal terreno descrivono famiglie in fuga tra macerie e strade interrotte. L’uso di fumogeni e bombardamenti a tappeto ha reso difficoltoso persino l’accesso ai punti di distribuzione degli aiuti, mentre scarseggiano cibo, acqua e medicinali.

Fuga di massa e impossibilità di evacuazione

Le autorità israeliane puntano a spostare verso sud fino a un milione di persone, un’evacuazione di proporzioni senza precedenti. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha definito questo scenario “impraticabile e insicuro” a causa dell’assenza di infrastrutture, alimenti e assistenza medica adeguata lungo le rotte di spostamento e nelle aree di arrivo.

Il risultato è una migrazione forzata caotica, con colonne di sfollati che attraversano quartieri colpiti e aree già sovraccariche. Anche località considerate retrovie, come le zone costiere di rifugio, subiscono colpi che alimentano la percezione di un assedio totale.

Numeri allarmanti: morti, fame, disperazione

Il conteggio complessivo delle vittime palestinesi dall’ottobre 2023 ha superato le decine di migliaia, con una crescita costante nelle ultime settimane. Nel solo settore di Gaza City, decine di persone hanno perso la vita in attacchi che hanno colpito file per il cibo, abitazioni e punti di soccorso. La fame resta un’emergenza: i casi di malnutrizione severa sono in aumento e colpiscono in modo particolare i bambini.

L’insufficienza degli aiuti e l’intermittenza dei corridoi umanitari aggravano la crisi: interi quartieri non ricevono rifornimenti regolari da giorni, con conseguenze immediate sulla salute pubblica e sul rischio di epidemie.

Controffensive, imboscate e tensioni crescenti

Nel quartiere di Zeitoun e nelle aree limitrofe si moltiplicano gli scontri ravvicinati. Si registrano esplosioni che hanno ferito militari israeliani e danneggiato mezzi corazzati, segno di un conflitto sempre più combattuto a distanza ravvicinata. A nord e al centro della Striscia — tra Jabalia, Deir al-Balah e al-Karama — proseguono i colpi d’artiglieria e i bombardamenti aerei che hanno causato vittime tra i civili, inclusi donne e bambini.

La pressione militare si estende anche verso i campi profughi di Al Nuseirat e Khan Younis e fino alla zona di Mawasi a Rafah, tradizionalmente considerata più sicura. Gli ospedali, già provati dalla carenza di energia e forniture, denunciano un afflusso di feriti che supera le capacità.

Contesto operativo e strategico

L’operazione in corso su Gaza City — parte di una più ampia strategia che ha avuto un’accelerazione a partire dal 20 agosto — è entrata in una fase che prevede operazioni prolungate nei quartieri urbani e possibili nuove manovre nelle prossime settimane. La combinazione di combattimenti casa per casa e pressione aerea alimenta una spirale che riduce gli spazi di mediazione e rende sempre più remota l’ipotesi di una tregua stabile.

Nel frattempo, crescono gli allarmi internazionali per il rispetto del diritto umanitario e per la necessità di ripristinare vie di accesso sicure agli aiuti. Il rischio di uno spostamento forzato su larga scala resta elevatissimo e potrebbe ridefinire in profondità la geografia umana della Striscia.

Un’emergenza umanitaria su scala storica

Gaza City è oggi un’emergenza umanitaria su scala storica: una città ridotta a corridoio di fuga, dove la sicurezza dei civili è stretta tra artiglieria, fame e ospedali al collasso. L’evacuazione presentata come soluzione è, nella realtà, un miraggio logistico. Finché non si ristabiliscono accessi certi per gli aiuti e garanzie per i non combattenti, ogni giorno aggiunge un capitolo alla cronaca della disumanizzazione.

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