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Guerra: ondata russa a Kiev, fiamme su governo e case: civili uccisi

- di: Jole Rosati
 
Guerra: ondata russa a Kiev, fiamme su governo e case: civili uccisi
Attacco russo a Kiev, fiamme su governo e case: civili uccisi
Un’ondata di droni e missili ha devastato la capitale ucraina, colpendo il palazzo del Consiglio dei ministri e quartieri residenziali. Tre morti, tra cui un bambino di un anno, e almeno 18 feriti. Zelensky rilancia la produzione nazionale di armi, mentre l’Europa teme una nuova escalation.

La capitale ucraina si è svegliata in fiamme. Nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2025 la Russia ha sferrato un attacco su larga scala contro Kiev e altre città, con centinaia di droni e missili a corto e medio raggio. Le esplosioni sono risuonate per ore, con colonne di fumo visibili a chilometri di distanza. Il bilancio è pesante: tre morti, tra cui un bambino di un anno, e almeno 18 feriti, alcuni gravi.

Il cuore del potere sotto tiro

Per la prima volta dall’inizio della guerra i piani superiori della sede del Consiglio dei ministri ucraino sono stati colpiti. Le fiamme hanno divorato parte dell’edificio nel quartiere di Pechersk, simbolo delle istituzioni. “I danni ai piani alti sono ingenti, ma le istituzioni continuano a funzionare”, ha dichiarato il premier Denys Shmyhal. L’obiettivo non è solo militare: il messaggio è politico, mirato a intimidire la popolazione e a mettere in discussione la resilienza dello Stato.

I quartieri residenziali devastati

Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha confermato che i quartieri Darnytskyi e Sviatoshynskyi sono stati colpiti in pieno: un palazzo di nove piani ha riportato crolli strutturali, mentre un edificio di quattro piani è stato parzialmente distrutto. “Il terzo piano è crollato completamente, dal quarto all’ottavo i muri sono lesionati. I vigili del fuoco lavorano senza sosta”, ha detto il sindaco. Diverse automobili sono esplose a causa dei detriti incandescenti.

Fuori dalla capitale, a Odessa i droni hanno colpito infrastrutture civili, mentre a Kryvyi Rih, città natale del presidente, sono stati danneggiati trasporti e linee urbane. Nella regione di Zaporizhzhia un’officina industriale è stata distrutta.

Il precedente degli attacchi su larga scala

L’offensiva rientra in un percorso di escalation che da mesi cambia la natura del conflitto. Nei giorni precedenti si erano già registrati attacchi coordinati con centinaia di droni e decine di missili contro infrastrutture energetiche e logistiche. Il trend è chiaro: scala e precisione aumentano, con l’obiettivo di piegare la resistenza civile e mettere sotto pressione la difesa aerea.

L’ombra della centrale di Zaporizhzhia

Il rischio nucleare resta sullo sfondo. Nella stessa notte droni ucraini hanno colpito il tetto del centro di addestramento della centrale di Zaporizhzhia, sotto controllo russo. L’amministrazione locale ha confermato danni limitati e ha precisato che i livelli di radiazioni sono normali. La centrale, la più grande d’Europa, è ferma da mesi ma necessita di energia per il raffreddamento del combustibile. Il punto colpito si trova a circa 300 metri da un reattore. “I limiti di sicurezza non sono stati superati”, ha affermato la direzione dell’impianto.

La reazione di Kiev e il dilemma occidentale

Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato il rafforzamento della produzione interna di armamenti e il focus su droni e sistemi anti-aerei. “Quasi il 60% delle nostre armi è oggi di fabbricazione nazionale: i droni saranno il fulcro della nostra difesa”, ha detto il capo dello Stato.

L’Europa segue con apprensione. La Polonia ha attivato la difesa aerea per cautelarsi da possibili sconfinamenti. In altri Paesi alleati prevale la prudenza, con il timore di un allargamento del conflitto. Sullo sfondo, la diplomazia internazionale valuta incontri ad alto livello tra le grandi potenze, ma senza impegni definitivi.

Il silenzio di Mosca e il messaggio del Cremlino

Da Mosca non sono arrivate rivendicazioni puntuali sugli obiettivi, ma il portavoce Dmitrij Peskov ha parlato da Vladivostok: “Il dialogo sull’Ucraina resta estremamente difficile”. Ha poi aggiunto che il presidente Vladimir Putin godrebbe di un ampio sostegno internazionale per eventuali colloqui sul dossier ucraino.

Un conflitto che si avvicina all’Europa

La guerra non è più lontana. Gli attacchi a Kiev incidono sulla percezione della sicurezza europea. L’attivazione dei sistemi polacchi dimostra che basta un errore di traiettoria per trasformare un conflitto “al confine” in una minaccia diretta all’Unione. “Non possiamo ignorare che il Cremlino vuole spaventare non solo gli ucraini, ma tutti noi”, ha affermato il ministro della Difesa polacco Władysław Kosiniak-Kamysz.

Il prezzo umano e psicologico

Dietro le cifre ci sono volti. Una donna incinta è stata estratta dalle macerie e ricoverata. Un’anziana, rifugiatasi in un bunker, è morta per un arresto cardiaco. Un bimbo di un anno non ce l’ha fatta. “Non siamo più al sicuro da nessuna parte”, ha detto una residente di Kiev.

La guerra totale del terzo millennio

L’attacco segna un passaggio simbolico. La guerra non si combatte più soltanto lungo il fronte, ma nel cuore delle capitali, nei palazzi del governo, nelle case dei civili. È una guerra “totale”, fatta di tecnologia relativamente accessibile e di vittime ad altissimo costo. La posta in gioco va oltre l’Ucraina: riguarda l’ordine internazionale e la sicurezza delle istituzioni democratiche europee.

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