La nostra biblioteca - Paul Auster: quanto di lui c'è nel suo ''Baumgartner''?

- di: Diego Minuti
 
Tra le prove più difficili che un autore deve superare è quella di staccarsi dal proprio essere, dalle esperienze personali nel momento in cui racconta una storia di cui non è esplicitamente protagonista.
Il memoir è un genere abbastanza complicato senza che ci si metta anche il piacere di porvisi al centro, con il rischio enorme di fare apparire l'opera come autoreferenziale, cercando scusanti o giustificazioni.
Però se a scrivere è un raffinato autore come Paul Auster, è un (molto relativo) pericolo che si corre, sapendo che ne vale la pena.

La nostra biblioteca - Paul Auster: quanto di lui c'è nel suo ''Baumgartner''? 

Come conferma ''Baumgartner'' (Einaudi - pag.160 - 17,50 euro), in cui Auster accompagna mirabilmente alla conoscenza del protagonista, appunto Seymour Baumgartner, che, sebbene siano passati dieci anni dalla scomparsa della moglie Anna, non ha dimenticato, in una elaborazione del lutto resa quasi impossibile dal fatto che lui, il ricordo della donna che amava, in fondo non vuole affatto cancellarlo.
Baumgartner, ormai settantenne, si confronta con il mondo orfano di Anna con distacco, quasi con la consapevolezza che niente gli restituirà anche solo una parvenza di serenità, avendo bandito dal suo cuore la felicità. E' questo che caratterizza le sue giornate, in cui, tra una lettura e una riflessione, dialoga con la sua solitudine (e con l'immagine di Anna, riflessa nei gesti quotidiani), spezzata da incontri sporadici e brevi che non lo aiutano molto.

Partendo dal 2018, ''Baumgartner'' racconta due anni nella vita del protagonista, davanti alla scrivania della sua casa nel New Jersey, il luogo fisico in cui si è confinato.
Ma, nonostante il mondo resti fuori dall'uscio, l'anziano professore (ha praticamente la stessa età di Auster, che oggi si sa sta combattendo con il cancro) vive freneticamente, sebbene ristretto nel perimetro della sua abitazione, spostandosi da una stanza all'altra, per prendere un libro, per controllare se ha spento i fornelli usati per fare colazione, per chiamare alla sorella (ma non lo aveva fatto?), per rispondere all'appello della giovane figlia della donna che lo aiuta nelle pulizie che gli chiede aiuto perché il padre si è appena segato due dita al lavoro. E poi: un corriere che bussa per una consegna e l'addetto al controllo del contatore.
Per usare una definizione di altri, il libro è una commedia a cascata di pensieri perennemente interrotti.

Una storia impregnata di tristezza, che sottintende ai gesti e ai pensieri del vecchio professore di filosofia (a Princeton, mica in una scuola qualunque). In Baumgartner Auster vede quasi un suo doppio, pur nel rispetto dell'autonomia letteraria del protagonista. Ma sono troppi i rimandi a vicende che sono state anche di Auster perché sia una involontaria coincidenza. Il libro è comunque una serie di sorprese e piccoli colpi di scena, come quando, dopo un incontro virtuale con la moglie, il protagonista, per liberare Anna da una dimensione intermedia in cui è costretta, allaccia una amicizia molto stretta che non avrebbe cercato se non per dare all'unica donna che ha veramente amato la possibilità di volare via definitivamente.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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