Tre giorni di lusso sfrenato, proteste e vip in maschera. E alla fine, Zucchero lo fulmina dal palco: “Cosa viene a rompere i cogl…?”.
L’evento da favola che ha fatto tremare la Serenissima
Tra il 26 e il 28 giugno 2025, Jeff Bezos e Lauren Sanchez hanno dato vita a tre giorni di pura opulenza nella laguna, culminati con un matrimonio simbolico sull’isola di San Giorgio Maggiore. Circa 200 ospiti VIP – da Oprah a Leonardo DiCaprio, passando per Ivanka Trump, Orlando Bloom e le Kardashian-Jenner – hanno assistito allo scambio di promesse, tra controlli anti-drone, barriere fluviali e coprifuoco per i residenti.
Sfarzo regale: abiti, location e menù irresistibile
La sposa – in un abito Dolce & Gabbana omaggio a Sophia Loren, realizzato con 900 ore di lavoro e 27 cambi totali – e Bezos hanno incantato con outfit couture e mise da “pigiama party” settecentesco nelle Tese dell’Arsenale. Il menu ha proposto baccalà, tiramisù, bigoli e zucchine, mentre il gran finale ha visto Usher e il DJ Cassidy scatenare la festa mascherata sullo stile “Dolce notte” alla Fellini. Parte del ricevimento includeva una cena napoletana il venerdì, i sapori tipici veneti sabato e un pranzo sul pool deck dell’isola di Torcello.
L’esodo alla fine del sogno lagunare
Ora Bezos e Sanchez hanno salutato Venezia: t-shirt nera per lui, tubino bianco e cappello per lei, poi imbarco sul motoscafo verso l’aeroporto Nicelli e decollo in elicottero per raggiungere lo yacht Koru in Istria, con tappe private a Murano e Torcello.
La rivolta pacifica dei veneziani
La città ha reagito. Proteste pacifiche animate da 600–700 attivisti del movimento “No Space for Bezos” hanno attraversato calli e canali, con slogan come “No Bezos No War” e striscioni anti-oligarchi su San Marco. Alcuni avevano persino ipotizzato ostruire l’ingresso alla cerimonia con gommoni o coccodrilli gonfiabili. Gli stessi manifestanti hanno costretto l’organizzazione a spostare eventi prima dalla Scuola Grande della Misericordia all’Arsenale, e poi in location ancora più isolate, sotto l’egida della Regione, che stimava un giro d’affari di decine di milioni di euro.
La stoccata di Zucchero: «…cosa viene a rompere i cogl…?»
Il clima da “sceneggiata miliardaria” ha stuzzicato anche Zucchero, che sabato 28, durante il concerto mondiale a Padova, ha interrotto un brano per ironizzare: “Che poi si era già sposato, ma cosa viene a rompere i cogl…?”. La sua battuta ha raccolto un’ovazione dal pubblico, trasformando una frase volgare in messaggio-simbolo di chi contesta la ritualità di un sacramento da copertina.
Lusso e durissima lezione sociale
Queste nozze a Venezia sono l’archetipo dell’opulenza globale, tra vestiti da haute couture, party a tema d’epoca e sfoggio di celebrità. Ma la risposta cittadina e la frecciata di Zucchero mostrano una crepa ideologica: la città non tollera più eventi che la trasformano in un set da élite, oscurando la sua vocazione autentica. Sul piatto, attivisti e politici hanno contrapposto lo sfruttamento turistico all’impatto economico da centinaia di milioni stimati – la Regione parla di 48 milioni, la ministra di 957 milioni tra settori – ma l’errore di fondo resta: nessuno ha chiesto agli abitanti se volessero davvero qualche miliardario tra le calli.
Venezia: location incantevole, sì. Vetrina privata, no.
Un matrimonio regale può ravvivare l’economia, ma è essenziale bilanciare il glamour con il bene comune. Se Venezia diventa soltanto un palcoscenico per feste esclusive, perdiamo qualcosa di più importante: il suo spirito millenario, la quotidianità delle persone e il suo fragile equilibrio. Forse, Bezos e Sanchez porteranno una parte di quel denaro a studiare la laguna – si parla di una donazione di 2 milioni di euro – ma questo non basta. Il vero lusso sarebbe usare visibilità e capitali per rigenerare l’anima della città, non sfruttarla fino all’orlo.