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Birra, tradizione e cultura: simbolo di inclusività per 9 beer lover su 10

- di: Barbara Bizzarri
 
Birra, tradizione e cultura: simbolo di inclusività per 9 beer lover su 10

Per 9 italiani su 10, la birra è una delle bevande più inclusive, perché adatta a tutti senza distinzioni di generi, età, provenienza o stili di vita: questo il risultato che spicca tra i dati raccolti nell’indagine condotta da BVA Doxa per il Centro Informazione Birra di AssoBirra.

Birra, tradizione e cultura: simbolo di inclusività per 9 beer lover su 10

L’inclusività della bevanda, riconosciuta dall’89% degli intervistati, è trasversale per tutte le fasce di età, in quanto condivisa dalla Generazione Z, dai Millennials e dalla Gen X. Gli altri motivi per cui la birra risulta inclusiva in tutto il mondo sono presto detti: è disponibile praticamente in tutto il mondo (87% dei pareri), è in grado di favorire ambienti e stili di vita rilassati (86%), ha una bassa gradazione alcolica che la rende fruibile praticamente da tutti (82%) e per il buon rapporto qualità-prezzo che risulta tra i più convenienti tra le bevande (81%).

Da considerare infine che per circa il 60% dei consumatori la birra si distingue, inoltre, come un elemento che rispecchia le tradizioni locali e il cui consumo di ampie varietà diventa veicolo per sperimentare anche le diversità culturali. Sinonimo di tradizione e cultura, convivialità e relax, gusto e leggerezza, ma non solo: la fotografia periodica sul mondo birrario italiano attraverso lo sguardo dei consumatori, dei principali player della filiera birraria e della stessa AssoBirra.

La ricerca accende i riflettori sulle tematiche Diversity, Equity and Inclusion, analizzando il ruolo della birra e l’impegno della stessa filiera per una sempre maggiore inclusività, e ha coinvolto Mathieu Schneider, Project Director dei Brewers of Europe, l'organizzazione che rappresenta gli interessi di oltre 10.000 birrifici europei, che ha dichiarato: “La diversità è uno dei punti di forza della birra, che si riflette nella vasta gamma di ingredienti e processi di produzione. Nessun'altra bevanda alcolica offre una tale varietà di scelte: riflettere questa peculiarità attraverso politiche rispettose favorisce l'inclusione e l'apprezzamento della birra da parte di un pubblico più ampio, promuovendo di conseguenza socializzazione e benessere. Un esempio è l’iniziativa ‘Proud to be Clear’, un impegno lanciato nel 2015 e che in meno di tre anni ha portato a risultati notevoli: nell’ottobre 2022, infatti, circa il 95% delle birre vendute in lattina e in bottiglia riportavano gli ingredienti nelle etichette e l’88% di queste anche indicazioni sull’energia utilizzata, in conformità con la normativa europea. I Brewers of Europe hanno inoltre mobilitato tutto il settore con iniziative che hanno coinvolto esperti in seminari e conferenze, oltre ad aver sviluppato una piattaforma web pensata come hub per raccogliere le pratiche più significative adottate dai produttori di birra europei e dai partner della filiera. Le tematiche DEI continueranno ad essere una priorità e saranno infatti un punto centrale dei nostri prossimi eventi di punta, come il Congresso EBC e il Brewers Forum 2024”. 

Dal CIB di AssoBirra emerge anche come il tema "Diversity & Inclusion" sia noto a quasi tutti i partecipanti all'indagine (87%) e associato prevalentemente all'accettazione e alla valorizzazione delle differenze (39%), all’inclusione sociale (35%) e al riconoscimento dell’unicità individuale (19%). Tra i target, la Generazione Z è la più informata (93%), seguita dai Millennials. Il 36% del campione dichiara di essere personalmente toccato dalle tematiche DEI e, scendendo più nel dettaglio, la Gen Z lo è in misura maggiore rispetto agli altri (50%). 

Emergono tuttavia anche alcuni pregiudizi, come ad esempio identificare il target a cui la birra sembra più adatta: il 57% degli intervistati la ritiene più adatta agli uomini e solo il 43% pensa che sia più adatta alle donne. Un “gender gap” che si rafforza nella percezione da parte della Gen X (58% vs 39%) ma che coinvolge anche Gen Z (55% vs 41%) e Millennials (59% vs 42%). Alcune differenze emergono anche per quanto concerne le fasce di età: per la Gen Z la birra è infatti più adatta agli individui dai 25 ai 44 anni, per Millenials e Gen X il target si allarga invece ai soggetti fino ai 54 anni. 

Rendere la filiera sempre più inclusiva è un percorso inevitabilmente subordinato all’impegno dei player del comparto. In questa direzione, sono diverse le iniziative che, secondo gli intervistati, le aziende e i produttori di birra potrebbero intraprendere. Tra queste, la più importante è garantire un’informazione trasparente sui processi di produzione e sulla provenienza degli ingredienti, dimostrando un impegno per la qualità e la responsabilità (50%). Ancora, offrire una sempre più vasta gamma di birre (senza glutine, a bassa gradazione alcolica, a basso contenuto di zuccheri) per rispondere a esigenze nutrizionali specifiche (48%), così come porre impegno nella sostenibilità ambientale e sociale (44%), proporre programmi educativi sulla birra e sul processo di produzione per sensibilizzare i consumatori sulla varietà di birre e sulle tradizioni birrarie di tutto il mondo (39%), organizzare eventi e serate tematiche.

Andrea Bagnolini, direttore generale di Assobirra, conclude: “AssoBirra è fortemente impegnata a promuovere la diversità e l'inclusione nella filiera birraria italiana, seguendo la strada tracciata dai Brewers of Europe. Crediamo, infatti, nell’importanza di un settore sempre più inclusivo, in cui la diversità sia un valore accolto e condiviso. Le aziende associate hanno da anni fatto proprio questo impegno, operando a livello sistematico a 360 gradi, mentre come Associazione abbiamo creato nell’ultimo anno un gruppo di lavoro dedicato a queste tematiche, con l’obiettivo di ragionare insieme su azioni concrete da mettere in campo per promuovere un settore sempre più aperto, equo ed inclusivo”.

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