È operativo, e con effetto retroattivo, il bonus per gli anziani non autosufficienti previsto dalla legge delega sulla riforma dell’assistenza varata nel 2023. Dopo mesi di attesa e incertezze interpretative, l’Inps ha pubblicato nel maggio 2025 una circolare esplicativa che chiarisce modalità di accesso, requisiti, compatibilità con altri strumenti di sostegno e decorrenza del beneficio. Il contributo, che può arrivare fino a 850 euro al mese, si configura come una prestazione economica universale, cumulabile con l’indennità di accompagnamento, e mira a favorire l’autonomia e la permanenza delle persone fragili nel proprio domicilio.
Bonus anziani non autosufficienti, i chiarimenti Inps: fino a 850 euro al mese e arretrati dal 2024
Il bonus rientra in un pacchetto di misure sperimentali che il governo ha previsto fino al 31 dicembre 2026, con l’obiettivo di testare un nuovo modello di welfare centrato sull’assistenza domiciliare e sulla personalizzazione degli interventi. È destinato agli ultraottantenni con certificata non autosufficienza, già titolari dell’indennità di accompagnamento e in possesso di un Isee socio-sanitario non superiore a 6.000 euro. Per chi ha un Isee compreso tra i 6.000 e i 10.000 euro, è previsto un assegno ridotto, modulato secondo criteri di gradualità. Per tutti, la prestazione è esentasse.
Cosa cambia rispetto al passato
A differenza di quanto accadeva con i precedenti strumenti assistenziali, questa prestazione universale integra in modo diretto l’indennità già percepita, con l’intento di permettere la retribuzione di un assistente familiare o l’accesso a servizi socio-sanitari a domicilio. Non è più richiesta una rendicontazione rigida delle spese sostenute, ma resta l’obbligo di destinare le risorse al miglioramento delle condizioni di vita e di cura del beneficiario. Il bonus può essere impiegato anche per l’assunzione regolare di una badante o per il pagamento di strutture diurne e prestazioni infermieristiche in ambito domestico.
Compatibilità, cumulabilità e regole operative
Il contributo è compatibile con eventuali prestazioni regionali, comunali o assicurative, purché non destinate esattamente allo stesso scopo. Le domande devono essere presentate in via telematica tramite il portale Inps o attraverso i patronati e i Caf. Nella circolare l’Inps ha indicato la necessità di allegare la documentazione sanitaria aggiornata, il certificato di handicap o invalidità, il verbale che attesta la non autosufficienza e l’attestazione Isee in corso di validità. L’erogazione avviene mensilmente e direttamente sul conto corrente del richiedente o del tutore legale.
Decorrenza dal gennaio 2024 e pagamento degli arretrati
Una delle novità più rilevanti contenute nella circolare è la retroattività del beneficio. Tutti coloro che maturavano i requisiti già a partire da gennaio 2024 e presenteranno la domanda entro il termine previsto, avranno diritto anche agli arretrati. L’Inps ha già avviato le istruttorie automatiche per i titolari di accompagnamento ultraottantenni, invitando gli utenti a verificare nel proprio fascicolo previdenziale la presenza di notifiche e richieste di integrazione documentale. I primi pagamenti degli arretrati sono attesi entro la fine dell’estate 2025.
Un primo passo verso la riforma strutturale dell’assistenza
Il bonus, pur nella sua natura sperimentale, segna un passaggio importante nella direzione di un welfare più inclusivo e attento alla domiciliarità. In Italia, dove oltre il 23% della popolazione ha più di 65 anni e quasi 3 milioni di persone vivono in condizione di non autosufficienza, il nodo dell’assistenza è sempre più centrale. Finora, gran parte del carico è ricaduto sulle famiglie. Con questa misura, lo Stato tenta di colmare un vuoto storico, spostando l’asse dalla sola erogazione monetaria a una logica di accompagnamento sostenibile e dignitoso.