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Borse: l'incertezza condizione i mercati asiatici

- di: Redazione
 
Borse: l'incertezza condizione i mercati asiatici
Le borse asiatiche hanno registrato oggi una giornata contrastata, in attesa che dagli Stati Uniti giungano rapporti sulla fiducia dei consumatori e sul mercato del lavoro. Il benchmark giapponese Nikkei 225, dopo un iniziale arretramento, ha invertito la rotta e ha guadagnato lo 0,3% negli scambi pomeridiani a 30.796,81. L'indice S & P/ASX 200 australiano ha guadagnato lo 0,1% a 6.780,70. Il Kospi sudcoreano ha perso l'1,3% a 2.280,48. L'Hang Seng di Hong Kong ha ceduto l'1,0% a 17.059,78, mentre l'indice Shanghai Composite è sceso dello 0,4% a 3.008,37.

Borse: l'incertezza condizione i mercati asiatici

A Wall Street, ieri, l'indice S & P 500 è salito di 49,45 punti, ovvero dell'1,2%, per chiudere a 4.166,82. Si è trattato della prima negoziazione dopo che l'indice di riferimento è sceso di oltre il 10% al di sotto del suo punto più alto dell'anno. Il Dow Jones Industrial Average è salito di 511,37, ovvero dell'1,6%, a 32.928,96 punti. Il Nasdaq composito ha raggiunto i 146,47, ovvero dell'1,2%, a 12.789,48.

Attesa per i risultati trimestrali che Apple - il titolo più ''ricco'' di Wall Street - ufficializzerà giovedì, anche perché quelli di Alphabet e altre aziende di Big Tech hanno impattato sul mercato. Oggi il governo degli Stati Uniti renderà noti i dati sui costi del lavoro da luglio a settembre. Inoltre, il Conference Board pubblicherà il suo indice di fiducia dei consumatori per ottobre. Per domani è previsto l'ultimo aggiornamento mensile sul numero di offerte di lavoro in tutto il Paese, mentre venerdì arriverà il rapporto sull'occupazione di ottobre, che in genere è uno dei dati economici più attesi ogni mese.

Sul fronte energetico, il greggio statunitense di riferimento è aumentato di 42 centesimi a 82,73 dollari al barile. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è aumentato di 36 centesimi a 87,81 dollari al barile.
Per quanto riguarda il fronte monetario, la Banca del Giappone ha mantenuto la sua politica monetaria - diversa da quella della Federal Reserve e delle altre banche centrali - portando ad un drammatico indebolimento dello yen. salito a 150,16 nel rapporto con il dollaro Usa.
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