Mercati asiatici oscillano tra dazi e contromisure di Pechino
- di: Matteo Borrelli

Le borse asiatiche hanno vissuto oggi una giornata di volatilità, influenzate dalle crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. La decisione del presidente americano Donald Trump di imporre dazi del 10% su tutte le importazioni cinesi ha innescato una pronta risposta da parte di Pechino, che ha annunciato tariffe aggiuntive su prodotti energetici statunitensi.
Reazione dei mercati azionari asiatici
• Tokyo: L’indice Nikkei 225 ha chiuso in rialzo dello 0,72%, raggiungendo 38.798,37 punti. L’incremento è attribuito all’attenuarsi delle preoccupazioni sul commercio globale, dopo che Trump ha deciso di posticipare di un mese l’applicazione dei dazi su Canada e Messico, nonostante l’inasprimento delle tensioni con la Cina.
• Shanghai: Lo Shanghai Composite è rimasto chiuso per le festività del Capodanno lunare.
• Hong Kong: L’indice Hang Seng ha registrato un incremento del 2,29%, sostenuto dall’ottimismo su possibili negoziati tra Stati Uniti e Cina. Tuttavia, le preoccupazioni per l’assenza di un accordo concreto hanno limitato i guadagni.
• Seul: Il KOSPI ha chiuso in rialzo dell’1,13%, riflettendo un sentiment positivo nonostante le tensioni commerciali in corso.
• Mumbai: L’indice NIFTY 50 dell’India ha registrato un aumento dello 0,9%, mentre la rupia indiana ha toccato nuovi minimi storici rispetto al dollaro.
Valute e materie prime sotto pressione
Sul fronte valutario lo yen giapponese è rimasto stabile rispetto al dollaro, con un cambio di 155,20, e si è attestato a 159,90 sull’euro.
Le quotazioni dell’oro sono rimaste pressoché invariate, con il lingotto a 2.813 dollari l’oncia, vicino ai massimi storici recenti.
I prezzi del petrolio hanno subito un calo significativo. Il WTI è sceso dell’1,57%, attestandosi a 72,01 dollari al barile, mentre il Brent ha registrato una flessione dello 0,90%, chiudendo a 75,28 dollari al barile. Questa diminuzione è stata influenzata dalle reazioni della Cina alla politica dei dazi degli Stati Uniti.
Tensioni commerciali in aumento
La Cina ha risposto ai dazi imposti dagli Stati Uniti annunciando tariffe aggiuntive del 10-15% su prodotti energetici americani, tra cui carbone, gas naturale liquefatto e petrolio. Pechino ha inoltre avviato un’indagine antitrust su Google, intensificando ulteriormente le tensioni tra le due maggiori economie mondiali.
Il presidente Trump ha dichiarato che le tariffe "aumenteranno in modo sostanziale" se la Cina non smetterà di “inviarci il fentanyl”. La Cina, dal canto suo, ha affermato di aver già intensificato le misure contro il commercio di droga e che il fentanyl è un problema che gli Stati Uniti devono risolvere internamente.
Un clima di attesa, ma vigile
Gli investitori monitorano attentamente gli sviluppi delle negoziazioni tra Stati Uniti e Cina, consapevoli che le decisioni in ambito commerciale avranno ripercussioni significative sull’andamento dei mercati azionari e delle materie prime. L’attenzione è rivolta anche ai prossimi dati economici, come l’inflazione nell’Eurozona e negli Stati Uniti, che potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulle prospettive economiche globali.
In questo contesto di incertezza, gli operatori di mercato rimangono cauti, bilanciando le opportunità di investimento con i potenziali rischi derivanti dalle dinamiche geopolitiche e macroeconomiche.