Borse: le parole del presidente della Fed spingono in alto le borse globali

- di: Redazione
 
Le parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, sul possibile rallentamento della politica che ha visto la banca aumentare ripetutamente i tassi di interesse per arginare l'inflazione, hanno spinto in terreno positivo Wall Street, trascinando anche i mercati asiatici. A sostenere la positività dei mercati anche la possibilità che le autorità cinesi rendano meno drastiche le misure anti-Covid, rafforzando le campagne vaccinali.

Borse: le parole del presidente della Fed spingono in alto le borse

L'indice Nikkei 225 di Tokyo ha guadagnato l'1,1% a 28.281,04, mentre l'Hang Seng di Hong Kong è salito dell'1,6% a 18.895,51. L'indice Shanghai Composite è salito dello 0,7% a 3.171,85. A Seul, il Kospi è salito dello 0,2% a 2.478,01. Lo S &P/ASX 200 australiano ha guadagnato lo 0,8% a 7.340,10.Il SET di Bangkok è salito dello 0,4% al giorno dopo che la banca centrale ha alzato il suo tasso di interesse chiave di un quarto di punto all'1,25%, con l'obiettivo di frenare l'inflazione.

Powell, in un atteso intervento pubblico alla Brookings Institution, ha detto che la banca centrale potrebbe iniziare a moderare il ritmo dei rialzi dei tassi già a dicembre, quando il suo comitato politico terrà la sua prossima riunione. Le parole di Powell già a metà pomeriggio hanno determinato un rialzo delle azioni, con il benchmark S &P 500 salito del 3,1%, dopo una serie di tre consecutivi giorni in perdita. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato il 2,2% a 34.589,77 e il Nasdaq Composite è salito del 4,4% a 11.468. Significativi i risultati ottenuti dai titoli tecnologici: Apple è salita del 4,9% e Microsoft del 6,2%. Se hanno dato slancio al mercato azionario, lo scenario delineato da Powell ha contribuito a fare scendere i rendimenti dei buoni del tesoro. Quello del Treasury a 10 anni è sceso al 3,65% dal 3,75% di martedì scorso. Martedì era scambiato al 4,48%, toccando il 4,53% poco prima del discorso di Powell.

Sul fronte enegetico, il greggio di riferimento statunitense ha perso 22 centesimi a 80,33 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, la base dei prezzi per il commercio internazionale, è sceso di 30 centesimi a 86,67 dollari al barile.
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