• FAM 850 1
  • 8501 intesa GREEN 25
  • POSTE25 850 1

IBL: "La tassa sui bitcoin? Un abuso di Stato che colpisce soprattutto i giovani"

- di: Istituto Bruno Leoni
 
IBL: 'La tassa sui bitcoin? Un abuso di Stato che colpisce soprattutto i giovani'

La legge di bilancio per il 2025 introduce una tassa del 42 per cento sulle plusvalenze ottenute dagli investimenti in criptovaluta. Si tratta di un’aliquota quasi doppia rispetto a quella ordinaria sugli strumenti finanziari (26 per cento) e più che tripla rispetto ai titoli di Stato (tassati al 12,5 per cento). La domanda più banale che ci si può porre è: ma perché? Questa domanda è finora rimasta senza risposta, o, meglio, ha come unica possibile spiegazione il bisogno del governo di racimolare gettito, senza preoccuparsi troppo del come. Tuttavia, non sempre il fine giustifica i mezzi: e se il fine dell’equilibrio fiscale è assai lodevole – come abbiamo più volte riconosciuto al ministro Giancarlo Giorgetti e alla premier Giorgia Meloni – lo strumento oggi individuato è particolarmente odioso.

In primo luogo, c’è di mezzo la Costituzione: l’articolo 47 dice che “la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”. Non specifica e non lascia intendere che c’è un risparmio di serie A e un risparmio di serie B. Anzi: le criptovalute sono una forma di risparmio particolarmente frequente tra i giovani. Quindi questa manovra rischia di andare a colpire proprio quelli che hanno meno risparmi da parte e che in tutte le analisi sociologiche vengono rappresentati come una generazione priva di risorse e di opportunità: sono quindi quelli che più andrebbero incoraggiati. Con questa imposta, lo Stato si pone letteralmente come un brigante: una singolare forma di educazione civica, si potrebbe dire.

La stessa tripartizione dell’imposta sulle cosiddette rendite finanziarie dice molto, in trasparenza, su come funziona il processo decisionale in Italia. Al primo posto ci sono gli interessi dello Stato: se i sudditi prestano i propri soldi allo Stato, anziché investirli in attività produttive, godono di un trattamento di favore (l’imposta al 12,5 per cento). Se investono in forme di risparmio canalizzate da soggetti capaci di farsi valere attraverso la rappresentanza organizzata dei loro interessi, come le banche, allora si applica un’aliquota intermedia (il 26 per cento). Ma se qualcuno osa mettere i propri spicci in asset che sfuggono sia al controllo, sia alla rappresentanza, allora nessuna pietà: il fisco non esita a pretendere quasi la metà del guadagno.

Le forze della maggioranza sottolineano sempre, con la retorica, la propria distanza dal modello di fisco aggressivo e insensibile ai diritti degli individui. Farebbero bene ad affiancare i fatti alle parole.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 94 record
09/07/2025
Real estate italiano riparte: investimenti +56 %, boom student housing
Nel secondo trimestre 2025 il mercato immobiliare italiano torna a crescere: investimenti ...
09/07/2025
Sondrio, prove di resistenza mentre Bper alza la posta
Il declino demografico in Italia rischia di paralizzare economia, welfare e conti pubblici...
09/07/2025
Confesercenti: Nico Gronchi nuovo presidente, subentra a Patrizia De Luise
Confesercenti: Nico Gronchi nuovo presidente, subentra a Patrizia De Luise
09/07/2025
Bruxelles contro Roma sul golden power, Unicredit all’attacco
L’Unione europea contesta l’intervento del governo Meloni sull’Ops Unicredit-Bpm. Lettera ...
09/07/2025
Perugia, il 28 ottobre apre la Città del cioccolato
Apre a Perugia la Città del cioccolato: esperienza immersiva tra gusto, cultura e innovazi...
09/07/2025
Cuba, muore dissidente dopo 51 giorni di sciopero: “Lo hanno ucciso”
Yan Carlos González è morto dopo 51 giorni di sciopero della fame in carcere a Cuba. Arres...
Trovati 94 record
  • POSTE25 720
  • 720 intesa GREEN 25