Oro verde d’Italia, l’Ercole Olivario incorona i migliori oli 2025
- di: Jole Rosati

Dalla Sicilia alla Romagna, dodici eccellenze premiate. Boom di giovani, donne e piccole imprese nella sfida per l’“Oscar dell’olio” tenutasi come ogni anno a Perugia.
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L’Italia dell’extravergine brilla a Perugia
Un’Italia fragrante, verde e tenace ha sfilato oggi nella Sala dei Notari di Perugia. È l’Italia dell’olio extravergine di oliva, che ha celebrato la sua punta di diamante con la XXXIII edizione dell’Ercole Olivario, il concorso nazionale dedicato alle eccellenze olearie italiane promosso da Unioncamere con la Camera di Commercio dell’Umbria. Dodici i premi principali assegnati, a cui si aggiungono ben sette menzioni speciali e dieci riconoscimenti nell’ambito de “La Goccia d’Ercole”, la sezione dedicata alle piccole produzioni.
Una filiera che vale il paesaggio
A fare da cornice, oltre alla cerimonia ufficiale, anche un messaggio chiaro: l’olio italiano non è solo qualità alimentare, è cultura del territorio, valore economico e custodia del paesaggio. “Sostenere l’olivicoltura italiana significa promuovere una delle punte più alte del Made in Italy”, ha affermato il Sottosegretario al MASAF, Patrizio Giacomo La Pietra, che ha ribadito l’impegno del governo su più fronti: dalla sostenibilità ambientale alla lotta alle fitopatie, fino alla redditività delle aziende.
Il tavolo olivicolo nazionale, nato lo scorso anno, rappresenta uno snodo strategico. “Serve un piano di lungo periodo – ha detto La Pietra – condiviso da tutta la filiera”. E in effetti, la filiera italiana conta un milione di ettari coltivati e migliaia di realtà che esprimono l’identità più profonda dei territori.
Un’Italia di oli e territori
A guidare la classifica dei premiati c’è tutta la geografia dell’extravergine italiano. Si parte dall’Emilia-Romagna con il Colline di Romagna Dop del Frantoio Paganelli, primo nella categoria Dop/Igp fruttato leggero, per arrivare in Sicilia con il Trappeto di Caprafico e l’olio Dop Colline Teatine dell’azienda Masciantonio. In mezzo, ci sono le colline pontine con l’olio “Daje” dell’azienda Cetrone, la Toscana con “Prima Oliva”, l’Abruzzo con “Flores” e il Lazio con “Essenziale” e “Olivastro”.
Le categorie, sei in tutto, comprendono oli Dop/Igp e extravergini, ognuna divisa per intensità del fruttato: leggero, medio, intenso. Tra i vincitori, la conferma della qualità laziale, che piazza tre etichette tra i primi classificati, ma anche della Sicilia, che porta a casa premi sia nelle categorie principali sia in “La Goccia d’Ercole”.
L’olio che racconta l’Italia
A raccontare l’importanza del concorso, le parole di Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria e del Comitato di coordinamento dell’Ercole Olivario: “È uno strumento serio e oggettivo di selezione della qualità dell’olio evo italiano. L’anonimizzazione delle bottiglie, garantita da presenza notarile, assicura imparzialità assoluta”. E aggiunge: “Particolarmente significativo è l’impegno per valorizzare le piccole produzioni e i giovani che si avvicinano all’olivicoltura”.
Su questo fronte, centrale è “La Goccia d’Ercole”, la sezione rivolta a chi lavora con lotti ridotti ma altissima qualità. I vincitori 2025 provengono da Sicilia, Puglia, Toscana, Campania, Calabria e Umbria, dimostrando come anche le piccole realtà siano motore di innovazione e qualità.
Un premio al femminile (e digitale)
Sempre più donne e giovani protagonisti dell’olio. Lo testimoniano le menzioni speciali assegnate: la Menzione di Merito Impresa Donna è andata all’azienda agraria Paola Orsini (Lazio) e alla Masoni Becciu di Valentina Deidda (Sardegna), mentre quella per il Giovane Imprenditore all’azienda pugliese Tedone Biagio con l’olio TEDò.
C’è spazio anche per l’innovazione digitale: la Menzione di Merito Impresa Digital Communication è stata assegnata alla CM srl di Agello (Perugia), a dimostrazione di quanto il racconto del prodotto, oggi più che mai, passi anche dai canali online.
E tra le menzioni più suggestive, quella dedicata al “Turismo dell’olio”, intitolata alla memoria di Giorgio Phellas, è andata alla cooperativa agricola La Madre Terra di Sciacca (Agrigento), per l’offerta oleoturistica in grado di coniugare accoglienza, didattica e sostenibilità.
Etichette d’autore e bottiglie da collezione
Il Premio speciale Amphora Olearia per il miglior packaging ha premiato l’etichetta Serrilli – Coratina dell’azienda San Marco in Lamis (Foggia), riconoscendo come anche l’occhio, nell’olio, abbia la sua parte. Non a caso, il concorso investe da anni nella valorizzazione della confezione, strumento essenziale di marketing ma anche di racconto.
Allo stesso modo, la Menzione “Olio Monocultivar” ha celebrato la purezza varietale con etichette dalla forte personalità, tra cui quelle delle aziende Cantina Sant’Andrea e Adria Misiti (Lazio), Fam (Campania) e Intini (Puglia).
Un comparto che guarda avanti
“Oggi più che mai – ha concluso Andrea Prete, Presidente di Unioncamere Nazionale – dobbiamo puntare su olio e territori. La filiera dell’olio italiano è un driver per il turismo enogastronomico e uno degli elementi più espressivi del nostro Made in Italy”.
L’olio extravergine italiano, insomma, non è solo un condimento: è identità, cultura, racconto. E l’Ercole Olivario è il palco in cui queste storie trovano voce, visibilità e futuro. Una vetrina di eccellenza che ogni anno si rinnova, confermando l’Italia come patria inimitabile dell’oro verde.