Campari Group: forte slancio delle vendite nei primi nove mesi del 2023

- di: Daniele Minuti
 
Sono positivi i dati registrati da Campari Group al 30 settembre 2023, nonostante l’attesa normalizzazione nel terzo trimestre e le condizioni climatiche avverse in Europa.
Le vendite nette arrivano a 2.201,3 milioni di euro, salendo di 9,8 punti percentuali, mentre la crescita organica del periodo analizzato ammonta a 10,5 punti percentuali su base annua. Dato raggiunto grazie alla dinamica sostenuta dai brand (specialmente aperitivi, tequila e premium bourbon) e all'effetto prezzo positivo nell'intero portafoglio.

Campari Group: forte slancio delle vendite nei primi nove mesi del 2023

La performance organica nel terzo trimestre vede un miglioramento del 4,4%, confermando la normalizzazione stimata (a confronto con un terzo trimestre 2022 molto positivo).

L'EBIT rettificato si attesta a 520,5 milioni di euro, rappresentando una quota del 23,6% delle vendite nette e con una crescita del +5,7%. La crescita organica ammonta a +10,8% nei primi nove mesi, con un’espansione organica della marginalità di +10 punti base, di cui: diluizione del margine lordo (-10 punti base) a causa della continua inflazione sui costi dei materiali, solo in parte mitigata dall’effetto prezzo positivo e dal mix, spese di pubblicità e promozione accrescitive (+50 punti base), a seguito di condizioni climatiche molto avverse, che hanno avuto un impatto sulle attivazioni estive.

Scendono di 40 punti base i costi di struttura diluitivi, a causa dei continui investimenti nella struttura di business e assetti commerciali, incluso il futuro avviamento della route-to-market in Grecia.

Nel terzo trimestre, la crescita organica ammonta al 3,3% con una diluizione del margine di -20 punti base, in gran parte influenzata dai costi di struttura, che sono cresciuti più rapidamente delle vendite.

Positivo per l'1,1% l'effetto perimetro (a 5,4 milioni di euro), mentre l'utile di Gruppo (prima delle imposte) arriva a 473,8 milioni di euro, scendendo del 2% (485,9 milioni di euro e aumento del 2,1% senza oneri non realizzati sui cambi). L'utile prima delle imposte arriva a 445,2 milioni di euro, scendendo dell'1,7%.


L'indebitamento finanziario netto è pari a 1.815,6 milioni di euro, salito di 260,3 milioni di euro rispetto alla fine del 2022, a causa di una generazione di cassa positiva compensata da investimenti legati a progetti di rafforzamento della capacità produttiva del Gruppo, oltre che dal pagamento del dividendo.

Bob Kunze-Concewitz, Chief Executive Officer (nella foto), ha commentato: "Nel complesso, la nostra forte performance è continuata nei nove mesi, grazie alla dinamica positiva dei brands, in particolare aperitivi, tequila e bourbon, nonché all’aumento dei prezzi, presente su tutto il portafoglio. L’andamento rispecchia anche la prevista normalizzazione nel terzo trimestre e l’impatto delle condizioni climatiche avverse in Europa. Guardando al resto del 2023, ci attendiamo che la performance dei ricavi rifletterà la forza dei nostri brands chiave con una continua sovraperformance del settore nei principali mercati di riferimento, l’effetto prezzo positivo e la continua normalizzazione della crescita dei volumi. In concomitanza, ci aspettiamo che i margini riflettano gli aumenti di prezzo, l’evoluzione del mix di vendita in relazione alla stagionalità del business, la normalizzazione dell’inflazione sui costi di produzione, nonché i continui investimenti volti a rafforzare le capacità commerciali del Gruppo. Su base annua, confermiamo la nostra guidance di margine EBIT rettificato stabile in percentuale sulle vendite nette a livello organico nonostante l’attuale macroambiente volatile2. Inoltre, prevediamo che il trend negativo del cambio continui, riflettendo l’indebolimento del dollaro statunitense e di altre valute chiave dei mercati emergenti, nonché l’apprezzamento del peso messicano. Nel medio termine, rimaniamo fiduciosi di continuare a realizzare una forte espansione organica del fatturato e dei margini, sfruttando il miglioramento del mix e l’allentamento dell’inflazione dei costi di produzione".
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