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Caro energia, il terziario lancia l'allarme rosso: "Necessarie misure strutturali e interventi urgenti"

- di: Daniele Minuti
 
Caro energia, il terziario lancia l'allarme rosso: 'Necessarie misure strutturali e interventi urgenti'
Si è tenuta la conferenza stampa congiunta delle imprese del terziario (ANCC-COOP, ANCD-Conad, Confcommercio, e Federdistribuzione) presso la sede romana di Confcommercio in cui si è cercato di fare il punto sulla crisi legata al caro energia, che sta colpendo le aziende con i duri aumenti in bolletta e dei costi di gestione.

Caro energia, il terziario lancia l'allarme rosso

All'evento hanno preso parte Lino Stoppani, Vice presidente vicario di Confcommercio, Marco Pedroni, Presidente di ANCC-COOP e Coop Italia, Francesco Pugliese, AD di Conad, Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione, Donatella Prampolini, Presidente di Fida-Confcommercio.

Una conferenza dai toni forti, iniziata con l'invito di Confcommercio verso gli esercenti a spegnere le luci per un quarto d'ora a mezzogiorno per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema, proseguita con un'analisi sugli effetti della crisi. Che stando ai calcoli preliminari dell'Ufficio Studi Confcommercio, mette a rischio circa 120.000 imprese del settore, per un totale di 370.000 posti di lavoro (con un totale di spesa energetica per il terziario che per il 2022 sarà di 33 miliardi di euro, triplicando il dato del 2021 e raddoppiando quello del 2019).

Ma quali sono le risposte a questa crisi? Le proposte dei membri partecipanti alla conferenza sono misure da attuare con urgenza per Governo e Parlamento: innalzare il credito d'imposta per il caro energia elettrica al 50% nel causo di aumenti di costo oltre il 100%; accrescere il tempo per la rateizzazione delle bollette fino a ddicembre 2022; aumentare fino al 90% la copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per finanziamenti chiesti da imprese in ginocchio per la crisi energetica; perseguire maggiore inclusività della misura del credito di imposta, rendendola accessibile per soggetti esercenti attività di Impresa, arti o professioni con potenza sotto ai 16,5 KW.

È stato inoltre proposto un "decalogo" di azioni finalizzate al risparmio energetico per i punti vendita: 

- Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura ;
- Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita;
- Regolare la temperatura ambientale per evitare sprechi;
- Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nella notte;
- Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche;
- Ridurre la temperatura dell’acqua;
- Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi;
- Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, ;
- Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici ;
- Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico.

Lino Enrico Stoppani
, vicepresidente vicario di Confcommercio, ha dichiarato: "Intere filiere, dall'alimentare ai trasporti, che stavano provando a ripartire dopo le difficoltà causate dalla pandemia si trovano a fronteggiare un aumento dei costi energetici che abbatte qualsiasi possibilità di ripresa della marginalità. Il numero delle imprese che rischiano la chiusura è di 120mila con 370mila posti. Il secondo rischio è quello di un calo dei consumi che si trascina con sè l'impossibilità di gestione del debito pubblico. Per questo chiediamo interventi di natura emergenziale oltre a misure strutturali". Secondo Stoppani, "si è arrivati a questa situazione perché ci sono stati eventi imprevedibili. Sicuramente serve più Europa che fissi un tetto al prezzo del gas, ma serve anche più Italia che porti avanti una politica energetica che punti sulle rinnovabili". "Uno dei rischi del caro bollette è il calo dei consumi: quindi addio ai sogni di crescita, che è indispensabile per avere credibilità sui mercati finanziari".

L'Ufficio Studi Confcommercio ha commentato: "La tendenza al rialzo dei prezzi non mostra credibili segnali di rallentamento. Nonostante qualche passato sporadico e occasionale ridimensionamento, l’inflazione cresce ormai da più di un anno, raggiungendo l’8,4% tendenziale ad agosto, che si traduce in un +9% se il fenomeno è misurato secondo la metrica dell’indice armonizzato, comparabile su base europea. Al di là della consistente spinta degli energetici la progressiva risalita dell’inflazione di fondo conferma come le tensioni siano ormai diffuse all’interno di tutto il sistema produttivo. Il 2022 si chiuderebbe, secondo le nostre stime, con un’inflazione media prossima al 7,5%. Se in questi ultimi mesi le famiglie sembrano aver solo marginalmente modificato i propri comportamenti, sostenute dalla tenace volontà di tornare agli stili di consumo pre-pandemici, inevitabilmente l’erosione generata dalla crescita dei prezzi sul potere d’acquisto dei redditi e della ricchezza detenuta in forma liquida produrrà effetti di rilievo nella parte finale di quest’anno, comprimendo anche le possibilità di crescita del prossimo".

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